Anno: 2011 / Distribuzione: 01 Distribution / Durata: 93’
Genere: Action-thriller / Nazionalità: USA / Regia: Simon West
Per il remake di Professione Assassino, film del 1972 con Charles Bronsosn, i nomi di Chartoff e Winkler sono ancora associati alla produzione, ma questa volta si tratta della seconda generazione. Curiosità citata non a caso, in quanto uno dei temi centrali di questo action-thriller è proprio il rapporto mentore/protetto, che riflette quello padre/figlio.
Arthur Bishop (Jason Statham) è un assassino con un codice molto severo ed un talento unico nell’eliminare ogni sua vittima, facendo sembrare il tutto un incidente casuale. Bishop uccide su commissione per Dan Sanderson (Tony Goldwyn), che un bel giorno gli ordina di far fuori il suo mentore, Harry McKenna (Donald Sutherland). Dopo la morte del padre, il figlio scapestrato di McKenna, Steve (Ben Foster) vuole imparare “l’arte” dell’omicidio perfetto da Bishop, per vendicare il lutto subito. Tra i due si stabilisce un rapporto di fratellanza, ma quando il “fratello minore” scopre la verità, la precisione di Bishop tornerà a colpire.
Girato interamente a New Orleans, il cui paesaggio ha permesso la riproduzione di una variegata ambientazione (Chicago e il Sud America), Professione Assassino è un ottimo action-thriller, in cui la tensione non viene mai meno. Azzeccata la scelta sia di affidare la regia a Simon West, già rodato sull’action con Lara Croft: Tomb Raider e Con Air, sia di Jason Statham come protagonista, vista la sua fisicità imponente e il suo sguardo deciso, capace di esprimere tutta la solitudine del “meccanico” Arthur Bishop.
Sutherland è superlativo, anche in questo piccolo ma intenso ruolo, con il suo aspetto da vecchio leone che ha fatto il suo tempo. Bravo anche Foster nella parte dell’aspirante omicida.
Giova poco, invece, alla pellicola il ricorrente soundtrack di Franz Schubert Trio no. 2 op. 100, già utilizzato in una sequenza talmente struggente e indimenticabile di Barry Lyndon, che non ha senso riproporlo per individuare il momento di calma prima della tempesta all’interno di un action. Un po’ eccessive anche le sequenze violente, che sfociano troppo facilmente nello splatter.
Francesca Tiberi
Scritto da Redazione il ago 7 2011. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione