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Pro12: DTH non si nasconde, “il nostro obiettivo è vincere il trofeo, whatever it takes”

Creato il 25 maggio 2015 da Soloteo1980 @soloteo1980

Scotstoun Stadium (Glasgow) - " Questa squadra non finisce mai di stupirmi. Siamo scesi in campo con ragazzi giovani in ruoli-chiave, come Jonny Gray e Finn Russell, o con ragazzi che hanno fatto di tutto per giocare, come Stuart Hogg e Matawalu, che ha chiuso la gara su una gamba sola. Ho sempre fiducia nelle riserve, perché so che quando entrano in campo possono avere un grande impatto e voglio elogiare quanto fatto da DTH van der Merwe; quattro settimane fa aveva due ossa della mano rotte ma ha fatto letteralmente di tutto per tornare a disposizione. Solitamente, quando un giocatore sa già che lascerà il club a fine stagione e si trova a dover affrontare un simile infortunio, pensa a stare tranquillo e ad essere pronto per la World Cup e per l'anno successivo ma DTH ha fatto, ripeto, di tutto per tornare in campo il prima possibile e si merita il premio di aver marcato la meta decisiva, chiudendo la sua grande carriera allo Scotstoun".

Gregor Townsend, solitamente restio a complimenti 'personalizzati', non riesce stavolta a non fare delle dediche ad alcuni dei suoi giocatori che, venerdì sera e nel corso della stagione, si sono messi in mostra. Le parole riservate a DTH van der Merwe, ala canadese che da quasi due mesi ha trovato un accordo con gli Scarlets per la prossima stagione, riassumono i suoi sei anni ai Warriors e il giocatore, che si presenta in sala stampa con la mano destra ancora bendata, sa che ha la concreta possibilità di lasciare Glasgow - " la città dove è nata mia figlia e dove ho passato lo stesso numero di anni in cui ho vissuto in Canada " - con il primo trofeo della sua storia.

" Credo che le grandi squadre facciano così, che sia questo che fa di un team un grande team: il fatto di non mollare mai, anche nei momenti difficili. Stasera siamo sempre stati sotto nel punteggio ma non ci siamo mai demoralizzati, siamo stati capaci di stare sempre agganciati alla gara e alla fine abbiamo colto l'opportunità che ci si è presentata. Qualche tempo fa, dopo il mio infortunio, c'era il rischio che potessi non giocare più con questa maglia, ma questa stasera abbiamo vissuto emozioni uniche; chiudere in questo modo la mia carriera qui, in questa città che è stata la mia casa negli ultimi sei anni, la mia figlia più grande è nata qui e in generale ho trovato un gruppo fantastico formato dai compagni e dallo staff tecnico, un ambiente incredibile su cui, a parole, non saprei esprimermi meglio ".

" Il mio traguardo ad inizio stagione era raggiungere le cento gare con la maglia dei Warriors, poi purtroppo ho avuto qualche infortunio che mi ha impedito di centrare l'obiettivo; il focus si è quindi spostato sul cercare di giocare tutte le partite possibili e arrivare in finale. Adesso che abbiamo effettivamente raggiunto la finale sono contento e grato a tutti i miei compagni, abbiamo giocato bene e ci siamo meritati questo risultato ".

Un cronista gli chiede se, in occasione della meta, non abbia pensato di andare a schiacciare il più vicino possibile ai pali, visto che i Warriors erano sotto di cinque punti e avevano bisogno anche della trasformazione per portarsi in vantaggio. DTH, però, confessa candidamente di non aver avuto tempo per un simile pensiero: " Sinceramente, non so neanche dove ho fatto meta! Quando ho ricevuto la palla ho solo pensato a correre verso la linea, ho guardato per terra e quando ho finalmente schiacciato l'ovale ho alzato lo sguardo verso il pubblico sulle tribune. Devo ringraziare Finn Russell per aver trovato quel calcio, lui è un ragazzo giovane e aveva tutta la pressione sulle spalle ma ha saputo stare tranquillo e calciare tra i pali da posizione angolata e difficile, questo mostra davvero il carattere di tutto questo gruppo. Quando sono entrato in campo il messaggio dello staff era chiaro: continuare a giocare come i miei compagni avevano fatto fino a quel momento; c'erano tanti ragazzi che a fine stagione lasceranno questo club e che giocavano l'ultima gara qui, e negli ultimi cinque minuti anche il sostegno pubblico diventava sempre più forte, sempre più assordante e noi abbiamo cercato di tenere il possesso, giocare attraverso le fasi contro una difesa che sapevamo sarebbe stata ancora più dura da superare. Quando loro, nell'ultima azione della gara, hanno perso la palla in avanti, mi sono girato verso il Main Stand e non sapevo davvero cosa dire, tanto ero sopraffatto dalle emozioni; ricordo che l'ultima volta che ho provato una simile sensazione era in Nuova Zelanda, durante la Rugby World Cup del 2011, quando con il Canada abbiamo vinto la partita contro Tonga, la mia prima vittoria al mondiale. Ho fatto davvero di tutto per recuperare dall'infortunio, anche quando dopo l'operazione ho avuto qualche giorno di riposo mi sono sempre dedicato al cercare di guarire il prima possibile. Sono stato fortunato di poter andare sotto i ferri il mercoledì subito dopo l'infortunio, avvenuto il venerdì e sapevo di avere pochissimo tempo per recuperare. Appena mi sono sentito pronto ho subito chiesto al medico di darmi il via libera perché volevo fortissimamente giocare questa partita, di fronte a questo meraviglioso pubblico e coi miei compagni ".

" Abbiamo ancora una gara da giocare, adesso. Fin dall'inizio di questa stagione il nostro obiettivo era quello di diventare la prima squadra scozzese a vincere questo trofeo, non si può essere timidi o nascondersi, devi credere fermamente di poter centrare il traguardo. Come il nostro motto, 'Whatever it takes', vogliamo che questo accada settimana prossima ".

Gregor Townsend darà la formazione in settimana, come di consueto, molto probabilmente giovedì perché, nonostante la poca distanza che separa Glasgow da Belfast, il gruppo si trasferirà nella capitale dell'Irlanda del Nord venerdì, per avere la giornata per recuperare e prendere confidenza col terreno di gioco del Ravenhill. Sabato, poi, ci sarà soltanto Munster tra i Glaswegians e la storia.


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