Produttivita’ vs valore: gulp!

Creato il 10 novembre 2014 da Prosumer

Cosa debbono fare le Imprese per tenere il mercato in equilibrio dinamico?

Tenere elevato il livello di produttività nella gestione dei fattori. Quando questo si compie si produce di più e meglio. Quando poi viene dato a Cesare quel ch’è di Cesare, attraverso una adeguata allocazione delle risorse di ricchezza  generate tra tutti gli agenti economici, si porta al mercato il prodotto; percepito come valore e acquistato, remunera i fattori. Tutto bene.

Quando invece si chiude il cerchio del sistema produttivo, che da lineare aperto si fa circolare e continuo ma non adeguatamente lubrificato, quando insomma le risorse economiche, generate dall’aumento della produttività, vengono allocate in maniera sghemba e il moto s’inceppa, gli equilibri saltano.

Di male in peggio se le Imprese, nel bel mezzo della crisi, tra opzioni di buy back, chiudere la cassa e  non abbeverarsi di credito, mostrano di aver sposato la renitenza ad investire, altro che migliorare la produttività.

Già proprio quella produttività che, passata al vaglio di chi fa la spesa, viene rispedita al mittente. Essipperchè  seppur forgiata nei processi e trasferita nei prodotti, alla verifica del valore: sdong, s’affloscia!

Già quando più di 120 milioni di persone nell’Unione Europea sono a rischio povertà o esclusione sociale*, ovvero 1 persona su 4, non si spende:  macchè valore d’eggitto! Quando poi, per  i restanti ¾, quelli satolli – magari pure in sovrappeso – vestiti alla moda  che passa di moda – a bordo di un Suv per andare di qua e di là,  quel valore vale meno: s’affloscia appunto. Se viene poi incastrato tra troppe merci  troppo care, addirittura collassa.

Se, tra gli illuminati, c’è  chi pensa di poter sostenere la produttività delle merci ed estrarne valore, utilizzando fino allo stress Marketing e  Pubblicità, con la crisi dovrà rifare i conti e a conti fatti scorgere che…

Si, che il valore non sta nella merce, sta invece negli occhi di chi la guarda, nel tatto di chi la tocca, di chi l’ascolta e l’annusa. Di chi  la valuta insomma, poi magari la vuole, sempre che possa acquistarla.

Già, possa. Altrimenti, negato quel valore, tutta quella produttività  messa addosso alla merce te la sbatti!

Ci siamo. Zitti zitti, quatti quatti, magari per non svalutare le risorse impiegate, credo tocchi achittare una produttività che non si faccia scuotere dall’oscillazione di quei sensi, magari capitalizzando adeguatamente il potere d’acquisto di quei valutatori del valore, affinchè ben valutino.

O no?

*Lo fa sapere l’Eurostat: La percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale nel 2013 risulta pari al 24,5%. (Finanza. Com)

Mauro Artibani

http://www.alibertieditore.it/?pubblicazione=la-domanda-comanda-verso-il-capitalismo-dei-consumatori-ben-oltre-la-crisi



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