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Problemi logistici delle grandi città

Creato il 20 dicembre 2011 da Lacocchi @laCocchi
Parliamoci chiaro, vivere in una grande città è molto bello. Ci sono cose che in una grande città sono semplicissime da fare. Come andare fuori a cena, o muoverti in giro. Come andare fuori a bere una birra o andare a ballare da qualche parte. Come spendere moltissimi soldi senza rendertene conto.

E poi ci sono le altre cose. Quelle che per farle, ci sono dei problemi logistici non indifferenti, che bisogna aspettare l’allineamento dei pianeti nell’asse X ed Y, che devi prendere un giorno di ferie, che devi pianificarle anni prima per essere sicura di riuscire a farle. Una cosa tipo: “Il 23 dicembre devo depilarmi, quindi non esco.” Perchè voi ridete, ma depilarsi a Londra è uno dei problemi logistici più sentiti da tutte le donne. Se una vuole depilarsi, le cose da fare sono 2: o farlo all’alba, prima di andare al lavoro, o farlo la notte.  Perchè poi dopo il lavoro esci, e vai in palestra, e vai a cena, e vai a che ne so, depilarsi capite che mi diventa difficile. 

Il pelo cresce a dismisura e noi non sappiamo come affrontare il problema.

L’estetista scordatevela. 

Oltre al fatto che una depilazione mi costa metà stipendio o un rene a seconda del tipo della cera, della sgambatura brasiliana-g-string-nonsocomesichiami-depilamiebasta, le estetiste chiudono tutte alle 18.30. Quindi tutte a depilarsi negli stessi giorni. Nel weekend. 
Seguono telefonate come questa:“Salve, posso prenotare una depilazione per domani alle 18.30?” “Chiudiamo alle 18.30.” “Sabato?” “Mi spiace, tutto occupato fino alla prossima settimana.” E allora voi che fate?  Io l’altra sera ho azionato il silk epil alle ore 1.15 di notte. Con somma gioia del mio coinquilino. A cui, dei miei peli, non gliene potrebbe fregare di meno. 

E un po’ come per depilarsi, il fare l’amore è assai complicato in una grande città. Avere una relazione a Londra è una questione di logistica prima di tutto: prima ancora di baciare qualcuno, assicuratevi che non abiti a 214.234 fermate della metro di lontananza da voi, altrimenti sono problemi. Per fare l’amore in questa città bisogna prendersi mesi di anticipo: chi condivide la stanza deve cacciare i coinquilini, o spedirli sul divano per una notte.  Chi lavora fino a tardi deve fingere attacchi di caccarella improvvisi per poter stare a casa con l'amata/o.  Chi abita a nord ed esce con una che sta a sud o viceversa, si ricordi di portarsi il bagaglio a mano per la trasferta.  Chi lavora in un pub uscirá con chi lavora nel pub. Altrimenti uno finisce di lavorare alle 18, e l’altro inizia, e l’amore forse lo faranno a Capodanno. Sempre se chi dei due lavora al pub, non lavori pure a Capodanno. Chi é interessato a serate di sesso e via, si preoccupi di ricordarsi almeno in che parte della città si trova. Giusto per non svegliarsi la mattina e ritrovarsi, che so, a Brighton.


Ma l’altro giorno sono stata vittima di un nuovo problema logistico.
Ora, io so che tutti quando vanno all’estero vanno da Starbucks Il fascino di Starbucks. Andiamo a scrivere con il pc da Starbucks. Beviamoci il caffè più merdoso del creato ma che fa fico, da Starbucks.

Bene. Io da Starbucks ci sarò andata una volta. Volevo un caffè doppio e sono uscita con un Frappuccino al mokalatte, una cosa del genere. Enorme. Con panna sopra.  Non ho nemmeno capito come ho fatto ad ordinarlo. L’ho mangiato, l’ho bevuto.  Un frappuccino si mangia o si beve? Non so.  Fatto sta che l’ho finito. E poi mezz’ora dopo m’è venuto un attacco di caccarella fulminante che, ah, sono finita in un altro Starbucks. Ovviamente non per un Frappuccino. La fortuna ha voluto che io abbia vinto un buono da Starbucks. Io sono così fortunata che non vinco soldi, buoni in ristoranti quattro stelle Michelin, weekend in luoghi romantici. No.  Io vinco un buono di cinque misere sterline da Starbucks.Che ho deciso, ovviamente, di sfruttare.  Ho preso coraggio, sono entrata in quel negozio, e mi sono messa in coda. Il problema che ho riscontrato è stata l’incomunicabiltà. Perchè esistono i caffè tall, grandi e venti in quel posto lì? Venti cosa poi? Pollici? Centimetri? Venti litri di latte? Potrebbe essere, dato che un cappuccino VENTI sono tipo 23 litri di latte e un mini shot di caffè.

Che cosa minchia è un Chai latte? Che cosa porcogiuda è un Gingerbread cappuccino doppio shot con caramello? Che cosa c’è dentro ad uno Skinny Peppermint Latte? Perchè dovrei voler bere un Pumpkin spice latte? Dentro ci trovo anche dei pezzi di zucca?

Come stracazzarola si ordina un caffè normale in questo posto?

Attendo il mio turno in coda. Passa una signora: “Soya Gingerbread cappuccino, due shot di caffè, cioccolato on top, caramel sauce, venti.” Poi arriva l’altro tipo che chiede un white chocolate mocha. Ma lo vuole con latte magro, solo “mezzo shot di caffè”, e doppio cucchiaio di cioccolata.

Arriva il mio turno: “Posso avere un cappuccino, small?” Cretina! Si dice tall.
Dopo una lunga serie di no (“Vuoi cioccolato?” “No”, “Vuoi caramello?” “No”, “Vuoi panna?” “No”,  “Vuoi vaniglia?” “Ho detto NO”), il tipo mi dice: "Allora vuoi un cappuccino normale? Tall?" Dico sì, è quello che voglio. Accendiamola. Gli do la mia tesserina tutta contenta. Almeno un caffè offerto. Lui la passa non so dove e poi dice: “OH! Ma la tua tessera non è stata attivata! Devi attivarla online e poi puoi usarla! Sono due sterline e venti!” Quindi mi sono pure pagata il caffè. E bevendolo ho realizzato che quando si tratta di soldi, nelle grandi città, i problemi logistici non esistono.

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