Ci meravigliamo, al giorno d’oggi, della litigiosità, per non chiamarla con nomi più aderenti, cioè guerra, tra popoli che abitano il Medio-Oriente.
Per capire meglio ciò che sta succedendo oggi, dobbiamo ripercorrere a ritroso il cammino di queste diversissime ed orgogliose popolazioni che da millenni combattono tra di loro su luoghi che hanno dato la vita alle maggiormente diffuse religioni al mondo, allargando la vista alle zone contermini. Già i romani non erano felicissimi di occupare “quelle genti litigiose”.
Da zona povera e desertica all’interno, prolifica economicamente solo sulla costa per la possibilità di effettuare commerci, il luogo era molto poco interessante per tutti gli imperi vicini: Ittiti, Assiri ed Egizi. Tribu, successivamente riunitesi in clan dopo secoli di anarchia, che dettero vita a gruppi di “habiru” (fuggiaschi, debitori, banditi, esiliati, pastori nomadi, genti isolate sui bassi rilievi della zona). La radice di habiru è “hbr”, dato che in ebraico non esistono le vocali: è la nascita dell’onomastica Ebreo (hbr vocalizzato).
Questi clan cominciarono ad agglomerarsi ed a creare una specie di “piramide di potere” in modo che le persone per bene potessero dire di essere governate bene e vivere in modo più traqnquillo. I primi nomi di reggenti, non si sa poi di “cosa” perché “stati” ancora non ve ne erano, comunque cominciò l’indicazione di un “centro di potere”. Ish-Baal fu primo reggente dopo re Saul. Ish-Baal, ucciso e la sua testa portata a David, che fu “ufficialmente” primo “re” di Israele e capostipite di una genealogia che porterà lontano.
Abbiamo, quindi, i primi “reggenti” tribali in terra che oggi è Stato di Israele. Scontenti delle azioni di questi due ”mlk” termine che dovrebbe essere paragonabile ad un re ma la società ebraica del tempo non era neanche una società, “agglomerato” di clan e tribù è termine più adatto. Dopo la morte di Saul, David al nord viene eletto a “Re di Giuda”, a Hebron, ove venne seppellita la testa tagliata di Ish-Baal.
David ha la possibilità di diventare Re di Israele e Giuda: egli conquista Gerusalemme, considerata “canaanea”, vi importa il culto di Yahweh. Non già come Dio unico, ma affiancandolo a divinità locali: i figli nati ad Hebron hanno nomi “yahwistici”, quelli nati a Gerusalemme hanno come teonimo Shalom (deriv. Da Salomone o da Gerusalemme, Geru-shalom).
David ha, al momento, due sacerdoti: Sadoq ed Ebyatar, il secondo yahwista.Il regno si espande ma le fonti bibliche forse ne esagerano le dimensioni. È, comunque, una piccola formazione politica, sotto il dominio dei Filistei. A Gerusalemme il regno assume una prima amministrazione, sinora inesistente.
Ad est resta un fronte caldo con gli Ammoniti, cui si aggiungono gli Aramei. Obiettivo di Ismailiti, Ammoniti, ed Arab (arabi) è il controllo della carovaniera transgiordana. Non vi sono sicuramente i trionfi narrati, ma piuttosto vicende alterne. Le mogli di David provenienti da diversi regni sono segno di buoni rapporti politici. Il regno in quel momento difficilmente include la Galilea. A sud il Negev e gli Amaleciti da secoli difficili vicini e nemici segnano il confine.
Anche il discorso legato alla successione lascia molti dubbi. Di famiglia povera, numerosa, perseguitato, assoldato come habiru, i sette anni di regno a Hebron, i 40 totali, questo insieme fa pensare ad una rivisitazione di fatti già visti. Riesce, comunque, a lasciare il regno all’ultimo figlio, Salomone. È un segno storico la sua dinastia, in quanto Giuda la si chiama per lungo tempo “casata di David”. Lo scenario molto frammentato dell’epoca lascia supporre che difficilmente vengono, al momento, conquistati Ammon ed Aram.
Salomone succede a David al termine di sanguinose lotte di corte. Varie fonti danno estensioni diverse del regno di Salomone: Dall’Eufrate all’Egitto come sè impensabile, visto che oltre che una Nazione, sarebbe in questa estensione un vero impero, cosa che non è. Dal Negev all’Alta Galilea.
Solamente al regno di David, quindi solo Giuda.
Se l’estensione non è enorme comunque il progetto è tale. Da fonti bibliche sembra che vi sia una riduzione, addirittura, di territorio e di potenza rispetto a David (perdita di Edom ed Aram). Archeologicamente il palazzo di Megiddo e Hasor sembrano salomonici, con 12 (il numero 12 si ripete nei millenni per costellazioni, popoli, re, mesi, ore, componenti di un convivio e sopreavvive ancor oggi, passando per i 12 cavalieri della tavola rotonda…etc… quindi può essere un numero simbolico) “distretti” per mantenere il Re ed un regno con la corte, cioè un mese a testa. Ma vi è una seconda interpretazione che riduce il suo impatto e la costruzione di tali templi ad altri, invece che a Salomone.
Una riduzione a regno molto modesto avviene tra il Ferro I e II. Gerusalemme difficilmente può governare due grandi centri come Megiddo ed Hasor. L’amministrazione è quella ereditata da David. Corvèe e tassazione oltre ad amministratori possono riferirsi ad un solo Re, difficilmente ad entrambe. Giustizia e Sapienza sono doti che tutti i re si auto-riconoscono a quei tempi. Tale fatto avviene anche per Salomone.
Egli riconosce ad Yahweh il fatto che gli avesse concesso di governare. Molte sue caratteristiche sono anche frutto di novellistica più tarda, addirittura tratta da culture orientali.
La prima frase del suo libro è iscritta su una parete del Tempio. È, comunque, il costruttore del tempio e del Palazzo Reale. Numerosi fattori lo indicano come costruttore del Tempio. Ad esempio una iscrizione siriana in cui egli dice che suo padre non aveva un Tempio come il suo.
Su David poi, ricadono le accuse di attivare la “leva”, il censimento, e di spargere sangue innocente e (quindi indegno di costruire il Tempio). Le dimensioni però sono esagerate per l’estensione della Gerusalemme di allora. Oltre al tempio Salomone avrebbe anche fortificato le zone verso i Filistei ed anche verso il nord. Nella tesi pan-israelitica tali edifici però sono stati recentemente riconosciuti alla dinastia Omride di Samaria, quindi restano poche prove di Salomone come “grande edificatore”.
Il suo ruolo, poi, come alleato di Tiro e come protagonista di conquiste marittime sembrano non avere collegamenti con un regno con base sugli altopiani. Anche la storia delle visita della regina di Shabw’a, attratta dal suo immenso sapere e dalla sua proverbiale saggezza è in forse, visto che lo Higàz non è adatta ad una regina, data la pirateria che la infestava tale percorso. Il ruolo centrale di controllo sulle vie carovaniere è difficile da confermare per un regno delle sue dimensioni.
Nei secoli l’ebraismo ha sempre dovuto esagerare, accentuare imprese, numeri ed altri dati, perché altrimenti non avrebbe avuto più senso essere “popolo eletto”. Tutt’oggi gli ebrei dicono “purosangue” nel senso migliore del termine, non esistono, diciamo che nel loro albero genealogico vi sono elementi puramente ebraici, ma visto l’interscambio di genti nei millenni nella zona, trovare una etnia pura al cento per cento è pura utopia.
Written by Roberto Lirussi