Al progetto hanno lavorato cinque componenti del gruppo: Derek Ouyang e Alice Eamsherangkoon, statunitensi; Janž Omerzu e Domen Stražar, sloveni; e Karolina Ostrowska, polacca.
Lo studio di progettazione in generale lavora per via telematica, incontrandosi poi periodicamente sui siti di progetto, questo gli consente di essere aperto a più figure professionali competenti e utili a seconda dei progetti. Le singole esperienze culturali entrano in gioco di volta in volta, senza improvvisarsi, ma a seconda delle necessità progettuali.
Ciò che risulta davvero innovativo in questo approccio è lo sdoganamento della figura dell'architetto/designer dalla torre d'avorio dello studio o dell'università, questi lavori, di cui "Made in London" è un esempio avvicinano i progettisti alla comunità promuovendo una progettazione partecipata. In questo senso i progetti che ne escono alla fine non risultano imposti, ma sono il frutto dei desideri stessi degli utenti.
A mio parere questo approccio va in direzione di un nuovo modo di pensare, di interagire e progettare, un cammino verso una riappropriazione dei luoghi e del loro senso. In un mondo globale ed informatizzato, non ci si può dimenticare della fisicità, i progetti non nascono dalle idee geniali sulla carta. L'interazione e la partecipazione sono i nuovi fondamentali punti di partenza ed in questo senso il Gruppo Cloud Architecture costituisce una delle avanguardie.