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Prometheus di Ridley Scott

Creato il 16 settembre 2012 da Spaceoddity
Prometheus di Ridley ScottHo atteso Prometheus (2012) con una certa curiosità, anche per la convinzione - mi accorgo, errata - per cui un regista che viene da altri generi può portare nella fantascienza una ventata di novità intellettuali degne di tutto rilievo. Se c'era una cosa che non mi aspettavo, dunque, è che, mentre ha realizzato un superbo spettacolo in 3D, Ridley Scott potesse dirigere e produrre un film tanto fallimentare: piatto, prevedibile, banale. La terza dimensione costituisce, di fatto, l'unica ragione di spessore di un prodotto narrativo privo di qualsiasi coesione e organicità.
La storia è quella di una missione su un pianeta lontano dalla terra alla fine del ventunesimo secolo. Protagonista della ricerca è una coppia di scienziati, alle prese con domande metafisiche tanto urgenti quanto personali e abbrutite dal senso di ridicolo che suscitano negli altri. Lei, Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) è credente, fedele, tenace; lui, Charlie Holloway (Logan Marshall-Green), è più fragile e romantico. Meredith Vickers (Charlize Theron) rappresenta l'azienda che ha finanziato l'impresa, mentre un robot, David (Michael Fassbender), veglia sulla spedizione con la sua disumana assenza di bisogni corporei e il capitano Janek (Idris Elba) guida la nave Prometheus. L'equipaggio raggiunge il pianeta degli "ingegneri" - coloro che verosimilmente avrebbero creato l'essere umano - e lo perlustra con l'atteggiamento archeologico consueto alla fantascienza, ma presto scopre che quel posto in realtà è un serbatoio di morte, di creature mostruosamente ostili all'uomo.
Non c'è riassunto della trama che possa rovinare il film più di quanto non faccia lo stesso film. Prometheus procede per balzi e per buchi narrativi imbarazzanti (ma ancora accettabili) nella prima parte, mentre cade proprio nel ridicolo nella seconda metà del film, quando lo spettatore ha abbandonato qualsiasi pretesa di coerenza. È anche improprio dire che c'è troppa carne al fuoco, perché semmai quasi non c'è fuoco. La replica di episodi celebri non fa, di questo film diretto e prodotto da Ridley Scott, un prequel di Alien, come lasciano prefigurare molte scene, e in particolare l'epilogo, inquietante nunzio di un sequel (per altro già annunciato). Di fatto, Prometheus colleziona tutti i difetti tipici di una cultura banalizzata fino allo squallore, tra ricordi mitologici alterati - puro alibi pseudodottrinario - e assenza di qualsiasi nesso di causa-effetto (mi riferisco alla dinamica interna al film, non a preconcetti scientisti o realisti).
Prometheus di Ridley ScottPrometheus è un colabrodo di indizi random, dove ogni spiegazione perde senso e quelle che vengono fornite precipitosamente non hanno la dignità di assurgere a ragioni che esplichino cosa accade in questo pianeta lontano dalla terra. Domande di senso tanto radicali (chi siamo, da dove veniamo, perché siamo stati creati) restano di fatto senza una risposta, ma smettono addirittura di essere interrogativi veri, contraddetti come sono dalla trama stessa e affidati ai personaggi più macchiettistici del film: o troppo deboli e sentimentali o al di fuori di ogni realtà umana (la scena del "parto" rasenta il demenziale e ha provocato le giuste risate in sala). L'essere umano viene presentato non come frutto di metamorfosi o lenta evoluzione, non di un progressivo perfezionarsi, ma di un gioco combinatorio, che sostituisce una forma a un'altra con esasperante arbitrarietà, fino alla "sorpresa" finale. È su simili, assurde produzioni che poggia lo smarrimento odierno e l'ingenuità nei confronti della scienza e di Dio; o, per dirla in altro modo, se Ridley Scott voleva parodiare questo smarrimento, Prometheus potrebbe essere un capolavoro, ma ai Monty Python sarebbe riuscito ancora meglio.

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