Profumo e Settis e le mezze verità sulla scuola

Creato il 04 dicembre 2012 da Pedagogika2

 

di Reginaldo Palermo
03/12/2012

Chiede Fazio: "Ma la scuola è una priorità?" Profumo: "A parole lo è per tutti". E in consiglio dei minsitri che succede? Profumo: "Nelle riunioni del consiglio c'è poco spazio".

A “Che tempo che fa” (guarda il video) la sera del 3 dicembre si è parlato di nuovo di scuola, questa volta con il ministro Francesco Profumo e con il pofessor Salvatore Settis, direttore della Normale di Pisa fino al 2010.
La domanda di apertura di Fazio (“Ministro, come ha reagito alle parole del presidente Monti di qualche sera fa?”) mette visibilmente in difficoltà Francesco Profumo che divaga: “In questi mesi ho visitato molte scuole e ho conosciuto molte persone che fanno il proprio lavoro con impegno e con passione. Il problema è che ormai si è rotto il rapporto esistente fra insegnanti e famiglie , di conseguenza, fra scuola e politica. Bisogna quindi ricreare fiducia e stima”.
Non lo dice apertamente, ma lascia capire di non aver apprezzato molto le parole del premier.
Più esplicito Settis che tra l’altro ricorda che in questi anni di crisi l’Italia è stato uno dei Paesi dove si è più tagliato sulla scuola. Peggio di noi è stato fatto solo in Estonia.
“E non si dica che quella dei tagli è stata una scelta di destra. Perché allora - si chiede Settis - nè Sarkozy né Merkel hanno tagliato?”
Altrettanto vago è il Ministro sulle prospettive future.
“Il fatto è - sottolinea Profumo - che i nostri insegnanti sono stati trattati male per troppi anni e quindi adesso ci vuole un programma pluriennale per affrontare e risolvere i molteplici problemi della scuola che sono legati anche ai grandi numeri che abbiamo di fronte: ci sono 7 milioni di studenti e 64milioni di metri quadri di locali scolastici; ci vogliono risorse con molti zeri”.
“E’ un problema di priorità: nei Consigli dei Ministri se ne parla?” sollecita Fazio
Risposta sconsolata del Ministro: “Per la verità nelle riunioni del Consiglio c’è poco spazio”.
Settis rincara la dose: “Questo lo sappiamo, ma diciamo anche che abbiamo una evasione fiscale enorme, ci sono tasse non pagate per 120/142 miliardi, ma si destinano risorse ingenti alla Tav e alle autostrade ma non alla scuola. La scuola, lo diceva già Calamandrei, è un organo costituzionale; ma di questo anche i Ministri si sono dimenticati da un pezzo anche se continuano a giurare fedeltà alla Costituzione”.
Ma da questa situazione disastrosa si può uscire?
“Certo - risponde Profumo - oggi il bilancio della scuola è di 52-53 miliardi, se si decidesse di aumentare la spesa di un 10% all’anno per un certo numero di anni potremmo finalmente diventare un Paese normale”.
E poi, una speranza (o forse un invito alle forze politiche): “Nel passaggio al Senato della legge di stabilità bisognerebbe dare un segnale assegnando risorse alla scuola”.
Fazio insiste: “Ma la scuola non è una priorità?”
“Certo - sottolinea il Ministro - a parole la scuola è una priorità per tutti; ma adesso che stiamo entrando in campagna elettorale, i partiti dovrebbe dire con chiarezza cosa intendono davvero fare per la scuola”.
Settis ritorna sulla domanda iniziale di Fazio e non si frena: “Bisogna restituire agli insegnanti il senso della dignità del lavoro che fanno, ma questo non glielo si dà certamente accusandoli di corporativismo. D’altronde i due Paesi al mondo in testa alle classifiche sono Finlandia e Corea del Sud, paesi accomunati da una grande considerazione sociale nei confronti dei docenti”.
Ma, appunto, sono altri Paesi, la Finlandia sta sul circolo polare artico e la Corea del Sud nell’estremo oriente. Migliaia di chilometri lontani da noi, in tutti i sensi. ****
Aggiungiamoci ai tagli di cui parla Settis, gli sprechi evidenziati, ad esempio dal recente caso delle "pillole del sapere", tagli ai fondi d'istituto perché non si è accettato di alzare il monte orario a 24 ore (era evidente che la proposta mirava ad un risparmio , ma allora se 2+2 fa 4 perché bandire un concorso-tra l'altro ancora con molte incognite- per dei posti che evidentemente non ci sono? Non si sarebbero potuti utilizzare i soldi per l'organizzazione del concorso per le risorse scolastiche?La scuola ha bisogno di risorse e di una riorganizzazione profonda che poi abbia però il tempo di sperimentare le modifiche, visto che ogni legislatura cambia le regole in corso senza mai cambiare niente davvero (lo stesso Profumo ha dall'inizio promesso di tutto smentendosi costantemente il giorno successivo, lo stesso bando di concorso ha ogni giorno delle note di modifica in corso, creando una disinformazione ed una confusione enorme, basta guardare a tal proposito la stampa specialistica, visto che la stampa quotidiana non si occupa mai veramente della scuola se non per le gossipate). La scuola politicamente fa gola, basta vedere anche le nuove affermazioni fatte sia da Bersani che dal movimento 5stelle, che francamente lasciano il tempo che trovano. Non esiste un vero programma per la scuola pubblica. Tanto varrebbe non pagare le tasse per tale servizio per poter scegliere la scuola che si vuole o forme alternative alla scuola come l'homeschooling. In tutto questo aggiungiamoci pure che, nonostante i nostri studenti stiano sui banchi di scuola più ore dei loro colleghi europeii, siano quelli che poi sono culturalmente meno preparati, non hanno una preparazione tecnica e pratica per l'inserimento nel mondo del lavoro e hanno più problemi relativi all'abbandono scolastico, all'analfabetismo sia funzionale che di ritorno. Quindi esiste anche un problema di peparazione di base degli insegnanti e, allora contraddico il ministro perché aver riaperto il concorso con le regole dettate dal ministro Fioroni (relativo al concorso bandito nel 1999, 13 anni fa e non 19 come dice Fazio) ha voluto dire che i vecchi diplomati magistrali possono partecipare al concorso mentre sono rimasti fuori i laureati dal 2003 in poi. Già Fioroni disse che quello di 13 anni fa doveva essere l'ultimo concorso per i soli diplomati perché poi si è richiesta la laurea e l'abilitazione per gli insegnanti, invece oggi ci troviamo - una parte di laureati che son fuori dal concorso- mentre possono accedervi i vecchi e vecchissimi diplomati anche senza un giorno di supplenza o aggiornamento, ma la scuola non è un ufficio di collocamento o almeno non dovrebbe esserlo!
Il ministro e gli operatori della scuola dovrebbero avere il coraggio di dire le cose come sono e non utilizzare l'istituzione scolastica come metodo di propaganda politica.
Simonetta

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