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Prof con la valigia, in Abruzzo la partita è per 1.925 docenti in Gae

Creato il 02 settembre 2015 da Motasemper

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Una vera notte bianca, quella tra il 1° e il 2 settembre per 1.925 docenti abruzzesi che fanno parte delle Graduatorie ad esaurimento. Tanti sono quelli che hanno presentato domanda di partecipazione alle fasi nazionali del piano di assunzione straordinario, colonna portante della Buona scuola. Una buona fetta degli oltre 5mila precari abruzzesi in lizza per la stabilizzazione. Stando a quanto annunciato dal ministero attraverso gli Uffici scolastici regionali e provinciali, nella notte tra martedì e mercoledì potrebbe arrivare per molti di loro la fatidica proposta di assunzione nella loro classe di concorso. Dove? E’ veramente difficile dirlo. Inoltrando la domanda attraverso la piattaforma di Istanze Online, ciascuno dei 1.925 insegnanti ha implicitamente accettato di venire trasferito in una qualsiasi delle province d’Italia. La parte centrale della domanda prevede solo la possibilità di indicare una preferenza (da 1 a 100). In altre parole, si può indicare la propria provincia e anche tutte quelle più vicine o comode, ma nulla impedisce al meccanismo di assegnazione di assegnare il docente anche a centinaia di chilometri di distanza.

LE FASI. Andando con ordine, i più fortunati sono i docenti che sono entrati in ruolo con le fasi “zero” e “A”. Per dirla con parole semplici, i docenti che come ogni anno sarebbero stati assunti a tempo indeterminato in virtù di un semplice turn-over. La fase di assegnazione attuale è la “B” ed è quella più delicata. Pur riguardando insegnanti che sono posizionati piuttosto bene in graduatoria, li espone maggiormente al trasferimento su base nazionale. «Il problema», spiega Carlo Frascari, segretario regionale Snals, «è dovuto al fatto che i posti disponibili in Abruzzo al netto delle fasi “zero” e “A” sono proprio pochi, oltretutto queste fasi precedenti potevano essere accorpate, così la loro gestione sarebbe stata migliore». Ora, nelle province della nostra regione i posti disponibili sono solo 130: 47 nella Provincia di Chieti (1 alla scuola media, 28 alle scuole superiori e 18 al sostegno); 15 nella Provincia dell’Aquila (3 alla scuola media e 12 alle scuole superiori); 17 nel Pescarese (9 nella scuola media e 8 alle scuole superiori); 51 nel Teramano (16 nella scuola media, 32 nelle scuole superiori, più 3 al sosegno). «La fase B», valutaClaudio Di Cesare segretario della Gilda L’Aquila, «prevede una grande disponibilità di posti nel sostegno, ma su base nazionale. Sappiamo che in Abruzzo 112 insegnanti di sostegno iscritti nelle classi di concorso per le scuole primaria hanno presentato domanda e altri 34 l’hanno fatto per le scuole medie. I posti in regione non ci sono e queste persone sono le prime candidate a fare le valigie». Paradossalmente, i docenti che non rientreranno in questa fase perché hanno un punteggio inferiore e accederanno alla fase C relativa all’organico potenziato, rischieranno di meno il trasferimento.

DOCENTI IN MOVIMENTO. In ogni caso, se le cose rimangono così, «anche l’80% degli insegnanti che partecipa alla fase B può andare a finire fuori regione». I docenti ne sono consapevoli, anche se in Abruzzo non di più di 200-250 persone hanno rinunciato a presentare domanda. Un dato piuttosto esiguo se messo a confronto con le 1.747 domande presentate in Sardegna a fronte dei 4.000 aventi diritto. In questo, c’è da dire che spostarsi a nord o a sud dall’Abruzzo, regione centrale è decisamente più agevole ed economico che lasciare un’isola. «Accade così, ad esempio, che una docente della provincia dell’Aquila che da anni da precaria ottiene supplenze annuali in provincia sarà chiamata durante la fase B ad accettare una nomina in una provincia del nord e quindi a dover scegliere tra un’assunzione in ruolo lontano da casa, e senza grandi possibilità di rientro, o rifiutare la nomina con la conseguente cessazione del suo ruolo di insegnante». Chi rifiuta la nomina, infatti, verrà depennato da tutte le graduatorie, mentre per chi non ha presentato la domanda, le Gae restano aperte, ma le possibilità di avere supplenze annuali per il prossimo anno si riducono.

L’ALGORITMO. «Altra cosa poco chiara», prosegue Di Cesare, «è su quali parametri funziona l’algoritmo di assegnazione, il ministero non ha voluto rivelarli». Circostanze che in qualche modo ricordano i parametri di assegnazione degli alloggi antisismici dopo la tragedia del 2009. Tutto questo mentre il sottosegretario Claudio Faraone si affretta a ribadire «Quale deportazione? Stiamo invece parlando della più grande assunzione di tutti i tempi». Ma su tutto questo, incombe la spada di Damocle dei ricorsi pendenti da parte dei docenti abilitati che non fanno parte delle Gae e quindi esclusi dal piano assunzioni. «Molti di loro hanno fatto azione legale», sottolinea Frascari, «e se il giudice dà ragione tutto quanto sarà rimesso in ballo».

di Fabio Iuliano – fonte il Centro



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