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Problemi da terzomondisti

Creato il 23 agosto 2012 da Mcnab75

Problemi da terzomondisti

Oggi avrei dovuto pubblicare un articolo a tematica “misteriosa”, ma rimandiamo la riapertura di questa rubrica a settimana prossima.
Mi permetto invece di spendere due parole sulla feroce diatriba che -per l’ennesima volta- sta scuotendo la blogosfera in questi giorni. Siamo sempre dalle parti della surreale lotta pro-ebook contro-ebook. Lotta, si capisce, che interessa soltanto quella minima percentuale di italiani che ogni tanto si diletta a leggere. Per capire il problema vi consiglio di leggere questo articolo dell’amico Gianluca Santini, in cui troverete tutti i link per risalire ad altri post dedicati alla spinosa faccenda. C’è molta carne al fuoco, molte osservazioni interessanti, a cui spesso fanno seguito commenti sciocchi, di chi non si è nemmeno premurato di immedesimarsi per un secondo con l’autore dei rispettivi pezzi.
“Quindi ora rincarerai la dose”, direte voi. E invece no. Perché sostanzialmente mi sono rotto le palle.

Viaggiare aiuta molto ad allargare le prospettive. Moltissimo.
Secondo anno negli States per me, questa volta con ampio sconfinamento in Canada. Esattamente come nel 2011 ho visto eReader OVUNQUE. Sulla metropolitana, nei parchi pubblici, nei locali, in aeroporto. Ancora una volta mi sono stupito a osservare quanto da quelle parti gli eReader (e quindi gli eBook) siano diffusi nella fascia non giovanissima della popolazione. Per inciso ho visto più persone over 50 farne uso che non ragazzini.
Alla faccia della leggenda urbana secondo cui gli eBook costituirebbero un handicap per i nostri anziani. Anziani che, come dice un amico, sono forse vecchi, ma non necessariamente rincoglioniti.
Inutile aggiungere che ho visto anche moltissimi tablet. Come accessorio sono oramai secondi solo ai cellulari. Anzi, vi dirò: tranne a NY ho visto meno fisse per i cellulari che non qui in Italia.
E poi, ovviamente, molti libri di carta. Paperback soprattutto, venduti a pochissimi dollari, nuovi o usati. Comodi da infilare in tasca, da spiegazzare, da leggere in acrobazia sulle affollate metropolitane etc etc. Io stesso ho fatto acquisti cartacei: fumetti. Belli, ben rilegati, graziosi anche da accarezzare e da esporre sugli scaffali di casa, oltre che da leggere.

E la guerra carta vs digitale? Ma de che? Ma dove? Quello è un prodotto autoctono, made in Italy. Magari ci sarà pure qualcuno che, pure oltreoceano, perde tempo in queste crociate, ma l’idea che ho avuto girando per strade, parchi e locali è che là interessa soprattutto leggere. Il come e il quanto è discrezionale e nessuno rompe le balle con la storia del profumo della carta. O tantomento con l’ultima idiozia letta ieri su Facebook, vale a dire “l’annientamento tecnologico perpetrato ai danni di nostri figli“. Ma vaffanculo, va. Perché non ti preoccupi dell’annientamento tecnologico quando usi il SUV per accompagnare il figlio a scuola, magari a mezzo chilometro da dove abiti? Perché non te ne preoccupi quando guardi la partita su un 64 pollici al plasma che ti è costato tre stipendi? Lo ripeto: ma vaffanculo, va.

Problemi da terzomondisti

L’italiano medio è un po’ indietro sui tempi del mondo moderno.

Da tutto ciò ne deduco che continuare a parlare di queste cose vuol dire, per l’ennesima volta, dare visibilità agli ignoranti (che ignorano consapevolmente), ai furbetti che difendono il loro piccolo mondo antico (giornalisti, editori, librai) e ai polemisti di professione.
Non c’è nessuna guerra tra carta ed ebook. E’ solo nella vostra fantasia, cari miei rompicoglioni. Siamo un paese ai margini dell’Europa, con mentalità vecchia, refrattari al futuro e alle idee nuove. L’italiano tipico gira mezza New York per mangiare un piatto di pasta a 30 dollari perché “vuoi mettere il profumo del sugo“?

Mentalità che si adatta a più contesti. Aggrappiamoci alle piccole certezze d’accatto, poniamoci su un piedistallo, rifiutando sani sentimenti quali la curiosità, la voglia di scoprire e di migliorarsi. Difendiamo il nostro orticello da poveracci. Limitiamo la libertà di ciascuno di leggere come preferisce. Perché qui tutto è tifo e polemica. Impossibile fare un semplice discorso di logica: “Continua pure a leggere libri cartacei, ma eventualmente prova anche un eReader, così, solo per vedere come ti trovi”. No, meglio andare avanti per luoghi comuni e per trincee.
Io me ne tiro fuori e continuo dritto per la mia strada. Vuol dire che quando il futuro arriverà, come una bomba dirompente nei vostri vecchi culi flaccidi, io sarò un po’ più avanti, lontano dal raggio dell’esplosione.
Come direbbe Cristiano Gardini: “A’ bambolì, ma vattela a pijà ‘nder culo!“.
E così, pacatamente, chiudo la questione. Per sempre.

Problemi da terzomondisti

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