Roma 6 aprile 2014
Ieri pomeriggio sostavo col volto tra le ringhiere verdi smeraldo di un grande vivaio. Teneri boccioli sbucavano da vasi sparpagliati, alberi di limoni mostravano fieri i loro frutti grandi come cedri e arance selvatiche ciondolavano invidiose spossate dal vento. L’aria odorava di marmellata e io col naso arricciato e il mento un pochino di traverso mi spingevo oltre convinta sarei potuta passarci attraverso quella ringhiera e cogliere un frutto.
- Signorina? Signorina le piacciono i fiori?-.
Un uomo in bicicletta mi sorrideva di un sorriso che gli copriva anche gli occhi ed io di rimando.
- Sì!-
- Allora le faccio un dono. Sono un poeta, dono le mie poesie!Ecco. Questa è per lei -
Il tempo di osservare la mano che rovistava tra fogli colorati, che si avvicinava con uno di essi alla mia, il giallo brillante e rosa di un fiore stampato e parole di rosso scritte, un nome Armando Bettozzi.
- Grazie!!!! Quindi voi siete - ho alzato lo sguardo e l’uomo poeta in bicicletta se ne era già andato.
Primavera
(la prima rosa)
Ho visto la rosa, la prima che è nata:
iersera non c’era e stamane è sbocciata
su un ramo spinoso d’un vecchio roseto
che pur nell’orgoglio rimane discreto.
Di esser felice la rose ha ben donde:
è bella e il profumo per l’aria diffonde
e un’ape richiama che vola e si posa
su lei e con lei si confonde e si posa.
Ho visto una donna che prima non c’era,
è solo vestita di fiori di prato
e il cuore suo tutto ha di già riservato
a chiunque sa amarla: è la Primavera.
A domani
Lié Larousse