Ciò non mi esime comunque dal dire che, non più tardi di qualche settimana fa, ho avuto modo di osservare alcune analogie anche piuttosto forti tra il suo Profondo Rosso ed un altro film poco noto.
Spinto dalla curiosità di capire se Joan Collins fosse così cagna anche in altri ruoli diversi da quello della famigerata Alexis Carrington di Dynasty, avevo deciso di vedere un vecchio thriller che sembrava promettere bene già dal cast.
Volti freschi e bravi attori in un horror britannico del 1973.
Ebbene in questo film - uscito un anno prima - c'è quasi tutto del film di Argento.
La villa abbandonata. Un fatto di sangue accadutovi nel passato. Le ricadute di quel fatto sul presente. La moglie da internare in un istituto. La sua scenata al marito nella sala da pranzo. Le bambole, i disegni e i giochi infantili. La stanza murata. Gli scheletri al suo interno. Un piccone. L'uomo che rompe la parete che cela tutti i segreti. I segreti di quella villa. I segreti di un'altra vita....Il titolo? Dark Places ovvero "La Scala della Follia" di Don Sharp.
Peccato che di scala nel film ce ne fosse una normalissima e non fosse nemmeno determinante ai fini della narrazione. Ma l'ubriachezza molesta dei titolisti italiani non mi sorprende più ormai, dai tempi in cui vidi un thriller che si chiamava "La Casa Maledetta" e che in realtà si svolgeva completamente all'aperto...Dopo questa scoperta le certezze maturate in quarant'anni cominciano a vacillare. E io mi sto sentendo leggermente come Helga...