E’ andata in scena
ieri la 1° giornata del PROG TO ROCK,
festival dedicato alla musica progressiva, organizzato a Torino dall’Associazione Culturale Bottega Partigiana in
collaborazione con Spazio 211.
Evento collocato nel
secondo fine settimana di settembre (11/12/13) con un menù davvero invitante
per gli amanti del genere.
Il commento è
ovviamente riferito alla mia testimonianza diretta, relativa solo a venerdì 11, giorno in cui si tiene a
battesimo l’avvio del nuovo corso dei Trip
di Pino Sinnone.
Nella lettura del
comunicato lo Spazio 211 veniva presentato così:
“Una location storica in cui si esibiscono da anni band nazionali e
internazionali: Spazio 211 in via Cigna 211. Due palchi: uno esterno e uno
interno. Uno spazio out-door il pomeriggio e uno in-door la sera”.
E in effetti il luogo
si è dimostrato multifunzione e particolarmente adatto a manifestazioni
musicali e aggreganti, con l’unico neo tecnico rappresentato dalla ridotta
dimensione del palco interno, sulla carta ingestibile al cospetto di quattro
set differenti, ma la buona volontà e la perizia dei tecnici ha fatto sì che
tutto abbia funzionato e la gente -elemento basilare- abbia apprezzato.
Certo è che l’inizio
faceva presupporre un po’ di difficoltà, e la marimba di Alan Brunetta (La Stanza
di Greta) e l’hammond di Paul Silver (The New Trip)… incutevano un po’ di
timore!
Il parco dello Spazio
211 è ampio e ha dato la possibilità di
allestire la zona “liuteria” e merchandising di settore (Black Widow e
Ma.Ra.Cash), punti di ritrovo utili all’interscambio.
Quando la musica va in
scena il palco interno diventa la maggior attrattiva.
Iniziano gli AriA,
band di lungo corso di cui non avevo mai sentito parlare, ed è questa la prima
piacevole sorpresa.
Presentano un prog molto
articolato, con frequenti cambi di ritmo e una spiccata tendenza al rock.
Dimostrano un sicuro amalgama, frutto probabile della mutua esperienza e
aggiungono una decisa profondità nelle liriche, tratte dal personale e condite
di crudo realismo. Si divertono e divertono. Presto racconterò di loro più nel
dettaglio.
Il filmato a fine post regala uno spezzone della performance di Italo
Vercellina (voce e chitarra), Giuliano
Miglietta (tastiere e cori), Fulvio
Capri (batteria e percussioni) e Daniele
Gianoglio al basso.
Rapido cambio di palco
e arriva una nuova sorpresa.
La Stanza di Gretaè un ensemble atipico, per
strumentazione e proposta. A fine set si autodefiniscono fuori contesto, ma
credo che la loro originalità e il coraggio di ricerca del nuovo stiano in
pieno all’interno dello spirito prog.
La band è formata da Leonardo Laviano (voci e chitarra
classica), Alan Brunetta (marimba e
… molto altro), Umberto Poli
(chitarre), Jacopo Tomatis
(mandolino…) e Flavio Rubatto
(percussioni…). Per captare i dettagli che ho omesso curiosare nel sito di
riferimento: http://www.lastanzadigreta.com/
La mia descrizione
della strumentazione non rende l’idea di cosa sia accaduto sul palco, e anche
in questo caso dare un’occhiata al video di fine articolo potrà aiutare.
Nessun basso, nessuna
batteria e quindi pare mancante la sezione ritmica, ma in realtà lo scandire
del tempo esiste, seppur prodotto in maniera alternativa. Facendo riferimento
al passato mi è venuto naturale fare un accostamento con i Gentle Giant
versione acustica, per ecletticità, polistrumentismo e risultato finale.
Una bella sorpresa
nell’insieme, e una inusuale versione finale di “Non mi rompete”, ciliegina sulla torta.
E viene il momento dei
miei concittadini de Il Cerchio D’Oro,l’unica vera certezza -per me-
della serata. Ritornano a Torino dopo pochi mesi e propongono brani tratti da entrambi gli
album, “Il Viaggio di Colombo” e “Dedalo e Icaro”, con una chicca
inaspettata e di grande effetto, il brano “Crisi”,
un rock molto duro risalente al 1981, quando Il Cerchio sfociò nei BLACK OUT.
Scatenano i presenti
con i loro brani conosciuti (l’album “Dedalo…”
è stato giudicato come migliori, tra gli italiani, negli ultimi anni)
proponendo la loro complessità di situazioni (vocali, ritmiche e strumentali), una
miscela che on stage diventa energia pura.
Loro sono: Gino Terribile (batteria e voce), Giuseppe Terribile (basso e voce), Franco Piccolini (tastiere), Simone Piccolini (tastiere), Piuccio Pradal (voce e chitarra) e Massimo Spica (chitarra solista), quest’ultimo ormai perfettamente
integrato nella formazione savonese.
Peccato l’aver dovuto
tagliare un brano in scaletta, per esigenze di tempo.
Siamo attorno alla
mezzanotte quando il progetto The New Tripsi
manifesta come entità live.
Pino Sinnone, come
racconta nel video, ha ricevuto da Joe
Vescovi un compito, la missione del nuovo corso: tenere vivo in maniera
attiva il nome dei Trip.
Un goal apparentemente
complicato, e da mesi era in corso la ricerca degli elementi più adatti per
arrivare all’obiettivo; ecco chi sono
musicisti che aiuteranno Pino “Caronte”
Sinnone nella nuova avventura: alle
tastiere Paul Silver alle tastiere, Fabio Gremo al basso, Tony Scantanburlo alla chitarra e Andrea Ranfa alla voce.
Per i problemi citati
in precedenza -spazio e dimensione di alcuni strumenti- Silver suonerà
decentrato rispetto al palco, senza potersi guardare negli occhi con i compagni
sul palco, e di fatto i sipari diventano due, entrambi da apprezzare, perché la
corona tastieristica vintage, hammond in primis, è qualcosa che gli amanti del
genere apprezzano anche visivamente.
C’è curiosità nel
vedere il post Vescovi, per cercare di capire se l’operazione è solo
sentimentale -e quindi a scadenza- o se può nascere una nuova entità musicale,
fatta di anima antica e possibile nuova proposta.
Tenuto conto della
recente costituzione, della probabile difficoltà di amalgama tra membri che
vivono lontani tra loro (Gremo a Genova e Ranfa a Firenze), e del grave compito
di sostituire nell’immaginario comune figure storiche come Vescovi, Andersen e
Gray, l’impatto è stato largamente positivo, con un taglio molto più “duro”
rispetto al classicismo del Joe maturo, ma forse sarà bene incominciare a
pensare che il nuovo progetto non sarà solo il copia incolla del passato ma,
anche, un naturale nuovo mondo, fatto di storia e tocco personale di una
generazione più fresca, guidata dall’ esperienza del drummer dei primi due
album.
Anche per i The New Trip piccolo frammento di video
e appuntamento per il 20 settembre a
Cisano, per ricordare ufficialmente
i Trip… in quell’occasione la band mostrerà certamente di aver fatto un
ulteriore step in avanti.
Notazione di merito
per Adolfo Pacchioni e tutta l’organizzazione,
per il coraggio, l’intraprendenza e, almeno per quanto riguarda la prima
giornata, il risultato.