martedì 31 gennaio 2012 di Maria Crisitina Vasile
Ultimamente mi sono imbattuta in articoli scritti da, o che parlavano di, Life Coaching. Sembra una nuova tendenza (per l’Italia ovviamente, perché in realtà non è poi tanto nuova) di life style: fa figo dire all’amica “io ho il mio Life Coach personale”, come se fosse una moda. In realtà, la figura del Life Coach è molto più di questo: è un allenatore alla vita, uno specialista.
Paola Fantini, professione Life Coach, descrive questa figura come:
un professionista che aiuta le persone a raggiungere i loro obiettivi, aiutandole ad attivare le risorse necessarie (che già possiedono e che non riescono a sfruttare)1
Sul sito www.lifecoachingitaly.it si legge che il Coach è colui che ha piena fiducia nelle tue potenzialità e nel fatto che tu possa trovare le risposte giuste ai tuoi problemi dentro di te, basta solo volerlo! È una figura ovviamente eclettica e multidisciplinare. Per molti il Life Coach è una sorta di terapeuta ma che opera su un “soggetto sano”, dalle normali capacità mentali e con una vita non particolarmente complicata o disastrosa. Inoltre il Life Coach deve intervenire in tutta una serie di campi quali: la personalità del soggetto, la sua vita sentimentale, quella lavorativa, la situazione finanziaria, gli interessi e gli hobby.
Insomma vuoi sentirti appagato per quello che fai e realizzato nelle tue scelte e non sai come fare? Chiama un Life Coach! Il Life Coach ti ascolta, intuisce e rielabora i tuoi problemi, ti aiuta a individuare delle risposte, sa valorizzare le tue risorse più importanti, ti sostiene e ti aiuta. Sembra proprio il tuo migliore amico!
Sempre sul sito c’è una lista di motivi sul perché scegliere un Coach, per esempio: perché ti aiuta a individuare i tuoi obiettivi (sia personali che nel lavoro), ti aiuta trovare le motivazioni, focalizzare le tue capacità, migliorare l’autostima, acquisire sicurezza e, dulcis in fundo, trovare il coraggio di cambiare il corso della propria vita.
Perché dunque affidarsi ad un Life Coach? Ci sono dei periodi nella nostra vita in cui non sappiamo affrontare i cambiamenti o abbiamo delle difficoltà di qualsiasi tipo, siano esse personali, lavorative o sentimentali e che non ce la facciamo a superare da soli. Il Life Coach è il nostro “aiutante” personale che ci porta a risolvere il problema.
Personalmente (e, badate, sono prontissima a cambiare idea!) penso che per essere un bravo Life Coach devi saper (e non aver problemi a farlo) speculare sulla debolezza e fragilità delle persone. Oh, questa non è una cosa totalmente negativa, al giorno d’oggi tutti speculiamo sulle caratteristiche dell’altro. Non metto in discussione l’utilità di questa professione (anzi, sono sicura che con un buon corso, anche io potrei diventare una, se non brava, mediocre Life Coach): puoi fare la differenza per molte persone, è vero; ma alle volte, anche un buon libro può farla o un buon film (anche se questi ultimi sono molto più rari). Personalmente non mi affiderei mai a un Life Coach, dipende dal carattere e dalla personalità, ma ci manderei tante persone che conosco e che non seguono i consigli. Chissà…magari, pagando, si risolverebbero a cambiare qualcosa della loro vita!? Io, quando ho un problema, al massimo, vado a sfogarmi da un’amica, essendo cosciente del fatto che lei non potrà mai darmi delle risposte da specialista. Però anche il fatto stesso di parlarne è già il primo passo per affrontare questo problema. Del resto io sono un soggetto sano! (Lo so che molti di voi avrebbero da dissentire su questa mia affermazione…).
Socrate diceva “conosci te stesso” e il Coaching si basa proprio sulla conoscenza e consapevolezza di sé e delle proprie risorse. Ora, se è difficile riuscire a conoscere noi stessi, come possiamo pensare che con l’aiuto di un estraneo (estraneo al nostro essere intendo) riusciremmo a mettere in pratica la massima socratica? L’obiettivo del Life Coach è (anche) quello di farci conoscere noi stessi ed è forse per questo che sono scettica al riguardo: noi stessi siamo un flusso che cambia in continuazione, condizionato da elementi esterni (contesto) e interni che, a loro volta, condizionano alcuni elementi esterni. Non possiamo conoscere noi stessi sempre, solo in un dato punto/segmento/corrente di questo flusso. E dobbiamo essere veloci, se vogliamo agire su noi stessi, sulla consapevolezza, eccetera.
Un’ultima, scettica, considerazione: quando ho un problema io cambio prospettiva. E non è stato un Life Coach a dirmelo (anche se è una delle massime preferite del Life Coach) né un analista né il mio dentista… sono bastati gli anni di studio scolastico e universitario, l’esperienza sul campo (anche se ho “solo” 25 anni ho un’esperienza di vita sopra la media) e la mia mania a “ragionare troppo sulle cose” (cit. di qualche mio ex fidanzato). Ah, p.s. l’ultimo mio periodo difficile, buio, di depressione, o come volete chiamarlo, l’ho superato comprando e leggendo tutti i libri di Harry Potter, così per caso, “sapevatelo”. Per me basta poco!
1 Fonte: http://storiedicoaching.com/il-coach/
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