"La decisione del 2011, le cui conseguenze sono inevitabilmente ricadute sui pazienti - continua Prodani - ha creato delle differenze interpretative tra le varie regioni in quanto alcune di esse hanno interpretato le disposizioni della circolare in senso restrittivo, mentre altre ne hanno dato una lettura estensiva oppure hanno evitato di prendere una posizione ufficiale".
"Con l'interrogazione depositata oggi, ho chiesto al Ministro della Salute di valutare la formazione di un tavolo tecnico composto dalle sole associazioni scientifiche in modo da permettere l'apertura di un "doppio binario" che consentirebbe ai malati di SM di usufruire delle cure per la CCSVI, in attesa di un parere aggiornato che stabilisca la correlazione tra le due patologie", conclude Aris Prodani.
Segue il testo dell'interrogazione
Interrogazione a risposta scritta
Presentato da
PRODANI Aris
PRODANI.
- Al Ministro della salute.
- Per sapere
- premesso che:
nel 2008 è stata annunciata dal professor Paolo Zamboni, direttore del centro malattie vascolari dell'Università di Ferrara, la scoperta di una patologia venosa che è stata denominata "Insufficienza venosa cronica celebro spinale" (CCSVI);
si tratta di malformazioni delle vene giugulari e della vena dorsale azygos, che impediscono al sangue di defluire normalmente dal cervello verso il cuore;
contro queste malformazioni, lo stesso Zamboni ha individuato un intervento chirurgico mini invasivo -angioplastica dilatativa venosa (PTA) - che viene considerato a basso rischio;
la patologia CCSVI è stata riconosciuta nel settembre 2009 dall'Unione internazionale di flebologia (UIP) che l'ha inserita nel novero delle malformazioni venose congenite, confermando l'indicazione terapeutica mediante PTA;
è opinione diffusa nel mondo scientifico che la patologia di natura venosa abbia diretta incidenza sulla Sclerosi multipla (SM) e su altre malattie neurodegenerative (ad esempio Parkinson o Alzheimer). Di conseguenza, la PTA potrebbe avere efficacia anche nei pazienti affetti da SM;
una nota ministeriale del 27 ottobre 2010 aveva riconosciuto il trattamento correttivo endovascolare della CCSVI in pazienti con SM presso le strutture pubbliche
tale riconoscimento è successivamente stato limitato da una circolare ministeriale del 4 marzo 2011, che - recependo un parere del Consiglio Superiore di Sanità (CSS) espresso il 25 febbraio dello stesso anno - ha raccomandato il trattamento solo ed esclusivamente nell'ambito di studi clinici controllati e randomizzati, approvati da comitati etici seguendo un determinato protocollo;
la scarsa chiarezza della sopracitata circolare ministeriale ha contribuito a creare una differenziazione in quanto le autorità sanitarie di alcune regioni hanno interpretato le disposizioni della circolare in senso restrittivo, mentre altre ne hanno dato una lettura estensiva oppure hanno evitato di prendere una posizione ufficiale;
tale differenza di interpretazione ha provocato delle discriminazioni, e di conseguenza i fenomeni di trasferimento forzato dei pazienti da regione a regione oltre che da strutture pubbliche a quelle private;
in tempi recenti sono emerse delle nuove ricerche internazionali - oltre a quelle del professor Zamboni all'interno dello studio "Brain venous drainage exploited against multiple sclerosis" (Brave Dreams) - le quali riconoscono la diretta incidenza della CCSVI sulla SM e su altre malattie neurodegenerative;
non è più rinviabile una rinnovata strategia di coordinamento al fine di dare risposta alle aspettative dei malati, né appare etico porre dei limiti alle possibilità per i malati di SM di usufruire dalla PTA;
alla luce di quanto avvenne negli anni novanta del secolo scorso - quando la disostruzione della carotide per prevenire l'ictus è stata liberamente eseguita mentre contemporaneamente si eseguivano gli studi randomizzati per stabilirne la prova certa di efficacia - potrebbe essere il caso di aprire anche nel caso riportato sopra un "doppio binario". Offrendo in questo modo delle possibilità di cura ai malati, in attesa di una risposta certa della scienza -:
Se il Ministro interrogato - alla luce delle nuove ricerche scientifiche in materia, emerse successivamente al parere espresso dal CSS - non ritenga sia giunto il momento di rivedere quanto stabilito nella circolare ministeriale del 4 marzo 2011 relativo alla CCSVI come patologia ed entità nosologica autonoma, chiarendo il dovere di curare le malformazioni venose anche nei pazienti soggetti alla patologia della SM;
se non si ritenga opportuno autorizzare la formazione di un tavolo tecnico di lavoro composto dalle sole associazioni scientifiche facenti riferimento a medici esperti di patologie vascolari, in modo di aprire un "doppio binario" per poter verificare ed affrontare le problematiche connesse con la diagnosi, cura e terapia della patologia CCSVI, in attesa di un parere aggiornato della scienza.
se il Ministro interrogato non reputi opportuno, anche alla luce di quanto esposto in premessa, verificare la possibile partecipazione delle principali associazioni di persone affette dalla CCSVI e dalla SM - quali auditori - alle riunioni tecniche sul tema presso il ministero, il CSS o altri organi pubblici interessati.