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Definire macabra e rivoltante questa pubblicità è ancora troppo poco. Un corpo femminile che viene tagliuzzato e fatto a pezzi come si farebbe con qualsiasi animale portato in carneficina.
Anche in questa immagine pubblicitaria c’è ben poco da scherzare. Si vorrebbe proporre un’immagine sensuale della donna considerandola questa volta come un alimento arrostito.
In questo caso abbiamo una chiara allusione, nemmeno tanto velata, ad una pratica sessuale. Una donna che passa maliziosamente la lingua sulle labbra sporche di formaggio e a sottolineare ancora di più la natura doppio sensista della pubblicità vi è lo slogan “Mangia come ami”.
Questo rappresenta solo una piccola parte di tutto quello che ci è dato trovare tra i cartelloni pubblicitari affissi nelle strade o nelle pubblicità che vengono proposte per via mediatica. Mi chiedo quanto tempo ancora dovremo aspettare prima che vengano presi dei provvedimenti a riguardo, soprattutto di ordine culturale. Un po’ in tutte le cose parto sempre dal principio che non si può costruire una casa senza porre prima le fondamenta. Allo stesso modo non possiamo aspettarci grandi rivoluzioni culturali se non partiamo dalle piccole rivoluzioni culturali. E cambiare l’immagine della donna che viene continuamente bombardata dalle nostre pubblicità, non è poi un cambiamento tanto piccolo, ma è uno dei tanti tasselli per poter sperare, un giorno, di vedere tutte le donne considerate con dignità in qualunque campo. Tuttavia, come dicevo, il cammino è ancora lungo, e continuerà ad esserlo finchè il tema non verrà trattato con la dovuta serietà da tutti, indistintamente.
Circa un mese addietro, quattro senatrici avevano presentato un disegno di legge per vietare l’utilizzo del corpo della donna a scopo discriminatorio nelle pubblicità. In particolare: “immagini che trasmettono, non solo esplicitamente, ma anche in maniera allusiva, simbolica, camuffata, subdola e subliminale, messaggi che suggeriscono, incitano o non combattono il ricorso alla violenza esplicita o velata, alla discriminazione, alla sottovalutazione, alla ridicolizzazione, all’offesa delle donne”. La risposta del giornale Libero, bene in linea con la mentalità mediocre che purtroppo è diffusa in Italia, è stata la seguente:
Posizione distanziata e risposta al problema del tutto diversa invece ci vengono date dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, che spesso si è attivata nel tema dei diritti delle donne e ha espresso più volte la sua opinione in merito alla pubblicità sessista. “È inaccettabile che in questo paese - ha spiegato - ogni prodotto, dallo yogurt al dentifricio, sia veicolato attraverso il corpo della donna.” E ancora: “Basta all'oggettivazione dei corpi delle donne perchè passa il messaggio che con un oggetto puoi farci quello che vuoi.”
Insomma, un'Italia migliore è possibile ma affinchè ciò avvenga dovrebbe esserci una presa di coscienza da parte di tutti su quanto, alcuni dettagli apparentemente anche innocui, possano invece fare la differenza.
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