Magazine Fotografia

primo settembre

Da Aureliocupelli
Ecco iniziare il mese in cui preferisco fotografare.
In settembre sono spesso nate le mie cose migliori.
Per molti anni, l'annuale Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato è stata per me un appuntamento d'obbligo, dentro al quale presentare una nuova opera.
Ogni anno era anche una sfida a presentare qualcosa di nuovo, di diverso. Magari non nei temi, ma quanto, e soprattutto, nella forma delle immagini, che sia nell'ambito della tecnica o del formato. Quanto, e ancor di più nella veste grafica della pubblicazione a corredo della mostra fotografica che avrei tenuto all'interno delle manifestazioni della Mostra del Tartufo stessa.
Così, durante le vacanze estive nasceva il germe dell'idea. A settembre mi dedicavo alla raccolta delle immagini, ed il mese di ottobre era dedicato alla creazione della pubblicazione, con la scrittura dei testi, e la stampa in tipografia. All'inizio di novembre l'apertura della mostra.
Fu così anche nel 1994.
primo settembre
Quell'anno presentai "Terra". 13 immagini fotografiche in bianco e nero, formato 30x45, ed un quaderno di pensieri, memorie ed impressioni.
La pubblicazione-quaderno, conteneva, oltre alle foto della collezione, un racconto autografo, scritto nell'occasione, dal titolo "La Carovana del Re".
Da stasera, a piccoli brani, lo ritrascriverò, avendo perso i file, qui sul blog.
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Tanto tempo era passato, e tante cose erano accadute, prima che fosse arrivato quel momento. Prima che fosse giunta quella data.
La ricordo benissimo, così come ricordo tutte le altre. Ma quella mi parve particolare.
Fu per me l'ultimo grande salto compiuto. Un ultimo cieco balzo verso una nuova vita.

Fa giorno presto sulle colline, e le cose vanno cominciate sempre quando anche il giorno comincia. Mi alzai al solito modo, con uno scossone, di soprassalto, come tutte le altre mattine. Sempre con la paura che fosse già tardi, che il tempo che anche quel giorno avevo perso, non mi permettesse più di fare tutto quello che avevo da fare.Dopo aver sollevato di scatto la testa e le spalle, mi sedetti sul letto. Mi voltai verso mia moglie che pareva stesse dormendo e le carezzai il viso. Lei aprì subito gli occhi. Era così tutte le mattine.Quel gesto era per me un complimento verso di lei, per la sua bellezza, ma soprattutto per ringraziarla di essermi ancora vicino, mentre spesso era un semplice saluto. Nonostante lo ripetessi quasi tutte le mattine io lo consideravo un gesto estemporaneo, legato al mio umore mattutino.Le poche volte che mi alzavo senza carezzarla essa si incocciava, si sentiva terribilmente trascurata. Ma non era così, era che la mia testa era già fuori a rincorrere col pensiero e l'immaginazione il tempo perso.

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