D'accordo, sono sentimentale... e la questione del sud mi prende molto, non per motivi di ingiustizia sociale o di sconclusionati federalismi, ma perché so per esperienza diretta cosa voglia dire vivere nel meridione o nel settentrione (soprattutto se si considera che ho un animo "teutonico" e apprezzo molto l'efficientismo). Non saprei dire, però, cosa mai mi abbia preso.
La storia che Benvenuti al sud racconta è quella di un trasferimento coatto, per punizione, del very lumbàààrd Alberto (Claudio Bisio, appunto) a Castellabate, in pronvicia di Salerno, jamme jà, dove trova una situazione che sfida qualunque più catastrofico pregiudizio: orari e stili di lavoro scombinati e perlomeno discutibili, scomposta rilassatezza mediterranea e una realtà immaginifica e barocca che l'ironica regia di Luca Miniero sa trasformare in una gustosa parodia horror. E dico subito che la regia (che, qui, per semplificare molto, intenderemo inclusa di fotografia, scene e luci) è la sorpresa più piacevole di Benvenuti al sud: dinamica, vivace, ma suggestiva e in grado di soffermarsi sulla bellezza mozzafiato delle coste campane (come se poi ci volesse molto, con un luogo che, non a caso, è stato inserito dall'UNESCO tra i luoghi più belli d'Italia!).
Ma, ripeto, sono le storie e le persone a fare la differenza, non a caso la bellissima, fatale Maria (una dolcissima Valentina Lodovini) invita più volte Alberto a guardare alla realtà del luogo e dei suoi abitanti più che a un astratto sistema di lavoro. Ma Maria ha, a sua volta, un problema e questo problema si chiama Mattia (un amabile Alessandro Siani, pensieroso e scuro), che non vuole lasciare l'alveo materno - dove scorrono fiumi di zabaione - per farsi una vita con la donna amata da sempre. Completano il quadro i due Constabile (Nando Paone e Giacomo Rizzo), coppia di comici italiani - e meridionali - per antonomasia, scombnati, complici e saggi. Come può Alberto rinunciare a tutto questo per tornarsene alla sua nevrotica e sempre insoddisfatta Silvia (Angela Finocchiaro, capace di ben altro che una pallida caricatura,, come dimostra qui)? Come farà Alberto a tornare alla vita frenetica e anonima della sua terra, così come la vive lui?