Natale di caminetto acceso e odore di zeppole fritte; di nonno che racconta del Natale del '16 passato in trincea; di papà che, sulla porta aperta da cui viene un gran freddo, fuma la sua Super con filtro guardando l'aia illuminata dalla luna e le ombre del noccioleto; di mamma che apparecchia coi piatti "buoni" perché stasera saremo in tanti a tavola : io, mamma, papà, nonno, zio Attilio, zia Gilda e le mie cugine Luciana e Marina.
E dopo cena, Natale di partite a carte tra nonno e noi tre nipoti; di "cade-non cade" col "pisaturo" delle patate; di giochi di equilibrio sulla sedia messa riversa a terra in avanti, e noi tre bambine, poggiando le ginocchia sulle gambe della sedia, ci allunghiamo verso il pezzetto di pane posto laggiù, proprio nel punto della spalliera più lontano e lo addentiamo, ma senza far cadere la sedia in avanti.
Ecco, potendo avere un Natale di quelli passati, questo è quello che vorrei avere per una sera.
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