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Processo a Diego Cugia

Creato il 27 giugno 2011 da Olineg

Processo a Diego CugiaScrivere diventa un reato e gli scrittori finiscono alla sbarra per il solo fatto di scrivere. Risponde Diego Cugia, scrittore naturalmente, ma anche giornalista e autore televisivo e radiofonico. Il suo ultimo romanzo è “24 nero” edito da Mondadori.

1. Luca Svevi, il protagonista del suo romanzo “l’incosciente”, subisce un processo “esistenziale”. Lei da quale tribunale non vorrebbe mai essere giudicato: i parenti, gli amici, le amanti, i lettori, i critici o i colleghi? – Mi hanno già giudicato tutti i tribunali da lei citati. In genere mi trovano colpevole. Hanno ragione.

2. Scelga tra gli scrittori e le scrittrici, anche del passato, il suo avvocato. - Albert Camus

3. Al pubblico pudore, alla patria, alla religione. Quale oltraggio ritiene meno grave? - alla religione. ma non sono credente. E già questa discriminazione mi disturba. E chi è “credente” che dovrebbe “confessare” la sua anomalia. Sei tu che credi, mica io! Una situazione assurda, paradossale.

4. Cos’è il senso di colpa? Lei ne ha? – Ci mancherebbe altro. Molti e per fortuna. Sennò chi mi tiene?

5.  Di quale vizio non potrebbe fare a meno? E quale non sopporta? - Non sopporto avere “un” vizio. I vizi bisogna averli un po’ tutti. Se hai solo un vizio sei un vizioso.

6. Si pente di qualcosa che ha scritto? Tenga presente che una confessione le garantirebbe una condanna più lieve e la possibilità di scrivere ancora. -  Di qualcosa che ho scritto posso vergognarmi mai pentirmi. Perché quando l’ho scritta ci credevo. Non ho mai scritto nulla in cui non credessi almeno un po’. Non ho mai scritto per far piacere a qualcuno. Ho scritto per campare, questo sì. Nel senso che se non fossi stato pagato non avrei avuto l’urgenza di scrivere certe cose. Ma scrivendole non ho tradito me stesso, magari mi sono un po’ annoiato perché erano già parte di me e non una scoperta. Come la scrittura vera è. Però ci credevo.

7. Il carcere è stato uno dei suoi luoghi letterari, ora ci finisce per davvero, e con lei tutti gli scrittori italiani. Chi vorrebbe come compagno di cella? - Possibilmente nessuno. Se proprio dobbiamo stare in cella in due, un vecchio o un bambino.

8. Una notte d’amore di quando aveva vent’anni, un viaggio che l’ha cambiata, il profumo del suo libro fresco di stampa. Quale di questi ricordi la struggerebbe di più durante la detenzione? – Guardi che io sono già detenuto, da anni.

9. Un classico: è davanti al plotone d’esecuzione, qual’è il suo ultimo desiderio? Una sigaretta come nei film, una telefonata come in un vecchio spot, o cos’altro? - Non dover leggere mai più qual è con l’apostrofo come lo scrive lei.

10. Quali sono le sue ultime parole da uomo libero? - Nessuno è davvero libero. Piantatelas con queste minchiate. Buonanotte.



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