Non sono andata al concerto del Primo Maggio perché ci sono stata l’anno scorso.
Lo so, non è un buon motivo.
Allora, l’anno scorso ero al concerto del Primo Maggio, ma non proprio sotto al palco, un po’ più indietro. Molto, più indietro. Perché se poi ce ne vogliamo andare prima come facciamo a uscire da làssotto? Quindi siamo rimasti indietro, io e i miei amici, al sicuro, vicino a quattro giovani uomini a torso nudo con un bidoncino di vino da cinque litri che si dimenavano anche quando non c’era musica. A un certo punto passa un ragazzo di colore con una carretta improvvisata in cui teneva una decina di bottigliette d’acqua e di Peroni. Questi quattro giovani uomini a torso nudo con mezzo bidoncino di vino si mettono a giocare a “Non si muove una foglia”*.
Molto divertenti questi giovani uomini che improvvisano giochi nell’angolo di piazza San Giovanni, si vede che si vogliono bene e si vogliono divertire. Io, l’unica cosa che non capisco, è perché non dicono niente al ragazzo di colore. Non gli potevano dire guarda che ora giochiamo a non si muove una foglia e cominciamo a picchiarti sulla testa? Il ragazzo piega la schiena e cerca di ripararsi dai colpi. Sono talmente pochi secondi che non se ne accorge nessuno. Poi i quattro ragazzi smettono di picchiare e si mettono a ridere e a ballare in cerchio. Il ragazzo di colore se ne va con la sua carretta improvvisata. Ma la voglia di vendere le bottigliette d’acqua mi sa che gli è passata, perché ha degli occhi che quasi si mette a piangere.
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*Alle elementari facevamo educazione motoria in palestra, ma solo quando pioveva. La palestra era una stanza senza banchi e senza sedie. Dentro c’erano un palchetto per la recita di Natale e due palloni. Per lo più giocavamo a palla prigioniera, al gioco del fazzoletto e a non si muove una foglia, ma solo quando la maestra si allontanava per fare pipì.
Palla prigioniera è un gioco che fa venire ansia quasi quanto nascondino. Devi correre da una parta all’altra della stanza e pregare perché la direzione della palla non segua quella delle tue caviglie. Cose da piangere.
Il gioco del fazzoletto è maleducato perché vinci se strappi di mano al tuo compagno il fazzoletto, fregando sul tempo il tuo compagno. Non ho mai voluto giocarci. Non lo so, mi sembrava scortese.
Non si muove una foglia è un gioco che fa paura. Tu sei in mezzo a due file di nani cattivi e stai con gli occhi chiusi e la testa bassa. Un nano si avvicina e ti picchia in testa, tu apri gli occhi e indovini chi è stato. Se non indovini i nani cattivi ti prendono per il culo. Qualche volta finisce in caciara e siccome i nani cattivi si credono divertenti, ti picchiano in testa tutti insieme, ah ah che ridere, e adesso indovina chi è stato.