Priorita’ e cura

Da Oichebelcastello

Ida era una bambina magrolina, ma alta per avere 8 anni. Nel 1908 in campagna i contadini molto raramente riuscivano a diventare paffuti. Anche poter frequentare le scuole elementari non era concesso a tutti, e Ida dovette smettere in terza elementare.

Alla sua età aveva già tre fratelli e due sorelle, tutti più piccoli ; i suoi genitori appena ricevuto giudizio concorde del capofamiglia, decisero che da quel momento in poi doveva pensare alla casa e a fratelli e sorelle. Sua madre e le zie le avrebbero insegnato a cucinare ed accudire i più piccoli, in questo modo la madre, più libera dai lavori domestici avrebbe potuto aiutare il marito nei lavori in campagna.

La vita in campagna era molto dura, la sveglia sempre di notte, e all’alba tutti a lavorare nei campi, nelle stagioni più calde fino al tramonto.

Tra i compiti di Ida c’era quello di preparare il pranzo domenicale. La famiglia allargata era numerosa, loro erano otto, poi c’erano i nonni, gli zii, i cugini e alla fine erano diciotto.

Tutti nella grande casa di campagna dove al piano terra c’erano le bestie (necessarie per arare i campi e procuravano un leggero tepore a tutta la casa) ai piani superiori le stanze da letto e la cucina i bagni erano fuori vicino alla porcilaia.

Il pranzo della Domenica era l’unica volta che la famiglia si riuniva e tutti, o quasi potevano mangiare un po’ di carne. Ida preparava i pezzi di un coniglio e la bestiola doveva bastare a tutti.

C’erano delle priorità, prima dovevano alimentarsi gli uomini, poi le donne, infine i bambini.

Agli uomini spettava il lavoro più duro, quello di stare tutto il giorno nei campi, la famiglia doveva provvedere al proprio sostentamento con il lavoro nei campi per mantenere il rapporto di mezzadria con il padrone della terra.

La famiglia non si poteva permettere di perdere questo rapporto ; avrebbero perso la casa , il lavoro e quindi .. tutto !

Mi viene da pensare a Ida e le priorità di quel tempo molto lontano, le confronto con quelle di oggi, mi accorgo che è tutto così diverso.

Nelle classifiche primeggiano astrusi nomi di merendine, sconosciuti giochi dell’ultima playstation, un noto produttore di smartphone, un suv con una linea accattivante, pantaloni di un noto produttore, scarpe con tanto di griffe e a seguire…tanti altri “bisogni indotti”.

Non ultima la notizia che si vorrebbe predisporre uno spazio apposito nel comune per far giocare i cani in sicurezza.

Non ho niente contro i cani, anzi, a parte uno che tentò di mordermi quando avevo dieci anni, non ne posseggo, ma se ne avessi uno penso farei di tutto per averne cura, come merita una bestia, ma non vorrei eccedere troppo. Quando si cerca di migliorare l’ambiente che abbiamo intorno a noi, si può intervenire in tanti modi, a condizione di non perdere di vista le nostre priorità e quelle dell’ambiente intorno a noi.


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