#PromessaMantenuta, quando 21 giorni possono bastare

Creato il 15 dicembre 2015 da Valentinap @mammeaspillo

Il social reality #PromessaMantenuta volge al termine dopo 21 giorni… Secondo voi saranno bastati ad instaurare un’abitudine? O dovrò ancora discutere con marito e figlie?

Che cosa sono 21 giorni nella vita di una persona? Niente, direte voi. Se poi parliamo della vita di una donna, 21 giorni non sono nemmeno quelli di un ciclo mestruale completo. Eppure 21 giorni possono rappresentare tanto se si parla di promesse mantenute: ve lo dimostriamo noi con #PromessaMantenuta.

Ricordate? Il 16 novembre la mia famiglia, ovvero io, Andrea, le mie bimbe Elena Sofia e Giulia e nostra figlia Eva Maria abbiamo iniziato un percorso documentato dal social reality di Kinder Cereali che aveva come finalità quella di far mantenere ad Andrea una promessa (nello specifico mettere a letto le bambine) facendomi “guadagnare” alcuni minuti liberi al giorno, da utilizzare a mio piacimento. Un percorso di 21 giorni, perché in 21 giorni – lo dice la scienza – un gesto diventa abitudine. Ecco perché il titolo “Promessa Mantenuta”; ma tra bambine riluttanti e marito sta-impegnato, l’avranno poi mantenuta questa promessa?

La risposta è ni. Eva Maria non ne ha mai voluto sapere di farsi mettere a nanna dal papà e in qualche occasione Andrea non è stato particolarmente presente. Però c’è stata una meravigliosa sorpresa: le bimbe più grandi si sono abituate a questa novità già dopo pochi giorni e alla fine dell’esperimento mi sento di affermare che loro la promessa l’hanno mantenuta davvero, da perfette donnine che capiscono che la loro mamma ha bisogno di un pò di respiro per amarle nel modo migliore.

C’è da dire che, per quanto bella, un’altra sorpresa ha contributo a destabilizzare un tantino gli equilibri: nel corso della prima settimana del reality io e Andrea abbiamo detto alle bambine che avranno presto un altro fratellino e se questo ha spinto le maggiori a lasciarmi riposare di più, Eva mi si è letteralmente attaccata come una cozza. Quindi non solo è restata stoicamente sul divano come me fino all’una di notte ogni sera mentre il papà cercava di metterla a letto, ma ha anche occupato gran parte del tempo che Andrea mi ha “regalato”.

Ma va benissimo così: la prima mezz’ora libera l’abbiamo impiegata facendo shopping per il fratellino e da quel momento non si è staccata più dalla mia pancia e ci parla già come una vera sorella maggiore.

Il resto del tempo libero l’ho impiegato per fare cose che non facevo da tanto tempo. Una manicure come si deve, un quarto d’ora di musica altissima ascoltata in un bagno caldo pieno di schiuma e condito da una nuvola di soffice borotalco e soprattutto lei, LA PALESTRA. Sì, alla fine ce l’ho fatta, dopo cinque anni di continui “ok, da lunedì vado”. Non ci tornavo da cinque anni e l’impatto è stato abbastanza duro e al ritmo di una ventina di minuti al giorno per non svenire, mi fa male qualsiasi muscolo esista nel mio corpo, ma mi sento davvero meglio!

E’ strano come basti davvero poco – in questo caso un reality grazie al cui tuo marito ti fa rimpossessare di dieci minuti del tuo tempo di DONNA ogni giorno – per prendere decisioni che rimandiamo da tanto e che hanno il potere di farci stare davvero meglio… Fisicamente, ma anche e soprattutto mentalmente.

Sto preparando il mio corpo ad affrontare un nuovo periodo di grande stress, ma sto anche liberando la mia mente a piccole dosi dai problemi e dalle preoccupazioni che tutte abbiamo e che crescono in maniera esponenziale ad ogni figlio. Sarò una buona mamma per questo quarto figlio, anche se non faccio altro che correre? Non lo so, nel dubbio mi concentro sullo step a ritmo di musica.

Insomma, 21 giorni che portano con sè un qualcosa di assolutamente positivo, aldilà di un’abitudine che si è più o meno consolidata: la consapevolezza reale (perchè nella teoria siamo tutti bravi, ma è la pratica che spesso ci frega) che basta davvero poco per fare di una mamma una donna molto più rilassata. Spesso basta un gesto, una PromessaMantenuta come quella di Andrea per farci capire che non siamo così sole come a volte ci sentiamo (e non dite che non è così perché capita a tutte, anche con il migliore dei mariti al proprio fianco) e che i nostri figli e i nostri compagni possono diventare i primi alleati nel nostro percorso verso l’equilibrio familiare e personale. Basta responsabilizzarli…

Cosa faremo ora? Il mitico pulsante rosso continuerà a farci compagnia e ci daremo dei piccoli compiti reciproci, delle micro promesse da mantenere a turno ogni giorno, cercando di affrontare con l’arma dello spirito collaborativo e dell’ironia le piccole e grandi difficoltà di ciascun componente della nostra big family. Ovviamente continuando a premiarci con tanto cioccolato:)