Alcuni segnalanti hanno fatto presente che, a fronte di proteste e reclami per il mancato invio dei prodotti ordinati, la società avrebbe fornito via e-mail un codice di spedizione di un noto corriere che avrebbe disconosciuto il codice di spedizione come proprio. Nei casi di mancata consegna, la società non avrebbe restituito gli importi ricevuti a titolo di corrispettivo e avrebbe ostacolato l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori, omettendo di rispondere ai reclami inoltrati via e-mail, limitando anche l’operatività del numero telefonico dedicato al servizio clienti. Infine -conclude l’Antitrust- , la società avrebbe opposto ostacoli alla sostituzione di prodotti risultati difformi da quelli ordinati, in violazione degli obblighi di cui al regime di garanzia legale di conformità previsti a carico del venditore”.
A suo tempo, perché la cosa non è di questi giorni, il servizio clienti di Private Outlet aveva inviato una lettera al Corriere della Sera nella quale “giustificava” il suo operato.
Private Outlet però, secondo quanto risulta all’Antitrust, “non ha mai interloquito con gli uffici dell’Autorità”. Forse, signori di Private Outlet, mi sa chesarebbe stato meglio mandarla all’Antitrust quella lettera….
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