La copia ingrandita di una lettera, che gli operai spoletini indirizzarono al sindaco della città il primo maggio di cento dodici anni fa, campeggia sulle pareti della sala d'attesa di una sede sindacale, confusa tra gli avvisi delle scadenze da pagare e le comunicazioni di nuovi servizi.
Un documento importante, nato nel 1901 in una cittadina protesa a trasformare senza troppi sucessi duraturi il suo volto produttivo da agricolo a manifatturiero. Mi piace proporre il suo testo oggi in questa giornata dedicata al lavoro, per osservare che molto è stato fatto - come si dice- ma anche per riconoscere che le istanze, a distanza di anni, sembrano immutate specie se riferite a un contesto più generale: riduzione delle tasse, eliminazione degli sprechi, tutela dei diritti.
Buon lavoro a tutti!
Al Signor Sindaco di Spoleto
Gli operai di Spoleto riuniti per solennizzare la loro festa di 1° Maggio chiedono che la S.V. si renda interprete presso il Governo delle loro aspirazioni pratiche pel miglioramento intellettuale e materiale, che si compendiano, per ora, nei seguenti desiderati.
1) Abolizione del Dazio sul grano
2) Riduzione delle spese improduttive
3) Tutela del lavoro dei fanciulli e delle donne
Spoleto, 1 Maggio 1901