Potete leggere il manifesto del progetto e la lista dei
partecipanti cliccando sulla scritta qui sopra.
Buona lettura!
Marco Goi, alias Cannibal Kid, è il giornalista freelance che gestisce il bellissimo blog Pensieri Cannibali. Vive a Casale Monferrato e ha un master in Management dei Processi Creativi conseguita alla IULM di Milano ("un master preso veramente, non come Oscar Giannino").
Collabora con vari siti e giornali (è caporedattore di Ed è subito serial, testata interamente dedicata al mondo delle serie tv) ed è autore della raccolta di racconti L’ultima estate di Joan e altri racconti, scaricabile gratuitamente in versione ebook.
Lo potete trovare anche su Twitter.
L'opinione di Marco Qual è il film tratto da un libro che più ha odiato e quale quello che più ha apprezzato? In entrambi i casi, per quale motivo?
Detto da me può sembrare strano, visto che nelle recensioni sul mio blog sono spesso spietato (qualcuno ha nominato Cloud Atlas?), però non ci sono così tante trasposizioni cinematografiche che ho odiato. La spiegazione è semplice: come specificherò anche in seguito. Se prima ho letto il libro e mi è piaciuto, cerco di evitare l’adattamento per evitare delusioni.
Se proprio devo nominare un adattamento che non ho retto comunque è stato Branchie dal buon romanzo d’esordio di Niccolò Ammaniti. Il protagonista era Gianluca Grignani, e ho detto tutto. A parte questo aspetto non da poco, io nella mia testa me l’ero immaginato molto diverso ed è questo il problema maggiore di un regista che si approccia a un romanzo: ogni lettore nella sua testa si è già girato il suo film personale.
Un adattamento che invece ho adorato è stato Le regole dell’attrazione di Roger Avary dal romanzo di Bret Easton Ellis. La dimostrazione che il miglior adattamento è, almeno per me, quello infedele. Il regista si è infatti preso un sacco di libertà, spostando ad esempio l’ambientazione dagli anni ’80 al presente, ma mantenendo allo stesso tempo un’atmosfera comunque molto 80s.
La cosa più interessante è che non si è limitato a fare una traduzione “alla lettera” delle parole di Ellis, ma ha pensato in termini prettamente cinematografici, girando scene visivamente incredibili. Se n’è fregato insomma di essere fedele per filo e per segno a tutti i passaggi dell’autore. Proprio in questo modo, paradossalmente, è riuscito a consegnare intatto lo spirito folle e geniale di Ellis sullo schermo, cosa riuscita in maniera minore negli altri film tratti dalle sue opere: Meno di zero (Al di là di tutti i limiti), American Psycho e Acqua dal sole (The Informers).
Chuck Palahniuk. Autore magari discontinuo, ma che con l’esordio Fight Club ha tirato fuori davvero una bomba. Le sue parole e il suo stile molto fisico me l’hanno fatto immaginare in un modo che poi David Fincher ha tirato fuori in una maniera non molto distante da come l’avevo pensato. Oddio, a dirla tutta è riuscito a girarlo molto meglio di come poteva averlo immaginato la mia testa.
C’è un libro che ha letto di cui sarebbe curioso di vedere la versione cinematografica?
Il giovane Holden. Lo so che Salinger si starà rivoltando nella tomba per questa mia risposta, visto che lui odia Hollywood e quelli che vanno a Hollywood a sputtanarsi, tanto che in vita non ha mai concesso i diritti per una trasposizione cinematografica del suo capolavoro. Adesso che Salinger ci ha lasciati, sembra che Il giovane Holden possa diventare un film. Finalmente. Mi spiace per l’autore, davvero mi spiace, però sono troppo curioso di vedere se qualcuno riuscirà nell’impresa di trasformarlo in un filmone. Anche se so già che potrebbe rivelarsi una delusione cocente.
Assolutamente sì. È successo, e un sacco di volte. Quando ho amato particolarmente un film tratto da un romanzo, di solito mi vado a recuperare la lettura. Dopo essermi intrippato nella visione del recente film francese Un sapore di ruggine e ossa, ad esempio, conto di andare a recuperarmi la raccolta di racconti Ruggine e ossa da cui è tratto, scritta da Craig Davidson.
In passato è già successo più e più volte, da Trainspotting ad Amabili resti. In genere sono rimasto soddisfatto e mi sono trovato di fronte a opere degne dei film, a volte persino superiori. Quando invece ho letto prima il libro, tendo ad approcciarmi con più timore all’adattamento cinematografico. I film ispirati a romanzi come 1984 o Mattatoio n. 5 ad esempio mi riprometto sempre di vederli, poi ogni volta vengo frenato dalla paura. La paura di restare deluso.
Se non è un romanzo di cui ho già visto il film e in cui quindi questa possibilità di fantasticare è già stata “rovinata” dalle scelte di casting reali, sì, sempre. Sono troppo influenzato dalla cultura cinematografica, quindi capita ogni volta. L’ultima con Libertà di Jonathan Franzen, per cui ho immaginato nella parte del protagonista Walter, un uomo di mezza età un po’ sfigatino, un Paul Giamatti, mentre per sua moglie Patty, una un po’ rigida e seriosa, ho pensato a Kim Raver, attrice di varie serie tv come 24, Grey’s Anatomy e Revolution; nella parte della sua giovane amante di origine indiana invece ho immaginato in maniera un po’ stereotipata Dilshad Vadsaria delle serie tv Greek e Revenge, mentre per il ruolo della rockstar Richard Katz mi è venuto in mente addirittura Johnny Depp.