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Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno (14)

Creato il 30 giugno 2011 da Diarioelettorale

Udienza del 29 giugno 2011 del processo per l’uccisione del sociologo e giornalista Mauro Rostagno avvenuta nel piccolo borgo di Lenzi, in territorio di Valderice la sera del 26 settembre 1988 ed in corso di svolgimento davanti alla Corte d’Assise di Trapani.

Alla sbarra il boss mafioso Vincenzo Virga e Vito Mazzara, per l’accusa, rispettivamente, mandante e killer dell’omicidio che sarebbe stato deciso per punire Rostagno per la sua attività giornalistica condotta attraverso l’emittente Rtc ‘Radio Tele Cine’.

Durante l’udienza vengono esaminati i testi: Umberto Santino, Simona Pettorini e Angelo Palumbo.

In apertura di udienza il pm Del Bene ha prodotto un certificato di morte della teste Faconti Alessandra, che risulta deceduta il 4 ottobre del 2007.
Alessandra Faconti era un ex ospite di Saman. Palermitana, in alcune occasioni Mauro Rostagno le chiese collaborazione per ricerche sul territorio. Per cui transitano nel processo i verbali di dichiarazioni rese dalla Faconti all’autorità giudiziaria nel corso delle indagini.

Transitano anche i verbali sulla testimonianza di Antonello Marini che fu agente di scorta del giudice Falcone, a proposito di un incontro che Rostagno avrebbe avuto col magistrato a Palermo e che confermano la visita di Rostagno, accompagnato dalla Faconti, al giudice Giovanni Falcone.
Le parti concordano anche di acquisire i verbali delle testimonianze di Umberto Santino, presidente del centro di documentazione Peppino Impastato.

Poichè Umberto Santino è presente in aula le parti decidono di sentirlo ad integrazione delle testimonianze rese.

Umberto Santino riferisce dei contatti avuti con la Faconti incaricata da Mauro Rostagno,  al centro di documentazione Giuseppe Impastato. Mauro Rostagno era da lui conosciuto già dagli anni 70′ quando Rostagno dirigeva Lotta Continua a Palermo, e con lui era tornato a incontrarsi il 3 maggio dell’88′.
In quella occasione Rostagno gli fece una lunga intervista (circa cento domande) per uno speciale televisivo per RTC sul traffico internazionale di droga, ma che non sa se fu mai trasmessa.

Quando morì Rostagno si recò alla Saman e chiese se quella intervista fosse mai andata in onda, ma non seppe nulla, lo colpì la circostanza che in comunità nessuno sapeva della attività giornalistica di Rostagno e ne dedusse che lo stesso, in quel contesto, dovesse essere molto isolato.

In quell’incontro parlarono anche dell’editore di RTC di cui sapeva la famiglia essere coinvolta, per notizie di stampa, in fatti giudiziari, ma Rostagno gli rispose che era molto libero e non subiva pressioni.

Dell’attività giornalistica, svolta in una città dormiente ed assopita, lo colpì la volontà di Rostagno di fare controinfomazione, nel senso che egli non cercava le consuete fonti, ma come Impastato andava a cercare notizie tra gli stessi soggetti che potevano avere interessi rispetto alle cose delle quali si interessava. In proposito gli disse che tale approccio si poteva prestare a strumentalizzazioni, nel senso che a lui potevano riferire solo una parte delle cose o solo le cose che faceva comodo fare sapere.

Certamente il suo interesse era riservato alla folta presenza di sportelli bancari a Trapani, così come ai traffici di droga e di armi, a mafia e massoneria.

Nel corso della testimonianza Santino ha riferito dell’eccezionalità del personaggio Rostagno, grande uomo di cultura, capace di parlare con la gente e che in quel periodo non esisteva un giornalismo analogo a quello da lui condotto.

Nella comunità Saman non si sapeva nulla di Peppino Impastato. Il giorno dei funerali a cui intervennero tra gli altri Marco Boato e Claudio Martelli il Santino, avevo chiesto di potere parlare avendo conosciuto Rostagno ma non gli consentito.

Tempo dopo scrisse su un mensile dal titolo “Grande W”, a proposito della presenza di Claudio Martelli, che in quel funerale era stato compiuto un tentativo di “appropriazione indebita di cadavere”.

Santino produce quindi due comunicati stampa del centro Impastato risalenti al 1995 relativi ai rapporti tra mafia e massoneria a Trapani, prodotti a seguito della nomina ad assessore regionale dell’onorevole Francesco Canino e nei quali si richiama un articolo del Giornale di Sicilia del 1993 nel quale Canino diceva che non sapeva della presenze delle logge massoniche segrete a Trapani dietro le quinte del Centro Scontrino, di esserci andato una volta e in quella occasione di avere appreso della massoneria.

In quell’articolo, racconta Santino alla corte, Canino riferì della sua iniziazione, fatta con il rito del dito punto, questa dice Santino alla corte mi sembrò più una affiliazione mafiosa che massonica.

Tempo dopo l’omicidio, a seguito di una richiesta di Francesco Cardella se volessimo fare come Centro Impastato, qualcosa di simile a quello che avevamo fatto per Peppino Impastato risposi a Francesco Cardella che non ero un investigatore. La matrice mafiosa dell’omicidio di Mauro Rostagno, inoltre, era chiara sin dall’inizio e a quella data non mi sembrò evidente che si fosse messa in moto una macchina del depistaggio.

Santino ricorda che lui da Rostagno doveva essere intervistato altre due volte, dopo quella sul traffico internazionale di droga, doveva essere fatta una intervista sulla mafia omicida e un’altra sulla mafia finanziaria.

E’ il turno dell’ispettrice della Squadra Mobile Simona Pettorini che su delega del suo dirigente dottor Linares, su richiesta della procura, ha effettuato indagini, nel 2008, relative all’omicidio Rostagno, in particolare su: deposito di reperti, attività di intercettazione, escussione di testi e relativamente alle sorelle Fonte per sapere se avessero ricordo delle persone viste quel 26 settembre 1988.

Le sorelle Fonte in aula in precedenza avevano detto che interrogate alla Squadra Mobile nel 2008 o 2007 qualcuno fece loro vedere una foto.
La circostanza della esibizione della foto è negata dall’ispettore Pettorini che riferisce invece che le testi negarono di avere ricordo e quindi non fu aperto alcun verbale nè furono mostrate foto.

L’udienza si sospende alcuni minuti dopo un intervento dell’avv. Galluffo che contesta la presenza appena fuori della porta dell’aula dell’altro teste che deve essere sentito e che quindi avrebbe avuto maniera di ascoltare il contenuto della testimonianza in corso.

Il presidente Pellino chiama l’ufficiale giudiziario che riferisce di essere stato fuori dall’aula proprio per accertare che l’altro teste stesse a distanza dall’aula, assicura la corte che il teste non ha avuto modo di ascoltare la testimonianza, da fuori è impossibile ascoltare anche per il vociare che c’è nell’atrio.

La testimonianza dell’ispettrice Simona Pettorini resta concentrata su sollecitazione delle domande delle difese Galluffo e Ingrassia sulle modalità di riconoscimento fotografico. L’ispettrice continua a sostenere che avendo negato di essere in grado di riconoscere e di fornire una descrizione fisica le sorelle Fonte, risultava impossibile sottoporre alle testi degli album e che quindi non furono mostrati album ne foto singole.

E’ il turno della testimonianza dell’ispettore capo della Squadra Mobile Angelo Palumbo che nel 2008 con l’ispettrice Pettorini interrogò informalmente le sorelle Fonte allo scopo di capire se era possibile approfondire le loro pregresse testimonianze.
La delega della procura era di verificare se in relazione alle loro precedenti dichiarazioni erano in grado di dare ulteriori particolari interessanti per l’individuazione dei soggetti da loro visti nel settembre del 1988.

Le sorelle Fonte però non furono in grado di dare ulteriori elementi utili ma si limitarono a confermare i loro precedenti verbali.
Siccome l’incontro sotto l’aspetto investigativo fu inutile non fu scritto alcun verbale.
Anche l’ispettore Palumbo ha confermato che non furono mostrati album di fotografie.

Quando l’udienza sta per finire, l’avv. Carmelo Miceli (parti civili Elisabetta Roveri e Maddalena Rostagno) riferisce che in mattinata ha ricevuto dall’avv Nino Marino (già segretario della federazione del PCI di Trapani all’epoca dell’omicidio Rostagno) un voluminoso plico di atti relativi all’attività di Mauro Rostagno, l’avv.to Marino ha pregato l’avv. Miceli di consegnare quei documenti a Chicca Roveri che a suo tempo glieli aveva forniti, trattandosi di documenti personalmente redatti da Rostagno e considerata la possibile rilevanza dei documenti ne chiede l’acquisizione.

La prossima udienza è fissata al 13 luglio, ultima udienza prima della sospensione estiva, in programma l’audizione dei testi: Aldo Ricci, Rocco Messina, l’avv. Nino Marino e Piacenza Ignazio.

La precedente udienza del 15/06/2011 la trovate qui

grazie a Radio Radicale

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Filed under: Cronaca, Documenti Tagged: 29 giugno 2011, Angelo Palumbo, assise, audio, Carmelo Miceli, corte, Fonte, Francesco Canino, Lenzi, massoneria, Nino Marino, processo, Rostagno, Rtc, Scontrino, Simona Pettorini, sorelle, Trapani, udienza, Umberto Santini, Valderice, Vincenzo Virga, Vito Mazzara

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