Eccovi altre anticipazioni su Prometeo e la guerra, con nozioni ed estratti che accomuneranno entrambi i volumi del dittico (1935 e 1936). Per il momento l'attenzione è ancora concentrata sugli Assemblati, che costituiscono una parte importante, ma non determinante delle novel (e questa, di per sé, è un'altra informazione supplettiva).
A breve seguiranno delle brevi note biografiche dei personaggi storici realmente esistiti, ma reinterpretati a uso e costumo della mia storia. E altre... sfiziosità.
2- Gli Assemblati: Brevi nozioni di biologia e psicologia
Come già accennato gli Assemblati nascono da un oscuro processo che mischia galvanismo, chirurgia eugenetica e – probabilmente – antichi segreti alchemici risalenti agli esperimenti di Raimondo Di Sangro. L'esatta procedura di creazione di queste creature è forse il segreto meglio protetto dell'Impero, e finora né altri scienziati né spie sono riusciti a scoprirlo.
Quando furono creati i primi Prometei, Guido Von Frankenstein optò per le medesime scelte fatte dal suo illustre antenato nel 1800. Visto che l'Esercito aveva bisogno di un'arma che fosse al contempo psicologica e vincente, l'ipotesi più semplice, quella di rianimare i singoli soldati morti, fu scartata a priori. Lo staff di Von Frankenstein optò quindi per cucire insieme parti di cadaveri, al fine di ottenere esseri umani più forti e resistenti. In tal guisa ciascun Assemblato è dotato di una muscolatura composita, inesistente in natura. Questi muscoli supplettivi garantiscono loro una forza fisica triplice rispetto a un uomo in ottima forma fisica e allenato al combattimento corpo a corpo. Allo stesso modo molti Prometei possiedono organi supplettivi (solitamente cuore, fegato, polmoni), in modo da poter resistere a ferite inabilitanti. In linea di massima è dunque molto più difficile abbatterne uno utilizzando armi leggere da fanteria.
Sempre nell'ottica della “guerra psicologica”, i primi chirurghi frankensteiniani optarono per implementare l'altezza delle loro creature, allungandone la struttura del torace o del bacino, modifica tra l'altro supportata dall'innesto di muscoli addominali e all'ampliamento dello sterno.
Il risultato finale è dunque impressionante: esseri pieni di cicatrici, a volte sproporzionati nei rapporti tra le varie parti ricucite, eppure alti ben più di due metri, dotati di una possanza fisica non apollinea, ma annichilente. La pelle livida e l'espressione apatica, ma ferale durante la battaglia, concorrono a completare l'effetto cercato dai loro creatori.
(Un raro estratto fotografico dal laboratorio di Bregenz: fase di rianimazione di un Prometeo. Per gentile concessione dell'archivio fotografico imperiale).
Gli Assemblati sono, biologicamente parlando, simili ai normali esseri umani. Hanno dunque bisogno di cibarsi e di dormire, seppure siano assai più refrattari a fatica, stanchezza e sonno. Subiscono assai meno anche gli effetti di freddo o caldo intenso, pur essendo piuttosto sensibili al fuoco, che sembra attecchire con facilità alle loro carni, forse per effetto dei conservanti chimici usati in fase di creazione.
Una delle principali differenze tra Prometei ed esseri umani sta invece nell'incapacità dei primi a perpetrare la loro specie. Non solo perché gli Assemblati femminili sono rarissimi, bensì perché l'apparato riproduttivo di questi esseri non ha più alcuna funzionalità dal momento stesso del ritorno in vita. Allo stesso modo anche i loro stimoli sessuali paiono essere lasciati per sempre alle spalle, nei sudari, nelle tombe e sui campi di battaglia.
I Prometei non hanno ricordi delle loro vite precedenti. Nessuno in assoluto, se non quelli basilari comuni a tutti gli esseri umani: camminare, nutrirsi, dormire, scaricarsi. Un ricordo specifico tipico di tutti gli Assemblati, nonché l'unico del periodo intercorso tra la morte e il ritorno alla vita, è quella di un “grande bianco”. Le opinioni di psicologi e antropologi sono assai divergenti, nell'attribuirgli un significato. Si va dalle ipotesi di derivazione religiosa a quelle di natura neurologica, ma la verità pare ben lungi dall'essere rivelata.
Visto il reset che i Prometei subiscono nel processo di creazione, ciascuno di loro viene fin da subito sottoposto a un processo di imprinting da parte di istruttori, supervisori e medici. Tale processo è duplice: da una parte si mira a renderli in grado di interagire con ciò che sta loro attorno, dall'altra si tratta di un vero e proprio addestramento militare. La prima fase dell'imprinting ricorda, per certi versi, la fase di training a cui vengono sottoposti i cani da combattimento (o altri animali simili). Ciascun Assemblato impara una serie di stringhe di comando (chiamati protocolli) associate a specifiche manovre tattico-belliche. Ascoltandole – se associate a particolari uniformi, insegne o a singoli ufficiali – li può far passare da uno stato di apatia allo stato di “piena operatività”.
A guerra vinta i Prometei sono stati confinati in particolari ghetti, a metà tra dei quartieri civili e dei baraccamenti militari. Tuttavia il loro interesse per il mondo che li circonda è minimo. Sono silenziosi, senza particolari obiettivi per il futuro, né tantomeno ambizioni personali. Come se la morte, già provata una volta, li abbia privati da quel minimo senso di speranza che spinge gli esseri umani a lottare e faticare per un obiettivo. Quando non sono impegnati in addestramenti o semplici lavori manuali (per decreto imperiali i Prometei non possono svolgere lavori come operai o braccianti), gli Assemblati si dedicano a lunghe passeggiate, cercando il contatto con la natura e un'interazione minima indispensabile con gli umani.
(L'attore Colin Clive nei panni di Guido Von Frankenstein in "La guerra di Frankenstein". Per gentile concessione di Universal Studios)