Caro 2013 che, almeno per queste prime 48 ore lavorative, assomigli moltissimo agli ultimi due mesi del 2012 [1], ricordati che l’altra sera, allo scoccare della mezzanotte, io e te ci siamo fatti grandi promesse… tu ci hai tenuto a dimostrarmi, fin da subito, che saresti stato un anno brillante (vedi foto su instagram) e io ti ho detto che mi sarei fidata.
Ora, caro 2013, visto che ci siamo ripresi da bagordi e festeggiamenti, che facciamo? Cominciamo a far sul serio?Io ho solo bisogno, assolutissimamente bisogno per la verità, di fermarmi a respirare e di riprendere il controllo della situazione. Poi magari, giusto perché la mia voglia di cambiamento sia tangibile, taglio pure i capelli. E poi sono pronta per le grandi cose da fare insieme di cui si è detto.Ti avviso quando esco dal parrucchiere così poi non mi fai aspettare troppo, ok? Sono certa che non mi deluderai…
[1] Non mi lamenterò del fatto che sono l’unica dello studio a non aver fatto neanche mezza giornata di ferie né dell’aver passato il primo giorno dell’anno in preda all’ansia per quei faldoni che giacciono minacciosi sulla scrivania e che - ahimè – dopo tanto rinviare è purtroppo arrivato il momento di aprire. Non mi voglio lamentare, non mi voglio lamentare, non mi voglio lamentare. E voi che vi siete fatti tre/quattro giorni a casa continuate pure a dirmi che c’ho l’aria stanca e sembro tesa, fate pure: non mi lamenterò. Non mi voglio lamentare, non mi voglio lamentare, non mi voglio lamentare.* sottotitolo: Minchia che fantasia, oh.