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Prime esperienze: il bagnetto

Da Goldberry
Un giorno hai una pancia enorme che sbatte da tutte le parti.
Il giorno dopo ti ritrovi con un frugoletto rosa che ti guarda con gli occhioni più belli del mondo.
Il frugoletto, in ospedale deve fare solo 3 cose:
- imparare ad attaccarsi al seno per mangiare
- dormire
- mostrare il suo lato migliore dalla stanza del nido, dove attraverso una vetrata, amici, parenti e nonni gongolanti,  osservano estasiati il tuo piccolo capolavoro.
Mentre sei all'ospedale, la vita è bella.
Le ostetriche controllano che nelle tue zone basse tutto stia rientrando nei ranghi.
Se ti hanno dovuta aprire come una cozza perchè tuo figlio aveva un testone da guinness e non passava ti prestano la ciambella per sederti.
Le infermiere del nido ti aiutano nell'allattamento, ti mostrano come si cambia un pannolino, ti stanno vicino mentre fai in bagnetto.
In quei 3 giorni di ospedale, la vita è bellissima.
I parenti coccolano il nano con tanti regalini, e coccolano te con cioccolatini, biscotti e panini al salame che sogni da 9 mesi.
Esci dall'ospedale che praticamente hai più pancia di quando sei entrata...
Ma questa volta la pancia ti fa sentire vagamente in colpa.
Il nano quando arrivi a casa, decide che dormire non è più bello.
Il nano decide che la tetta è la sua migliore amica, e ci passa le giornate a discutere.
Il Vichingo, ricordo che a volte litigava con una tetta, gli urlava contro offeso e frustrato.
In quei casi bisognava cambiare lato, finchè non rifacevano pace.
A casa non aspetti altro che il moncone cada, per fare un bellissimo rilassante bagnetto al nano.
Passi una settimana, sognando, immaginando il momento del primo bagnetto.
I tuoi e i suoi occhi che si incrociano, l'amore e la beatitudine che aleggia nel bagno.
Il moncone cade.
Arriva il momento del bagnetto.
Pensi se sia il caso di aspettare il tuo lui.
Ma sogni questo momento da così tanto che deve essere un momento solo vostro.
In fondo è da te che è uscito.
Sei tu che non riesci a sederti, se non con mezza chiappa sollevata.
Sei tu che ti ritrovi un seno più duro di un pallone da basket.
Il bagnetto è un tuo diritto di mamma.
Appoggi il nano sul fasciatoio e intanto riempi la vaschetta.
Quando è piena e la temperatura è giusta, spogli il nano, lentamente, vuoi assaporare ogni minuto di questa nuova bellissima esperienza.
Hai pronta in parte al fasciatoio, la bottiglietta di olio alle mandorle, per fargli dopo un bagnetto un bel massaggio rilassante.
Adagi il nano nella vaschetta, lui ti guarda per un secondo con gli occhi sbarrati.
Parte la sirena, temi che i vicini chiamino gli assistenti sociali.
Il nano è terrorizzato dall'acqua.
Tu sei terrorizzata dal nano.
5 secondi il tempo di una sciacquata veloce e lo sistemi sul fasciatoio.
Nella foga rovesci l'olio di mandorle.
Vesti il nano nel modo più veloce che riesci.
Gli asciughi i capelli, mentre lo calmi dandogli il latte.
Sei stremata dall'esperienza.
Il nano è stremato dall'esperienza, ma pure traumatizzato e non vuole staccarsi da te.
Ti domandi come ha fatto a sopravvivere nuotando 9 mesi nel liquido amniotico.
Ripeti questa operazione una decina di volte.
Poi il rapporto con l'acqua migliora decisamente.

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