Prime impressioni: ad ogni rivista la sua copertina
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Le vediamo ogni giorno e nemmeno ce ne rendiamo conto. Le vediamo a decine, sugli scaffale delle edicole, nelle librerie, nei supermercati: giornali e riviste fanno parte del nostro quotidiano. Ogni giorno migliaia di copie vengono stampate per essere distribuite, ogni giorno migliaia di copie vengono gettate via senza rimorso alcuno. Alla fine, cosa resta nella nostra memoria?
La copertina. La primissima pagina, quella che attira la nostra attenzione, che ci fa decidere se acquistare Marie Claire piuttosto che Vogue. Cosa determina il successo di una cover e il fiasco di un’altra? Con che criterio vengono scelti i caratteri, i colori, i soggetti?
La copertina rappresenta l’immagine della rivista, il suo stile, la sua storia, e anche – perché no – il suo futuro. Se da un lato i contenuti variano ed evolvono nel tempo, dall’altro il lettore deve poter riconoscere nella cover di ogni numero lo stile della testata, obiettivo non sempre semplice da raggiungere. Alcune copertine raggiungono un’estetica tale da diventare oggetto da collezione, come succede per Vogue, The Gentlewoman oppure Egoïste, riviste di lusso o di nicchia, che riflettono un’immagine chiara, artistica e settoriale allo stesso tempo.
Idealmente, è possibile individuare tre tipologie di cover. La prima, più popolare e diffusa su larga scala, fa riferimento ai settimanali di gossip. Generalmente, le immagini che la compongono sono foto “rubate” di personaggi famosi e i suoi contenuti sono esplicitati fin da subito: il lettore ha una chiara impressione di cosa troverà all’interno della rivista, e spesso la acquista proprio perché incuriosito da qualche titolo. Questo tipo di periodici è generalmente stampato su carta economica, leggera, facile da portare con sé durante gli spostamenti.
Il secondo tipo di copertina è associabile a testate come Vanity Fair o Marie Claire: le immagini hanno una qualità superiore, spesso si tratta di scatti tratti da un servizio fotografico dedicato a un personaggio influente del mondo della moda o dello spettacolo. Essere immortalato su una di queste copertine rappresenta una consacrazione, un vero e proprio traguardo.
L’ultima categoria riguarda riviste settoriali, di ricerca, come per esempio Vogue Italia o – ancora più settoriale – Egoïste. Tali testate non hanno bisogno di pubblicizzare i loro contenuti: il lettore che le acquista sa benissimo cosa cerca. La componente mondana è ridotta al minimo, anche se abbiamo recentemente assistito al susseguirsi di cambiamenti epocali a livello di immagine – basti pensare alla cover di Vogue con Kim Kardashian e Kanye West. Critiche e storte di naso non sono di certo mancate, ma resta il fatto che la copertina ha fatto il giro del mondo (più del solito) e tutti se ne ricorderanno. Un segno di debolezza? Un segno di resa di fronte alla legge del mercato? Forse, solo un segno di cambiamento.
Nella nostra gallery, alcuni degli esempi più eclatanti; copertine che hanno goduto di un impatto mediatico inimmaginabile: John Lennon e Yoko Ono per Rolling Stones, Giselle Bundchen e Lebron James per Vogue (entrambi scatti della celebre fotografa Annie Leibovitz), o ancora Demi Moore in posa con il pancione per Vanity Fair, il numero black con protagoniste solo modelle di colore di Vogue Italia. Tanti le hanno criticate, tutti ne hanno parlato, ma non c’è dubbio che esse abbiano scritto un piccolo pezzo di storia.
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Nella gallery:
Rolling Stones – January 1981
Vanity Fair – August 1991
Egoïste – Issue n°13
Vogue – 1950
Vogue – 2008
The gentlewoman – n°9 Spring Summe 2014
Vogue – April 2014
Vogue Italia – August 2008
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Sources:
Business of Fashion
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