Cleo medita.
La filosofia del procedimento dimostrativo tende a condurre i semplici a una concezione superiore della vita. L’esigenza di contatto tra intellettuali e semplici non è per limitare l’attività scientifica e per mantenere una unità al basso livello delle masse, ma appunto per costruire un blocco intellettuale-morale che renda politicamente possibile un progresso intellettuale di massa e non solo di scarsi gruppi intellettuali. L’uomo attivo di massa opera praticamente, ma non ha una chiara coscienza teorica di questo suo operare che pure è un conoscere il mondo in quanto lo trasforma. La sua coscienza teorica anzi può essere storicamente in contrasto col suo operare. Si può quasi dire che egli ha una coscienza contraddittoria, [dalle contraddizioni il frutto di nuove verità] una implicita nel suo operare e che realmente lo unisce a tutti i suoi collaboratori nella trasformazione pratica della realtà e una superficialmente esplicita o verbale che ha ereditato dal passato e ha accolto senza critica. Tuttavia questa concezione verbale non è senza conseguenze: essa riannoda a un gruppo sociale determinato, influisce nella condotta morale, nell’indirizzo della volontà, in un modo più o meno energico, che può giungere fino a un punto in cui la contraddittorietà della coscienza non permette nessuna azione, nessuna decisione, nessuna scelta e produce uno stato di passività morale e politica. La comprensione critica di se stessi avviene quindi attraverso una lotta di egemonie politiche, di direzioni contrastanti, prima nel campo dell’etica, poi della politica, per giungere a una elaborazione superiore della propria concezione del reale. (meditazione su di un pezzettino della filosofia della praxis di Antonio Gramsci).
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IL COMUNISMO
IL COMUNISMO PER NOI NON E’
UNO STATO DI COSE
CHE DEBBA ESSERE INSTAURATO,
UN IDEALE AL QUALE LA REALTA’
DOVRA’ CONFORMARSI.
CHIAMIAMO COMUNISMO
IL MOVIMENTO REALE CHE ABOLISCE
LO STATO DI COSE PRESENTE
-Karl Marx-
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Zoe.
Therios.
CHI E’ STATO?