Magazine Cultura

Proiezioni: la guerra degli specchi

Creato il 23 settembre 2015 da Antonio

Proiezioni: la guerra degli specchi

Amanti - Luna Hal

Per giorni avevo in testa di aver letto molti anni fa un romanzo in cui un personaggio sente un forte impulso sessuale in prossimità della morte ma non ricordavo né l'autore né il titolo. Ricordavo di aver sfiorato la faccenda in uno scambio con Garbo in uno dei suoi bei post. Garbo stimola la mia riflessione come pochi e non lo fa in maniera narcisistica come accade con i "blogger di successo" che scrivono il loro bel post e poi lasciano che i fidi seguaci li inondino di lodi o contumelie, non importa, loro godono comunque! Garbo ama "conversare" con i suoi interlocutori, come ogni persona educata al dialogo, perché è solo nel dia-logo che il pensiero trova confronto e può svilupparsi, altrimenti resta una katoptromachia (guerra degli specchi), come è stata definita in un articolo molto interessante di Vincenzo Romania.
Insomma, per tornare a questa diavolo di citazione ho cercato a lungo il post  e alla fine l'ho trovato, (Un graffio in testa 3, ma leggete anche i precedenti e i successivi. La serie si chiude con il 7) ma neanche lì citavo l'autore che cercavo. La cosa curiosa però è che poco dopo aver riletto i commenti mi è tornato in mente, è Malraux e il romanzo è La condizione umana. Volevo scrivere un post su sesso e morte, chissà, magari anche sul famigerato gender ma ultimamente sono troppo pigro e ho optato per una soluzione più comoda. Ripropongo qui quanto scritto da Garbo con un video da lui suggerito. Il testo è preceduto dalla citazione di Malraux che mi ha fatto tanto penare e da altre a sostegno di quanto affermo.
***
"Kyo, io ti dirò una cosa singolare, ma che pure è vera... Fino a cinque minuti fa credevo che non te ne sarebbe importato nulla. O forse mi faceva comodo crederlo... Ci sono dei richiami, specie quando si è tanto vicini alla morte (è alla morte degli altri che sono abituata, Kyo), che non hanno nulla a che fare coll'amore", André Malraux, La condizione umana, 1934, Bompiani.
"L’uomo nella sua scelta amorosa soggiace spesso alla tentazione di conquistare quella donna che meglio risponde al particolare carattere della sua femminilità inconscia; una donna, dunque, che possa accogliere senza difficoltà la proiezione della sua anima." Carl G. Jung, L’Io e l’inconscio, Boringhieri, 1973.
"Così come si manifesta, l’eterosessualità maschile è misconoscimento di sé e quindi misconoscimento dell’altro: poiché, infatti, proiettando la propria «femminilità» sulla donna, l’uomo non riconosce più la propria «femminilità» né riconosce la donna." Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, 1977, Einaudi.
***
Sono due mondi quanto mai diversi quelli che si aprono attraverso il filtro della sessualità maschile e femminile. Non dico niente di nuovo, il vaso di Pandora è aperto da tempo, forse aperto male, a sassate, con quella storia della complesso di castrazione che potrebbe essere invece un complesso di protuberanza se non fosse per la casata che continua di padre in figlio e senza ombra di dubbio che sfiori il bimbetto che gioca con il suo scettro. A volte penso che l'uomo sia, consentimi il poco elegante calembour, una sorta di tappa buchi, il suo è un horror vacui che pensa di risolvere riempiendo della sua convessità tutto ciò che gli appare concavo, non sa fare i conti con la morte e in questo modo pensa di scacciarla. Il maschio umano, non diversamente dal maschio di altre specie, ma con l'aggravante di chiamare ragione anche l'istinto più primitivo, traduce spesso la sua sessualità con massime di saggezza come "ogni lasciata è persa". Porta in eredità un passato paleolitico quando usciva dalle caverne a caccia, insieme ai compagni. L'apparato comunicativo del maschio è indirizzato all'abbattimento della preda, azioni veloci, intesa rapida, urla, ogni ritardo può costare la vita. Nel frattempo le donne tessevano relazioni sociali, si guardavano il volto, leggevano le espressioni, azioni lente, intesa silente, ogni ritardo assicura maggiore profondità. E' già un miracolo che i due generi possano illudersi di potersi incontrare. L'unica speranza che un maschio e una femmina hanno di incontrarsi è scoprendosi omosessuali!

La sessualità non è niente di semplice e il richiamare le radici evolutive non significa ricondurla esclusivamente a quelle. Un albero non è le sue radici ma non ne può prescindere. Altrettanto interessante è sapere come sarebbe diventato quell'albero senza l'azione di potatura e se quell'albero in definitiva può esistere così come lo conosciamo senza l'azione del contadino. Sulla sessualità intervengono fattori molteplici, inutile dirlo.
La battuta di amici miei è fantastica ma non è neanche lontana parente della mia. Non c'è relazione amorosa che non abbia complicazioni e difficoltà, non sarebbe una relazione amorosa altrimenti. Due storie diverse, biografie spesso lontanissime, apparati emotivi celati l'uno all'altro e non poche volte anche a sé stessi, devono limare le reciproche intransigenze, scendere a patti con sé stessi prima che con l'altro, accogliere l'altro nel proprio sé e capire cosa dell'altro non deve essere sfiorato, di fronte a tutto questo il corredo cromosomico è un dettaglio da quattro soldi! Crescere è un cataclisma biologico e psicologico, crescere in coppia lo è altrettanto. Nella mia battuta intendevo proprio dire che un uomo e una donna possono incontrarsi perché entrambi scoprono di essere omosessuali non solo perché stabiliscono un rapporto senza complicazioni sessuali ma perché nel gioco di proiezioni che spesso capita di osservare nelle coppie "sacramentate" vedo marte proiettare su venere la propria ombra e innamorarsi di quell'ombra senza mai scoprire la vera faccia di venere, per non parlare del suo sottosuolo. In poche parole l'uomo maschio etero dominante si innamora della donna che ha in sé e che gli hanno insegnato a reprimere, con il risultato che la donna non esiste. Il discorso meriterebbe certamente di essere approfondito e la mia battuta resta una battuta, non è certamente una prescrizione! Penso che nel lavoro di ricerca e di affermazione di sé stessi ci sia un nocciolo di conoscenza dell'altro che si nasconde a chi si sente investito dai crismi della storia e della natura. Quel nocciolo che appartiene a tutte le minoranze, di qualunque tipo, fino a quando restano tali.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog