Prisoners: prigionieri di Fede, Verità e Vendetta

Creato il 06 luglio 2014 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

“… come noi li rimettiamo ai nostri debitori…”. E quanto ne segue sul non indurci in tentazione e libera nos a malo. Prisoners di Denis Villeneuve ci pone di fronte a cosa accade in noi quando collidono ciò in cui crediamo (e speriamo) e uno dei fatti più tragici che possiamo subire: la scomparsa o la morte di un figlio. Perché questo evento ha il nero potere di tirare fuori il demone racchiuso in ogni uomo onesto e di buona volontà, credente, anche devoto.

Con alle spalle questo tema fortissimo, Prisoners è un thriller tesissimo, senza dubbio uno dei migliori degli ultimi anni. A dirigerlo Denis Villeneuve, che qualche anno fa con Incendies – La donna che canta fu la vera sorpresa del Festival di Venezia. In un angolo di mondo cupo, costellato di alberi che sembrano sempre nascondere qualcosa, zuppo di un diluvio pressoché incessante, si fronteggiano un manipolo di personaggi come mosche ingabbiate in un barattolo di vetro. Ciascuno è prigioniero di qualcosa, ciascuno è confinato a vivere nel proprio labirinto di paure, follia, riscatto, desiderio di serenità. La scomparsa della figlioletta trasforma Keller (Hugh Jackman) da comune e rispettato cittadino in uomo assetato di una verità estorcibile però solo con i mezzi della vendetta. Nel frattempo il detective Loki (Jake Gyllenhaal) porta avanti le indagini tra testimoni che non parlano, altri che si suicidano, altri apparentemente complici. Il labirinto s’infittisce e la via d’uscita sembra destinata a non trovarsi mai…

Denis Villeneuve, uno dei maggiori autori e registi del cinema canadese (i suoi Un 32 août sur terre e Maelstrom hanno rappresentato per due volte il Canada agli Oscar), dà nuovo smalto ai divi Jackman e Gyllenhaal. Il primo toglie la maschera di Wolverine e ci mostra tutta la sua bravura in un personaggio umano, istintivo, che ricorda l’ammattito borghese piccolo piccolo di Alberto Sordi. Il secondo confeziona un personaggio scosso, empatico, di una Legge che non si arrende mai.

Prisoners è quindi un film assolutamente riuscito. Anche perché, giunti ai titoli di coda, sembra chiederci: e tu come avresti reagito? E un film che pone domande, è un film da vedere.

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