Magazine Cinema
La trama (con parole mie): Thomas, Costa e J.B. sono tre amici non particolarmente famosi all'interno del loro liceo. Anzi, diciamo che tendenzialmente nessuno se li caga.L'occasione del riscatto, per il gruppo, giunge con il diciassettesimo compleanno di Thomas: i genitori di quest'ultimo, infatti, hanno programmato una partenza per festeggiare il loro anniversario nel corso del weekend, lasciando la casa libera e parecchie regole da rispettare.
Costa, sfruttando la sua faccia tosta, da inizio ad un passaparola su una festa epica che si terrà dall'amico, finendo per scatenare un ritrovo di proporzioni bibliche dove alcool, droga, musica e follia domineranno la scena, ovviamente conditi dal desiderio di sesso facile che pervade queste occasioni.Ora dopo ora, l'evento assumerà le sembianze di una sorta di ribellione al sistema dei giovani partecipanti, e diverrà, che i protagonisti vogliano o no, un punto di partenza per il resto delle loro vite.
Con l'estate ormai più che alle porte, pareva quasi d'obbligo un film che rinverdisse i fasti di Una notte da leoni, da qualche anno capostipite assoluto del genere hangover scanzonato e fracassone come stagione impone: la produzione, anche in questo caso, è legata allo stesso Todd Phillips creatore della fortunatissima saga degli addii al celibato più clamorosi della Storia insieme a quello del sottoscritto - prima o poi avrò modo di raccontarne -, e l'approccio del mockumentary - o presunto tale - è sfruttato in modo da accorciare il più possibile le distanze tra il pubblico ed i protagonisti.
La visione della pellicola di Nourizadeh mi aveva indirizzato verso un altro voto ed un altro tipo di post, ma l'interessante punto di vista di Rumple ha cambiato anche le mie carte in tavola in proposito, così, anche rispetto ad uno dei film più a neuroni zero dell'ultimo periodo, mi sono ritrovato perfino a riflettere: volontariamente oppure no, secondo il già citato omonimo del buon Tremotino, lo script e le vicende di Project X divengono, di fatto, una sorta di terrificante ritratto della gioventù attuale, disposta a sacrificare tutto quello che si ritrova ad avere - casa, amicizie, amori, macchine e chi più ne ha più ne metta - in nome di una ribellione che ribellione non è, perchè mossa principalmente dal più basso degli istinti di sopravvivenza negli anni delle scuole superiori - ovvero non essere considerati degli sfigati - e dal più basso degli istinti di sopravvivenza del resto della vita - ovvero il sesso -.
Per quanto, però, l'ipotesi risulti assolutamente valida ed affascinante, non sono riuscito davvero a sentirmi particolarmente turbato dai risvolti "sociali" di questo film: ogni generazione, probabilmente dall'alba dei tempi, ha sempre visto la successiva come una sorta di ammasso di disperati votati al nulla e senza alcuna vera prospettiva o valore - positivo o negativo che fosse -, e probabilmente la nostra non sarà da meno, così come quella dei Thomas e dei Costa.
Il "grido" dei giovani protagonisti è più, a mio avviso, una sorta di affermazione di se stessi esasperata, ovviamente, dal consolidato format hangover-style inaugurato dal già citato Una notte da leoni: pur sforzandomi, non sono riuscito a rimanere sconvolto per la presunta mancanza di profondità dei "ragazzacci" - in realtà molto figli di papà - creatori di questa festa del secolo, che in nome del party selvaggio e della notorietà derivatane paiono disposti a passare sopra a tutto il resto, fedine penali e stabilità economica comprese.
Al contrario, ho avuto la sensazione di aver assistito ad un tentativo di cavalcare l'onda del successo di un certo stile di Cinema cazzaro e sguaiato senza raggiungere neppure livelli altissimi - ma neppure medi, a ben guardare - di tecnica e divertimento: in questo senso il modello di precedenti come SuXbad rimane assolutamente ad un altro livello rispetto allo stile videoclipparo e rumoroso di Nima Nourizadeh, che se si fosse trovato costretto in fase di post produzione a tagliare tutte le sequenze regolate da un montaggio frenetico con la musica pompata al massimo ed il bombardamento di immagini della festa avrebbe visto il suo film ridursi praticamente ad un cortometraggio.
Anche sul fronte risate, nonostante gli sforzi fatti per costruire il personaggio di Costa come una sorta di novello Bluto, i momenti davvero esilaranti scarseggiano, e anche le trovate migliori hanno il sapore del già visto, specie considerate le (dis)avventure cui ci hanno abituato Phillips ed Apatow con i loro seguaci negli ultimi anni: perfino cose decisamente più soft - almeno sulla carta - come Le amiche della sposa sono riuscite a divertirmi in misura maggiore di questo tentativo teen di imitare un genere che, a quanto pare, rende molto meglio quando è legato ad un "lasciarsi andare" del mondo adulto.
O forse, chissà, sto anche io facendo un discorso generazionale simile a quello di cui scrivevo poco sopra.
Certamente una lettura di questo tipo pare strana ed indubbiamente "alta" per quello che è, di fatto, un inno alla devastazione selvaggia da festa ancora più selvaggia, ma non pensate di avere a che fare con una sorta di film miracolato: Project X è davvero molto, molto meno di quello che è davvero.
Perchè si atteggia a nuovo punto di riferimento senza sapere di essere una piccola, piccola parte di qualcosa di infinitamente più grande normalmente noto come Cinema.
Più o meno quello che succede a tutti noi da adolescenti, quando in lotta con il mondo non vorremmo fare altro che radere al suolo ogni cosa e farci notare, anche quando giuriamo di no.
Più o meno quello che succede quando, una volta cresciuti, guardiamo gli adolescenti ridendo del loro dibattersi e liquidandolo con un buffetto sulla spalla ed un atteggiamento da persone vissute.
Generazioni, appunto.
Di Project X ce ne saranno altri.
E non occorrerà rimanere turbati dal fatto che ci sarà qualcuno - chissà, forse uno dei tanti Thomas, o Costa, o J.B. - che potrà considerarlo come l'agghiacciante ritratto di una generazione senza valori.
Saranno solo invecchiati, e non vedranno più la lotta allo stesso modo.
MrFord
"So let's get a party going (let's get a party going)
now it's time to party and we'll party hard (party hard)
let's get a party going (let's get a party going)
when it's time to party we will always party hard
party hard (party hard, party hard, party hard party hard, party hard, party hard party hard, party hard, party hard...)"Andrew W. K. - "Party hard" -
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