Una delle cratteristiche più importanti di un essere vivente è quella di riuscire a comunicare con gli altri. Nel caso dell'uomo questa peculiarità si è affinata particolarmente con l'uso del linguaggio ma, quali sono le conoscenze fondamentali per riuscire ad apprendere l'uso di un linguaggio? Uno studio congiunto tra l'Università italiana di Sassari e quella britannica di Plymouth ha provato a sciogliere questo dubbio utilizzando una rete neurale chiamata Annabell.
Il nome Annabell non è un vezzo da scienziati ma piuttosto l'acronimo di Artificial Neural Network with Adaptative Behaviour Exploited for Language Learning ovverosia una rete di sensori che simula il comportamento di un'intelligenza umana specificatamente nell'apprendimento dei fattori che influenzano il linguaggio. Praticamente sono dei sensori che fanno finta di essere un cervello sui quali un team svolge complicatissime operazioni di osservazione e ricerca per capire come si sviluppa la capacità di parlare.
Annabell è costituita da 33 miliardi di sinapsi virtuali controllate da un supercomputer e riesce ad apprendere le informazioni linguistiche senza l'utilizzo di un database di partenza: è come un bambino che sente per la prima volta le parole. Un testo o una parola vengono convertiti in un segnale elettrico di input che Annabell elabora fornendo un segnale di uscita che viene nuovamente convertito in testo. Attraverso la ripetizione di questo metodo la rete si adatta al linguaggio, ne impara i vocaboli e le regole grammaticali. Finora il team ha rivolto ad Annabell circa 1500 domande tarate sul livello di comprensione di un bambino di 4 anni: per 500 di queste domande hanno ricevuto risposte coerenti.
Annabell ha dimostrato di avere appreso il corretto utilizzo delle parti variabili e invaribili del discorso e anche a saper riconoscere e differenziare numeri e lettere, saper contare, calcolare un'età e svolgere semplici operazioni matematiche.