di James Patterson
Le donne del club omicidi
“Seconda chance” →
Voto: 7/10
«A questo tavolo stanno bevendo margarita alcune delle menti migliori dell’istituto di medicina legale, della Squadra Omicidi e della stampa di San Francisco.» Più ci pensavo, più mi sembrava una buona idea. Potevamo mettere insieme le informazioni relative all’indagine ufficiale e passarci indizi senza intralci politici e burocratici. Eravamo tre donne desiderose di farla in barba al potere dei maschi. E soprattutto provavamo una grande pena per le vittime.
Seconda esperienza con Patterson, devo dire molto migliore della prima! Ancora però non mi convince del tutto questo autore…
Lindsay Boxer è l’unico ispettore donna del Dipartimento di Polizia di San Francisco. E’ brava nel suo lavoro e spera di fare carriera, quando all’improvviso scopre di avere una gravissima malattia del sangue che può anche essere mortale. Questa terribile notizia le arriva proprio mentre sta indagando sull’omicidio di una coppia di sposi avvenuto il giorno delle loro nozze. Per fortuna Lindsay può contare sull’aiuto e il sostegno della sua migliore amica Claire Washburn, anatomopatologa, e di due nuove amiche conosciute proprio grazie all’indagine sugli sposini: l’intraprendente giornalista Cindy Thomas e Jill Bernhardt, sostituto procuratore.
Adesso che ho letto anche questo libro, dopo Ricorda Maggie Rose, posso dire che sì, lo stile di Patterson è proprio questo, almeno per i polizieschi. Il protagonista lavora in polizia e racconta la vicenda in prima persona, intervallato da capitoli narrati invece in terza persona che presentano il punto di vista di altri personaggi, tra cui l’assassino, che infatti noi vediamo agire e di cui conosciamo l’identità fin dall’inizio del libro. Bè, questo stile a me personalmente non piace molto. Ok l’alternarsi di punti di vista, quello solitamente lo apprezzo, ma qui non riesco ad abituarmici, forse per il passaggio dalla prima alla terza persona, non so. Soprattutto, però, mi secca che ci venga detto così tanto dell’assassino, personalmente trovo che così il romanzo perda parte della tensione che ogni buon thriller deve mantenere alta fino alla fine. Per di più quando appunto nelle prime pagine abbiamo già a che fare con il colpevole, quale grande delusione è stata rendermi conto che sembrava proprio uguale a quello di Ricorda Maggie Rose: un pazzo assetato di celebrità!!Per fortuna mi sbagliavo. Infatti, anche se lo stile è lo stesso la trama di Primo a morire è molto diversa dall’altro libro di Patterson che ho letto, e mi piaciuta molto di più anche se non mi ha ancora convinta appieno. Per esempio il prologo mi aveva molto intrigato, con la protagonista che vuole togliersi la vita. Però poi leggendo ho scoperto che quell’episodio è in un certo senso completamente staccato dal resto della storia, è da collocarsi infatti alla fine, dopo che la vicenda si è praticamente già conclusa.
L’assassino, come ho detto, mi aveva fatto storcere il naso fin dal suo primo apparire perché mi pareva uguale a quello di Ricorda Maggie Rose, ma poi proseguendo con la lettura mi sono resa conto che per fortuna le vicende erano assai diverse, in particolare per il fatto che il nome con cui ci viene presentato è fittizio, scopriamo poi che è il nome di un personaggio di un romanzo, e qui si inserisce una delle cose che mi è piaciuta di più di questo libro, ovvero la presenza di uno scrittore di thriller implicato nei delitti. Quindi l’aspetto puramente “giallo” mi è piaciuto molto di più, visto che i colpi di scena stavolta ci sono stati, non sono stati troppo prevedibili come nell’altro romanzo, e sono stati anche più di uno. Piuttosto interessante, infine, l’epilogo.
Belli pure i personaggi. La protagonista, come era successo con Alex Cross, non mi prende e non mi permette di entrare in sintonia (nonostante la mia ipocondria mi abbia fatto subito sentire tutti i sintomi della sua malattia!), ma per fortuna i personaggi principali qui sono di più: le altre signore del Club Omicidi mi sono infatti piaciute molto di più! La mia preferita è Cindy, la giornalista: l’ho adorata fin dal primo momento!!
Pollice verso invece ancora una volta per la storia d’amore. Ora, sarò sincera: non è che io sia proprio la persona più romantica del mondo, questo non posso negarlo. Una bella storia d’amore però non mi dispiace mai nei libri che leggo. Quelle di Patterson però (ora posso parlare al plurale avendone lette due) le trovo noiose! Le pagine riguardanti Lindsay e il suo bello (si capisce appena compare che si metterà con Raleigh, ma per sicurezza non lo dirò fuori di spoiler) le ho lette con fastidio, volendo solo superarle e andare avanti col “succo” della storia. Tra l’altro, poi, me l’aspettavo che non sarebbe durata, anche se forse non immaginavo sarebbe finita così male, cioè con la morte di lui!
Infine, non so se condizionata dal fatto che per tutto il tempo ho confrontato il romanzo con l’altro di Patterson, trovando questo molto migliore, ma anche l’ambientazione m’è piaciuta di più. Lì eravamo a Washington, qui siamo a San Francisco, e devo dire che l’ho sentita di più, l’ho vissuta veramente la città (terremoto compreso!).