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Questa mattina, lavorando alla progettazione della trincea drenante che ho in procinto di realizzare a difesa e consolidamento del ciglione franato lo scorso dicembre, e in parte ripristinato lo scorso sabato, ho cercato su "google maps" una vista aerea di Pierino.
Come ho avvicinato la zona, ho subito notato il colore grigio della strada di Pierino, e mi son detto: — No!... Ma questa è la mia strada nuova.—.
Spostandomi su Pierino ho visto che la foto è aggiornata alla scorsa estate, quindi si vede la mia nuova casa, la sistemazione attorno, il galoppatoio, e la serra che le manca un pezzo di telo di copertura.
L'intenzione era quella di realizzare una vista dall'alto dell'area su cui intervenire (linea gialla), da girare al tecnico che mi stava preparando una soluzione che prevedeva la realizzazione di una trincea drenante con sistemi innovativi.
Le trincee drenanti sono corpi drenanti inseriti nel terreno attraverso l'effettuazione di uno scavo.
Rispetto ad altre soluzioni di consolidamento di terreni soggetti a movimenti franosi, questa metodologia offre molteplici vantaggi sia di carattere tecnico che economico. Il posizionamento di un setto drenante continuo che attraversa il terreno per tutto lo spessore da drenare consente di intercettare eventuali livelli a più elevata trasmissività, ad esempio a livelli sabbiosi, posti a profondità intermedie.
Inoltre l’esecuzione di uno scavo a cielo aperto consente di esaminare in continuo i terreni attraversati, valutando in corso d’opera eventuali variazioni alle previsioni progettuali di tracciato.
Per tali motivi e per la rapidità esecutiva, le trincee drenanti sono spesso realizzate su pendii instabili anche come soluzione tampone in regime di “somma urgenza” a cui possono far seguito interventi mirati basati su un più approfondito esame dei processi instabilizzanti in atto.
Per raggiungere la stabilità di un pendio costituito da terreni drenabili, non è sempre necessario abbassare totalmente la falda sino alla potenziale superficie di rottura ma può bastare in alcuni casi un intervento mirato atto ad abbassare il piano medio di falda anche di pochi metri.
L’uso di captare le acque mediante l’inserimento nel terreno di materiali a elevata permeabilità è molto antico e nei secoli sono stati utilizzati materiali di diversa natura, dalle fascine, alla ghiaia, al pietrame sino ai moderni geocompositi drenanti
di natura sintetica.
La tecnica tradizionale più diffusa per l’esecuzione di trincee drenanti prevede la realizzazione di uno scavo del terreno a sezione rettangolare o trapezoidale successivamente riempito con del materiale arido altamente permeabile. Dopo un primo strato di materiale arido per facilitare il deflusso delle acque è posizionato un tubo drenante a cui segue la posa del restante materiale drenante. La parte superiore è poi “tappata” con materiale a bassa permeabilità o più frequentemente con il materiale stesso di scavo compattato se di natura argillosa.
Negli ultimi decenni l’utilizzo dei geosintetici nel campo geotecnico si è progressivamente diffuso sia per la confidenza tecnica acquisita su tali materiali dai Professionisti e dalle Imprese sia per gli indiscutibili vantaggi e benefici rispetto ad alcune tecniche tradizionali.
Nel caso delle trincee drenanti, la tecnologia consente di utilizzare come corpo drenante un geocomposito in sostituzione dell’usuale materiale inerte.
Tali strutture, sebbene di spessore limitato, sono in grado di evacuare elevate quantità d’acqua in considerazione dell’alta percentuale di vuoti del nucleo (intorno al 95%) e di filtri a elevata permeabilità e a basso intasamento.
L’utilizzo di materiali di qualità garantisce l’efficienza del sistema drenante a lungo termine evitando il rischio di fenomeni di collasso, intasamento progressivo delle strutture o di deterioramento per aggressioni chimiche e da microrganismi.
Il geocomposito è costituito generalmente da due filtri e da un nucleo drenante.
L’utilizzo di geocompositi drenanti in sostituzione delle classiche trincee in ghiaia mira generalmente a rendere le fasi esecutive, di trasporto e posa più veloci e a ridurre i rischi per le maestranze che non devono calarsi all’interno dello scavo per la posa e/o collegamento del tubo.
Così, magari cercando di continuare ad essere un po' innovativi, ma soprattutto considerando che l'opera la farò in gran parte da solo, questa sarà la mia soluzione...