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Prometeo e la guerra - 1936: anticipazioni (1)

Creato il 17 giugno 2010 da Mcnab75
Prometeo e la guerra - 1936: anticipazioni (1)

Credo sia giunto il momento di darvi qualche anticipazione su Prometeo e la guerra – 1936, secondo libro della mia prima saga attualmente in fase di completamento.

Ovviamente devo considerare che molti non hanno ancora letto 1935, e quindi l'esigenza di evitare spoiler colossali è d'obbligo.

Cominciamo col dire che se il primo libro era un romanzo giallo in salsa ucronica e dieselpunk, il secondo vira con decisione verso lo spionaggio. Genere che tra l'altro omaggio con una guest star a sorpresa (una delle tante) che ho inserito con vero godimento tra le mie pagine.

In 1936 siamo oramai alle soglie di una nuova crisi internazionale che rischia di compromettere il ventennio di pace seguito alla vittoria degli Imperi Centrali nella Grande Guerra. I pangermanisti dei due Imperi spingono sempre più per la creazione della Grande Germania, la Großdeutschland, un'entità sovranazionale che s'imporrebbe ancor di più come dominatrice assoluta della scena euro-asiatica. Per ironia della sorte Casa Asburgo, minacciata dagli usurpatori del Fronte Patriottico, può difendere la propria legittimità a governare solo stringendo una duplice alleanza col Primo Ministro fascista inglese, Sir Mosley, e con il redivivo rivoluzionario italiano Benito Mussolini, ex nemico giurato degli austro-ungheresi.

In questo complicato scenario politico tutti gli imperi e i governi fanno la conta delle loro risorse belliche. Laddove i tedeschi possono contare su un'assoluta superiorità tecnologica, i lealisti asburgici non godono più della potenza bellica che i Prometei fornivano loro sul finire della Grande Guerra e negli anni immediatamente successivi. Gli inglesi, loro alleati, dispongono dell'enorme serbatoio umano garantito dalle truppe coloniali, ma sono consapevole che esso non basterà per sconfiggere i caccia a turbogetto, i carri armati da 1000 tonnellate e le altre diavolerie tecnologiche a disposizione del Kaiser.

Ecco dunque la necessità di trovare il classico asso nella manica, il colpo a effetto in grado di ribaltare le sorti di un conflitto che pare perso in partenza. Qualcosa al pari dei Prometei nella primavera nel 1918.

E questa carta a sorpresa pare corrispondere a un poco noto inventore italiano, il professor Ugo Tiberio, impegnato in alcune ricerche per conto del neutrale Regno d'Italia, che si candida dunque a essere un crocevia di spie e agenti segreti...

 

Ora vi lascio a una doverosa introduzione sociopolitica del mondo parallelo in cui si svolgono le avventure della trilogia 1935-1936-1937. Questa è solo la prima parte. Spero non risulti noiosa. A ogni modo la troverete in versione integrale come appendice di 1936.

 

 

La situazione politica nel mio “what if” - 1: Pangermanisti, Arditi e Fascisti

 

Con la vittoria degli Imperi Centrali, la Germania del mondo di Prometeo non ha mai conosciuto la nascita del Nazionalsocialismo. I Nazisti presero il potere anche (soprattutto) sull'onda lunga della sconfitta tedesca del '14-'18, a cui seguì la sfortunata esperienza di Weimar e lo scontento di un popolo intero, che videro dunque in Hitler una sorta di Messia salvifico.

Va da sé che, in un mondo in cui il Deutsches Kaiserreich ha invece trionfato, tale spettro non ha avuto modo di manifestarsi.

Ecco come vanno le cose...

 

L'Impero Tedesco è spinto da un forte sentimento pangermanico, che sia il Kaiser sia il Cancelliere sostengono da tempo. L'intento di unificare politicamente tutte i popoli di lingua tedesca ha origine nel XIX, ma trova vero compimento a vent'anni dalla fine della Grande Guerra. Il Secondo Reich tedesco ha trovato, nel corso degli anni, diversi appoggi austriaci nel perseguire tale progetto. In particolare la nascita del partito Fronte Patriottico1, guidato dal leader politico viennese Engelbert Dollfuss e dal principe Ernst Rüdiger Starhemberg, ha permesso ai pangermanisti tedeschi di porre le basi di un'unificazione tra i due Imperi Centrali.

Casa Asburgo è da sempre contraria a tale ipotesi. La duplice monarchia ha infatti vasti possedimenti nell'est d'Europa. Dominii fedeli all'imperatore Otto d'Asburgo-Lorena, anche se i loro problemi economici costituiscono da sempre un peso per i bilanci del governo centrale.

Nei progetti dei pangermanisti del FP l'Impero dovrebbe invece smembrarsi, unendo i ducati centrali a una nuova entità nota come “Grande Germania”, e trasformando i rimanenti dominii rispettivamente in colonie, protettorati o stati satellite.


Prometeo e la guerra - 1936: anticipazioni (1)

(Simbolo del Fronte Patriottico)
 

Attenzione però: il Secondo Reich non ha particolari connotazioni xenofobe o razziste. Al di là di una sostanziale poca stima per i popoli slavi, i tedeschi non perseguitano gli ebrei, né altre minoranze etniche. Sebbene il sangue germanico sia considerato per nascita superiore e destinato a governare il mondo, non sono note politiche discriminatorie in nessun dominio del Kaiser. Solo i popoli delle colonie africane e asiatiche vivono tali restrizioni, ma questo è un fattore comune a tutto il fenomeno colonialista, di qualunque nazionalità esso sia.

Il Fronte Patriottico è invece più violento nei confronti degli stranieri “non germanici”, anche perché i ducati austriaci patiscono maggiormente l'immigrazione da parte dei cittadini transleitani, in cerca di lavoro e fortuna nella Mitteleuropa. Parimenti i sostenitori del FP chiedono all'Imperatore di abbandonare la scienza “eretica” dei Prometei, per puntare piuttosto sulla concreta, moderna scienza meccanica di cui sono maestri i cugini tedeschi.

Non sono da trascurare, in tal senso, le pressioni del nuovo Papa, l'alsaziano Sisto VI, che non apprezza la deriva “progressista” di Casa Asburgo, adoperandosi quindi affinché il trono austriaco torni a ergersi come difensore della Chiesa.

 

Se in Germania non si è mai accesa la fiamma del Nazismo, nel resto d'Europa qualcosa di simile è andato diffondendosi in maniera imprevista e pericolosa.

In Italia, nell'immediato dopoguerra, il rivoluzionario Benito Mussolini fondò il Partito degli Arditi, composto soprattutto da reduci, veterani ed ex socialisti massimalisti. Il tentativo mussoliniano di prendere il potere nel nord fu però stroncato dalle autorità imperiali, che occupavano il Lombardo-Veneto, trasformato in un regno vassallo. L'ex maestro di Predappio, fuggito in Inghilterra, ha fatto perdere le sue tracce per quasi vent'anni, ma non sono pochi coloro che non hanno dimenticato lo spirito combattivo e orgoglioso degli Arditi. Specialmente se paragonato alla politica molle e autarchica del mutilato Regno d'Italia.

Col ritorno imprevisto di Mussolini nel Lombardo-Veneto minacciato dagli usurpatori del FP, il Partito degli Arditi è ricomparso prepotentemente sulla scena, imponendosi subito come forza trainante dei dominii asburgici dell'Italia settentrionale. Dimenticando il vecchio odio per gli austriaci, Mussolini si è detto pronto a combattere per l'Imperatore, contro l'ipotesi di una Grande Germania egemonista e accentratrice. In realtà i vertici del Partito contano di ricavare un crescente consenso, tale da indurre un domani Vienna a concedere ampie libertà a quei territori in cui gli Arditi si presentano come forza politica predominante.

Per raggiungere questo obiettivo essi puntano sull'amicizia e la protezione del primo, vero allievo di Benito Mussolini: il Primo Ministro inglese Oswald Mosley.


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(La bandiera del British Union of Fascists che mostra il "fulmine cerchiato" , che significa "azione con unità")

Sir Mosley è un'anomalia per il suo popolo: conquistato il potere dopo anni di crescente consenso, il barone dello Staffordshire ha “fascisticizzato” l'intero Regno Unito, trasformando la BUF, la British Union of Fascist, nel primo partito del paese. Questo anche grazie a Re Edoardo VIII, primogenito di Giorgio V e a lui succeduto nel 1934. Edoardo ha spiccate simpatie per l'ideologia fascista promossa da Mosley, e crede che solo essa sarà in grado di ridare all'Impero Britannico il lustro perso con la sconfitta del 1918.

Mosley, ex laburista ed ex fabianista, deve la sua svolta politica a Benito Mussolini, accolto nello Staffordshire dopo la sua fuga da Milano nel 1919. I due sono legati da un rapporto di profonda stima e amicizia, nonché da una visione comune del futuro europeo: un forte blocco fascista e rivoluzionario, antitedesco, anticomunista, anticlericale. Per raggiunge tale sogno utopistico Mosley è disposto a offrire alleanza a Otto d'Asburgo-Lorena, in particolar modo contro gli usurpatori del FP. Ma è lecito sospettare che la BUF intenda utilizzare la decadente Casa Asburgo come testa di ponte per l'Europa continentale, privandola poi man mano di reale potere e influenza.

 

La BUF, a differenza dei pangermanisti, ha adottato una dura politica razziale che prevede lo sfruttamento delle colonie della Corona, la lotta alle infiltrazioni giudaiche nell'economia di stato e una serie di iniziative corporativiste atte a centralizzare il potere nelle mani del Partito.

Prometeo e la guerra - 1936: anticipazioni (1)

(Il giogo e le frecce, simbolo della Falange)

 

Un altro partito di forte impronta fascista è la Falange Spagnola, che in terra iberica si oppone alla “deriva” repubblicana e marxista del Fronte Popolare. I falangisti hanno dato il via a una guerra civile già nel 1935, con l'intento di portare al potere i generali filo-nazionalisti Francisco Franco, Emilio Mola, Gonzalo Queipo de Llano e José Sanjurjo. Il primo e il secondo, in particolare, si pongono come alfieri della lotta antirepubblicana. Essi però diffidano delle altre potenze europee, temendo che sia i tedeschi, sia gli austro-ungarici sia gli inglesi e forse anche i russi non vedano l'ora di mettere le mani sulla Spagna per farne un dominio in un punto strategico del Vecchio Continente.

Al momento la guerra civile è in pieno svolgimento e forse qualcosa sta cambiando sul fronte delle possibili alleanze. Se Francisco Franco rischia di cedere ai corteggiamenti del Fronte Patriottico filotedesco, grazie anche alle pressioni del Vaticano, Emilio Mola pare ora più che disponibile a valutare un aiuto da parte di Mosley, in cambio di una futura collaborazione tra la Spagna falangista e l'Inghilterra fascista. Questa discordanza di vedute potrebbe portare anche a uno spaccamento all'interno della Falange Spagnola, in cui Mola gode di crescenti consensi, al punto da farsi già chiamare Caudillo (leader).
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1I link in questione si riferiscono alle reali descrizioni dei movimenti politici citati, e non a ciò che sono invece nel mondo parallelo di Prometeo.
 

Prometeo e la guerra - 1936: anticipazioni (1)

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