#CERIAGUBBIO? Ho studiato su internet, seguito lo streaming, condiviso su twitter ... ma non ero pronto a quello che ho visto.La Festa dei Ceri di Gubbio (PG) che si svolge da secoli ogni anno il 15 maggio non è solo una corsa di tre enormi Ceri per una città stracolma di gente osannante, portati ognuno a spalla da una famiglia di ceraioli devoti ai tre santi posti in cima. Ma e' molto, molto di più. Un qualcosa di straordinario che nemmeno Folle di corsa può spiegare, raccontare e valorizzare in tutte le sue sfaccettature.Così, pur provando a inserire in questo post qualche frammento della Festa dei Ceri, ho bisogno più che mai di aiuto ... tu #CeriAGubbio? Raccontalo.Per approfondire, vai a www.ceri.itIn più, ti segnalo anche il post su Luoghi da vedere
I CERI E LA FESTA Risalendo indietro nei secoli e tralasciando (ahimè!) le innumerevoli e interessantissime testimonianze scritte di età medievale, moderna e contemporanea, la Festa dei Ceri è dedicata a Sant'Ubaldo Baldassini, patrono di Gubbio e vescovo della città morto nel 1160.Sembra che proprio da quell'anno iniziò la solenne tradizione di omaggiare le sante spoglie con una devota processione di eugubini, una grande Luminaria di candelotti di cera da farsi nella vigilia della morte del santo. Tale corteo di ogni 15 maggio, dal 1194 si spinse oltre le mura della città per raggiungere il Monte Ingino e quella Basilica divenuta luogo di devozione per il corpo incorrotto di Sant'Ubaldo. I ceri erano offerti dalle corporazioni medievali delle Arti e dei Mestieri. Presto divennero però tanto voluminosi da renderne difficile il trasporto e, verso la fine del XVI secolo, furono sostituiti con tre strutture di legno. Queste tre architetture minuziosamente lavorate e più volte ricostruite senza sostanziali modifiche, sono alte circa 5 metri e pesano 260 kg, fissate su una barella e hanno ognuno sulla sommità un santo rappresentativo di una parte di Gubbio.
A Sant'Ubaldo, protettore della città e dell'Arte
dei muratori, corrisponde una famiglia di ceraioli (portatori del Cero) caratterizzata dal colore giallo. Il blu è destinato a San Giorgio, rappresentante i commercianti. Infine, in nero, i ceraioli "contadini" sostengono Sant'Antonio Abate.VIA CH'ECCOLI! La prima domenica di maggio, i Ceri scendono in città dalla Basilica di Sant'Ubaldo e tutti iniziano a prepararsi. All'alba del giorno fatidico, dopo aver vissuto una serata all'insegna della cordialità e dell'incontro tra eugubini e visitatori, i tamburini e il Campanone (la campana della torretta del Palazzo dei Consoli) svegliano la città e soprattutto i ceraioli.Durante la mattinata c'è la processione dei tre Santi, la sfilata dei ceraioli e l'elezione del Primo e del Secondo Capitano che, tra due anni, dovranno vigilare sulla città in questi difficili giorni di festa. Poi, ecco l'Alzata, uno dei momenti più emozionanti dell'intera Festa dei Ceri di Gubbio. In una piazza affollatissima, le tre famiglie di ceraioli fissano il proprio Santo sulla sommità del Cero, collegando il tutto alla barella che ne permetterà il trasporto. E' un procedimento abbastanza complesso, che necessita di abilità e ... di un po' d'acqua contenuta in una brocca.Finito di assemblare, i tre Capodieci (massime autorità di ogni Cero) scagliano a terra la loro brocca, facendola andare in mille piccolissime reliquie recuperate e conservate gelosamente dagli eugubini.Poi, il Secondo Capitano dà il segnale dell'Alzata ai Capodieci saliti sulle stanghe del proprio Cero ancora in posizione orizzontale. Al suono del Campanone e in mezzo ad urla crescenti di incitamento, con un rapido movimento i tre Capodieci si spingono in avanti con un colpo di reni e i ceraioli alzano rapidamente in verticale i Ceri. Ed è subito corsa, perché tra la folla osannante si compiono tre rapide girate di giubilo intorno al pennone centrale della piazza.Ma questo non è che l'inizio. Infatti, il fatidico grido "Via ch'eccoli!" ("Occhio che arrivano") che contraddistingue la vera e propria corsa dei Ceri di Gubbio arriverà solo nel tardo pomeriggio.Continua ... (vai alle immagini)