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Primavera in Borgogna di Luca Terenzoni

Creato il 06 ottobre 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Luca Terenzoni è nato nel 1969 a Massa, dove attualmente risiede. Laureato in Economia e Commercio, lavora nel settore amministrativo di una società della Versilia, per la quale cura anche i contatti con l’estero. Primavera in Borgogna è il suo esordio letterario.

Sito : http://primaverainborgogna.blogspot.com/

 

Primavera in Borgogna di Luca Terenzoni
Titolo: Primavera In Borgogna
Autore: Luca Terenzoni
Edito da: Albatros, il FIlo
Prezzo: 20,00
Genere: Narrativa
Pagine: 155 p.
Voto:
Primavera in Borgogna di Luca Terenzoni

Primavera in Borgogna di Luca Terenzoni
Primavera in Borgogna di Luca Terenzoni

Trama: Francesco è un quarantenne che si è appena lasciato, a un passo dalle nozze. Una mattina di primavera, mentre passeggiando a San Gimignano cerca di riafferrare il senso della sua vita, incontra un signore francese con il quale entra subito in sintonia e che gli propone di lavorare per lui, presso la sua azienda vinicola in Borgogna. Quella per la Francia è una passione che Francesco ha sempre coltivato. Si trova quindi di fronte alla possibilità di realizzare veramente il sogno di una vita. Così lascia il suo lavoro e si trasferisce pieno di entusiasmo. Le sue aspettative sono subito appagate: il posto è splendido, la collega Ludivine affascinante, il lavoro interessante. Fino a quando, oltre i colori pastello di quel paesaggio così tipicamente francese, non cominceranno a emergere i segni di un passato inquietante che riguarda sia il suo datore di lavoro, sia la bella Ludivine, della quale si sta ormai innamorando. Una prova decisiva per Francesco che, in un crescendo di colpi di scena, riuscirà a portare luce nel passato della donna e nel suo presente.

Recensione:

Recensione di TheLunaticGirl (Serena Betti)

“Di fronte ai suoi occhi gli passò velocemente in rassegna, come se stesse sfogliando un vecchio album di ricordi, tutto quello che gli era capitato, a partire da quel primo sabato di primavera a San Gimignano.”

Francesco è un quarantenne abbastanza bello, intelligente, coraggioso, riflessivo ma, soprattutto, soddisfatto della propria vita. Diversamente dagli altri suoi compagni di università, ha trovato subito un lavoro interessante ed a tempo indeterminato ed ha potuto viaggiare e coltivare la sua passione per i vini insieme alla compagna e futura moglie Laura. Questo quasi idilliaco quadro è destinato a spezzarsi quando la donna, con la quale ha condiviso la vita per quattordici anni, lo lascia poco prima delle nozze, affermando di essere innamorata di un altro uomo. A seguito dell’incontro con un sessantenne francese, proprietario di un’azienda vinicola, la Domaine Langain, Francesco decide di cambiare totalmente la sua vita e di trasferirsi in Borgogna per lavorare nell’azienda dell’uomo.

Dall’arrivo in Francia alla fine del libro, gli eventi si sviluppano rapidamente, nell’arco di una fugace primavera che, pian piano, distrugge tutte le certezze del protagonista, tra cui quella di non innamorarsi mai più: l’ironia del destino fa sì che Francesco conosca Ludivine, sua co-partner lavorativa nell’azienda gestita da Jean-Marc Robin, l’incarnazione di quello che l’uomo ha sempre desiderato.

Lo stile di Terenzoni è semplice e permette una facile e rapida lettura a tutti, ma è allo stesso tempo dettagliato. L’autore adora soffermarsi nelle descrizioni dei paesaggi e delle persone, dipingendo nella mente dei lettori un perfetto quadro delle situazioni. Talvolta questa attenzione ai particolari risulta utile a capire meglio il comportamento di alcuni personaggi o ad inquadrare le vicende, ma altre volte le eccessive descrizioni sono inutili e possono appesantire la lettura.

La trama, che potrebbe essere intrigante, è sviluppata banalmente, vertendo su situazioni inverosimili. Lo stesso incipit, ovvero la decisione del signor Robin di offrire il lavoro ad un perfetto sconosciuto risulta difficile da accettare, soprattutto se consideriamo che prima di decidere di assumere la signorina Ludivine, Jean-Marc era stato tempestato di telefonate dalla giovane.

L’autore non è riuscito a creare un equilibro tra l’interiorità dei personaggi, il cui comportamento a volte risulta inverosimile, e la trama “investigativa” di fondo. I “colpi di scena” presenti nel libro non hanno alcun effetto nel lettore, anzi lo lasciano indifferente perché non sono supportati da un clima di pathos e suspense. Il protagonista non ha “veramente” investigato, si è limitato ad una semplice chiamata ad un amico italiano e lì sono finite le sue indagini. “Primavera in Borgogna” non può essere certo considerato un “thriller” e non è neanche un romanzo veramente introspettivo, sebbene siano disseminate nel testo numerose riflessioni del protagonista. Francesco non intraprende un percorso di rinascita; noi non lo vediamo cambiare lentamente nel tempo: in un secondo decide di stravolgere la sua vita e “bum” dopo poche pagine sembra già aver superato tutte le difficoltà e essere diventato un “uomo nuovo”. Lo stesso ragionamento vale, forse ancora di più, per il personaggio di Ludivine che, dopo un’uscita al castello con Francesco, è già pronta ad abbassare tutte le sue difese costruite nel corso degli anni e trascorrere la notte con lui.

La confessione di Vincent Michel, in cui il “cattivo” racconta come cambiò identità in Jean-Marc Robin, è un clichè tipico dei gialli vecchio stile. Ma se una tale confessione non stona in un romanzo di Agatha Christie, in “Primavera in Borgogna” sì. Non si capisce, inoltre, come un esordiente così bravo a descrivere il particolare, non si sia soffermato a rendere la trama di base più dettagliata e intrigante.

 


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