Magazine Cultura
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Buona lettura!
Serena Bruni
Nata e cresciuta in provincia di Torino, passa ormai la maggior parte delle sue giornate nel capoluogo dato che studia Ingegneria Elettronica al Politecnico di Torino.
Assidua frequentatrice delle biblioteche dall’età di 7 anni, ama leggere tonnellate di libri assortiti e rileggere i preferiti in lingua originale.Nel tempo libero guarda telefilm in lingua originale e adora i film poco impegnati, ma con stile. Dopo aver visitato Atene a 17 anni, si è prefissa di girare tutte le capitali europee e di arrivare a padroneggiare fluentemente almeno tre lingue (anche se la terza è ancora in fase di scelta).
La sua esperienza di blogger è cominciata per puro caso quando ha deciso di fondare il piccolo blog The Reading Cornerper condividere le sue opinioni sui libri, per poi allargarsi a film, telefilm, musica e altri argomenti casuali ispirati dal momento.
L'opinione di Serena.Partiamo subito con una botta di immodestia nell’affermare che sono riuscita a trovare il mio personale Eden della coesistenza tra Libri e Cinema: l’oblio.
Per giungere a questa felice conclusione mi ci sono volute tonnellate di letture, anni e anni e anni di clamorose delusioni cinematografiche, tanto sano pragmatismo e la mia ormai conclamata Sindrome da Avvocato del Diavolo (inventata da me in questo momento).
Ragazzi, ragazze, guardiamoci negli occhi e parliamoci chiaro: quante possibilità ci sono che un film soddisfi pienamente un’audience cinematografica e allo stesso tempo rispecchi esattamente tutte le caratteristiche del libro d’origine? Pressoché nessuna. Da qualche parte bisogna scendere a compromessi: il punto sta nel capire dove, e fino a che punto. Non sono mai stata il tipo da spaccare il capello in quattro, quindi se leggo il libro delle avventure di Tizio, ma sul grande schermo Tizio ha i capelli mori anziché biondi, me ne faccio filosoficamente una ragione. Non sto lì ad indignarmi e a puntare il dito, a patto che il Tizio in questione sia in grado di recitare… perché altrimenti di gran cani con il colore di capelli giusto ne è pieno il mondo.
Un bel giorno poi ho scoperto che, per non fissarsi troppo ai dettagli, basta vedere un film parecchio dopo aver letto il libro d’origine. Ed ecco che l’oblio è servito. È una cosa che ho scoperto con gioia guardando la serie film di Harry Potter, che mi ha accompagnata per tutta l’adolescenza. Mentre i miei amici si scandalizzavano di certi tagli di scene o di dettagli omessi/modificati, io mi godevo beata la visione del film, completamente immemore dei suddetti dettagli. Se poi mi capitava di rileggere il libro in questione, beh, in questo caso entrava il gioco il pragmatismo (e anche un po’ di buonsenso): quello che funziona in un libro non funziona in un film. In un libro entrano in gioco mille fattori: lo stile dell’autore, l’immaginazione del lettore, l’atmosfera creata… nel film no. Non dico che non abbiano importanza l’impronta della regia o l’atmosfera evocata, ma tutto questo non sarà mai nemmeno lontanamente paragonabile a quello che ci immaginiamo nella solitudine della nostra stanzetta. E poi è chiaro: un film deve condensare in un paio d’ore centinaia di pagine di storia con tutti i limiti di realizzazione del caso. Non è possibile che ci siano tutti i dettagli di tutte le scene, esattamente come sono state descritte. Non si può. Quindi, io dico, ben venga qualche omissione di dettagli e modifica ad alcuni passaggi, ma a condizione che: 1) le modifiche siano indirizzate alla comprensione dello spettatore e non messe così a capocchia, 2) non ci siano delle modifiche radicali di personaggi e situazioni. A tutto c’è un limite.Quindi basta fare i pistini del cavolo e cerchiamo di essere un po’ più elastici. E la volete un’altra bestialità? Talvolta i film sono anche meglio di certi libri (raro, rarissimo, ma capita).
Ora però arriva la parte che preferisco, quella in cui posso parlare male dei brutti film. La mia storia recente è piena di tutte le accoppiate possibili (bel libro-brutto film/bel film-brutto libro/libro-pre-film/libro-post-film, ecc ecc…), quindi preparatevi.
Cominciamo subito con il mio libro preferito in assoluto: Orgoglio e Pregiudizio. Qui so di sfondare una porta aperta: ci sarà un altro miliardo di ragazze che amano questo libro e ne conoscono ogni rilegatura, e io non faccio eccezione. Ma oggi lo cito perché fa davvero al caso di questo articolo. Iniziamo con una confessione scottante: ho scoperto il libro dopoil film di Joe Wright. Calma calma, postate un attimo forconi e torce e finite di leggere. Non posso propriamente dire di aver visto il film prima del libro, perché la prima visione è avvenuta al liceo, quando la mia professoressa di inglese ha deciso di cercare di inculcarci qualcosa nelle teste di legno a suon di film in lingua originale. Va da sé che appena si sono spente le luci, è successo di tutto: si giocava a carte, si chiacchierava con l’amica, si messaggiava al cellulare … e di certo non si seguiva il film. Io ci ho provato, ma dopo quindici minuti non avevo capito né chi fosse la protagonista ne che capperi stesse succedendo. Con buona pace di Jane Austen. Vero è che il film mi aveva intrigato quel tanto che bastava per spingermi a prendere il libro… ed è stato amore incondizionato. Nel momento in cui l’ho chiuso, sapevo di aver trovato la mia nuova Bibbia (nessuna blasfemia intesa). Solo allora ho rivisto il film e l’ho trovato meraviglioso. E dire che di cose cambiate ce ne sono eccome. Eppure, già avevo capito che non bisogna andare tanto per il sottile e giudicare in maniera più ampia e aperta il risultato. Gli attori sono bravissimi, l’atmosfera meravigliosa, c’è qualcosa di impalpabile che me lo fa amare … Quel film è ancora tra i mie preferiti. Ogni volta che rileggo il libro mi viene voglia di vedere il film e ogni volta che vedo il film mi viene voglia di rileggere il libro.Un giorno poi sono incappata nella versione del 1940. Non sono nemmeno riuscita a finire di vederlo. Non so cosa ci sia in quel film, ma non riesco proprio a farmelo piacere… E sono consapevole che la mia opinione possa non essere condivisa dai più, ma de gusti bus non disputandum est, e questo è quanto: ecco un esempio di adattamento che non mi è piaciuto.
Il problema è che questa è una categoria così varia… Vogliamo aprire una parentesi sulla cinematografia moderna? Mah sì, facciamolo. Non è un mistero nemmeno per i più ingenui che moltissimi film vengono prodotti per puro amore del soldo. E sì, avete capito tutti di cosa sto parlando, ma non vi darò la soddisfazione di citarlo apertamente. Io non dico che bisogna girare film no-profit per amore dell’arte, ma nemmeno produrre degli aborti solo per fare quattrini, insomma. Con tutti i soldi spesi e guadagnati, ce la vogliamo mettere un po’ di qualità da qualche parte? Volgiamo assumere qualche attore che sia effettivamente in grado di recitare? Per favore!!! È una cosa che si può fare: gli Harry Potter non erano affatto male (almeno…quasi tutti), la trilogia de Il signore degli anelli, Hunger Games… Ma per ogni film godibile, vengono prodotti almeno cinque pellicole scadenti, di quelle che fanno mettere le mani nei capelli già a partire dal trailer… ed è ancora peggio se il libro di partenza mi è piaciuto.Le delusioni sono state tante e sonore (Volgiamo citarne una? Eragon. Quella è stata tragica). Ci sono cascata decine di volte: mi illudevo e mi emozionavo all’annuncio del nuovo film tratto da un libro che amavo. Purtroppo, però, 90 volte su 100 il film era un abominio e mi faceva perdere la fiducia nel genere umano. Oppure era assolutamente dimenticabile e non rendeva giustizia all’originale. Questa triste tradizione mi ha lasciato addosso quella patina di cinismo che ormai mi fa fare spallucce alle notizie dei nuovi adattamenti … Almeno adesso aspetto il primo trailer per esaltarmi. Per questo motivo non mi sento di augurarmi nessun adattamento e mi limito a sperare nel futuro e in Hollywood (seh…)
Per quanto riguarda l’identificazione tra attore e personaggio, per fortuna non mi si è presentato spesso il problema. Mi è successo con gli ultimi Harry Potter, ma devo dire che la cosa non è stata tropo fastidiosa e me ne sono fatta una ragione. Di solito cerco di leggere i libri prima dei film, così da poter fare libero uso della mia immaginazione, e non sono nemmeno solita a rileggere i libri (tranne rarissime eccezioni).Anche qui mi sembra il caso di inimicarmi qualcuno e fare dei nomi. Ho esempi per tutti i gusti. Per la categoria “cani iscritti al sindacato come attori” abbiamo Katherine Heigl. Ultimamente ho visto One for the Money, film tratto dal primo volume delle avventure di Stephanie Plum di Janet Evanovich e... tanto di cappello a Katherine Heigl: è riuscita a compiere uno scempio con il minimo sforzo. Non è stata nel personaggio per nemmeno dieci minuti. Orrore.
Per quanto riguarda i cromosomi XY invece, ancora ringrazio il Cielo di aver letto tutta la serie di Twilight prima di vedere il primo film, altrimenti non sarei sopravvissuta a ben quattro libri. Non fatemi spendere altre parole a riguardo. Per quando non mi consideri una hater, qui non riesco proprio a farmi convincere a cambiare idea. Della stessa categoria abbiamo Alex Pettyfer (Sono il numero 4) e Ed Speleers (tornando alla disastrosa parentesi di Eragon). Il mio unico commento è: Sul serio?!In molti casi, poi, gli attori scelti, seppur bravi, non assomigliano per nulla a come ci eravamo immaginati i protagonisti del film, ma la cosa generalmente non mi turba più di tanto. Un caso recente è il cast di The Help: libro che mi è piaciuto moltissimo, così come il film. Non mi sarei mai immaginata Emma Stone, Viola Davis e Octavia Spencer come cast principale, ma le ho comunque amate moltissimo nel film.
Talvolta mi è capitato di leggere i libri dopo aver visto il film… Di norma cerco di evitarlo ma a volte capita. Anche qui, ci sono esempi nel bene e nel male. Tutto in realtà dipende dal film, perché, se un film è bello, non ha poi molta importanza il fatto che differisca dal libro. Nel caso di Se solo fosse vero ho preso un brutto abbaglio. Sono stata ingannata dal film che, per quanto non particolarmente brillante, era una modesta ed allegra commediola romantica, mentre il libro… era una ciucciata. Noioso e sdolcinato fino ad essere irritante. Bleah.Totalmente diversa invece è stata l’esperienza con Il castello errante di Howl. Ho visto il film d’animazione al cinema apprezzandolo moltissimo; solo successivamente ho letto il libro di Dianne Wynne Jones, e ne sono rimasta ancor più stregata. Il fatto che il libro fosse profondamente diverso dal film in molti punti non mi ha per nulla turbata.
Qui si apre un varco per introdurre una strana categoria che però ho trovato: film che non si capiscono fino a quando non si è letto il libro. E per lo più qui si parla dei classici.Nella mia infinita ignoranza, non avevo mai letto Jane Eyre. Nonostante ciò, un paio di anni fa, sono andata a vedere il film (con Mia Wasikowska e Michael Fassbender) e non mi è dispiaciuto… ma certi pezzi non li avevo capiti. O meglio, avevo capito cosa stesse succedendo, ma non fino a che punto determinate scene fossero importanti. Poi ho letto il libro. Anche qui: amore spassionato e giuramento di eterna fedeltà, nonché buon proposito di rivedere il film. E stavolta ho capito tutto.Eh sì, perché ci sono certe scene che hanno un’importanza fondamentale, anche se composte solo da sguardi o schermaglie apparentemente innocue. Questi passaggi nel libro sono molto particolareggiati e coinvolgenti, mentre nel film non sono chiarissimi. Solo rivedendolo sono riuscita ad apprezzare certe scene particolari che prima non avevo colto, ma solo perché conoscevo il significato e la rilevanza che assumono nel libro.
Negli ultimi anni è nata anche una nuova categoria da includere: libri tratti da film. Adesso c’è questa moda di scrivere i libri basati sulla sceneggiatura dei film… Allora, capiamoci: l’idea non era malvagia. Ma c’è un ma. Quest’idea avrebbe senso se il libro effettivamente aggiungesse qualcosa a quello che abbiamo visto sul grande schermo. Se desse più spessore ai personaggi, più spazio ai loro pensieri, e via dicendo. Ma purtroppo non è così. Io ne ho già letti due o tre, e non sono altro che la mera riscrittura discorsiva di quello che succede nel film. Di solito sono romanzetti piuttosto brevi e del tutto dimenticabili… Insomma, fate un favore all’Amazzonia e piantatela di scriverli. Queste descrizioni non hanno nessun merito perché di sicuro non sono in grado di surclassare le immagini nitide e potenti della pellicola, e non fanno che annoiare non aggiungendo nulla. Esempi del caso: Biancaneve e il Cacciatore e Cappuccetto Rosso Sangue.
Talvolta viene anche la balzana idea di trarre un telefilm da un libro. E qui si sa che davvero bisogna mettersi l’anima in pace. Per sua stessa natura, il telefilm non potrà mai rispecchiare il contenuto originale del libro nella sua forma esatta per tanti motivi. Innanzitutto i gusti televisivi sono diversi, e poi è la stessa forma del telefilm ad essere profondamente differente da quella letteraria: una serialità di puntate da 40 minuti che devono portare da qualche parte, ma senza svelare troppo e con l’obbligo lasciare lo spettatore con la voglia di vedere l’episodio successivo. Qui abbiamo tutto un elenco di esempi che parlano da sè: Pretty Little Liars, Gossip girl, The Vampire Diaries, ecc ecc…
In conclusione di questo interminabile articolo, non mi rimane altro che ribadire lo stesso concetto dell’inizio: bisogna essere elastici, comprensivi, (un po’ smemorati) e vivere tranquilli, ma allo stesso tempo non dobbiamo abbassarci ad accettare qualsiasi schifezza ci venga lanciata contro. In fin dei conti, il telecomando dalla parte del manico ce l’abbiamo noi.
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