Primo passo

Gentile editore,mi scusi per il ritardo con cui le mando questo primo passo. Si ricorda? avevamo detto niente fretta.La mia vita non è una storia ma a-storia, ove l’alfa privativo indica sconfitta e inconcludenza.Voglio cominciare il mio racconto dal presente. Una favola fatta di giorni spinosi. Già dal primo mattino mi tocca speculare sul modo corretto di innaffiare le ore del giorno. Dopo il caffè mi reco in giardino, saluto la Gran Cipolla, boriosa e pupù, messa lì a sentinella dell’ulivo grande. Dopo i convenevoli (guai non ci fossero), ha dormito bene stanotte, ha sentito freddo, si è raffreddata, le lacrimano un po’ gli occhi, m’inoltro, come a un santo incontro, verso l’Arancio. Sta sulle sue, fa cenno a un saluto, mi chiede di Monti e delle nuove proposte di legge. Rispondo che tutto va bene, l’ISEE non prevede mutamenti drastici sulla esenzione dello sterco di porco.Poi tocca al Limone. È un tantino pallido, signore, mi enuncia il grado alto di acidità dovuto alla cena della sera scorsa, acqua pregna di salmastro, vada al comune, faccia ricorso, intimi l’assenteismo e non dichiari la cubatura che ingurgito.Faccio il giro, fra finocchi rinsecchiti e radici di menta assetati, prendo nota di ordini e preghiere in camicia bianca e pantaloni neri, provo a fare la voce grossa, esagerate adesso, un giorno di questi vi sradico tutti, m’inchino a ripulire la fico dalle erbacce, do una controllata girogiro alla siepe di sipale, mi richiudo la porta della prima ora.[1]

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[1]Nota dell'editore a margine:
Gentili lettori,perdonatemi se ho osato dire di sì a questo strambo personaggio. Non credo sia corretto far divertire un matto, così, a spese nostre. Considerando, però, questo è un blog, e si deve dar spazio. 
Gentile autore,ribadisco per l'ultima volta, e valga per sempre, che prendo le distanze da lei e da ciò che dice. E prendo le distanze dalla sua scrittura, a mio parere scadente. La lascio dire per la mia parola data, per educazione.