la locandina italiana di Prometheus
La trama – Anno 2089. Un team di archeologi trova alcuni artefatti preistorici, in varie parti del mondo, che potrebbero portare a formulare una nuova teoria sull’origine della specie umana. Per scoprire la verità si imbarcheranno in un’avventura che li porterà a scoprire i terribili segreti nascosti nelle profondità più oscure dell’Universo.
L’opinione – La sfida che Prometheus vuole portare avanti è molto elevata: essere un prequel del capolavoro del 1979 Alien. Per vincerla torna dietro la macchina da presa lo stesso regista dell’originale, Ridley Scott, e davanti ad essa un cast d’eccezione: Noomi Rapace, Charlize Theron, Michael Fassbender e Guy Pearce.
I numerosi fan della saga fanta-horror potranno divertirsi a riconoscerne i numerosi rimandi: dalla struttura narrativa all’iconografia scenografica, come le nuove creature biomeccaniche create da Ginger. Questo gioco di riferimenti rimane, però, uno dei pochi punti di forza della pellicola. Nel film, infatti, si notano due tratti ben distinti: il primo è quello visivo e tematico del grande regista tornato nel pieno della sua forma; il secondo è quello narrativo di Damon Lindelof, noto sceneggiatore di Lost.
il cast di Prometheus – foto da entertainment.howzit.msn.com
Il risultato è un film che ricorda molto la puntata pilota di una possibile serie televisiva, concepito quindi per avere più sequel, a discapito di un più dosato e coerente gioco narrativo di rivelazioni e suspense. Ridley Scott dà prova di essere ancora capace di creare delle immagini visivamente avvincenti, oltre a riprende molti temi a lui cari: tenacità e coraggio declinati al femminile (con una Noomi Rapace in forma e fisicamente molto simile alla Ripley della Weaver), la ricerca di un’umanità che deve prima essere definita (anche attraverso la scoperta delle origini), il rapporto complesso ed a volte ambiguo tra creatore e creatura, il tentativo di raggiungere l’immortalità ad ogni costo. Purtroppo è proprio questo titanismo di intenti che affonda il film.
La sceneggiatura di Lindelof pone molte domande a cui risponde solo con altre domande, col risultato di creare tanti avvenimenti paralleli e lanciare molti spunti di riflessione che, però, non sa portare ad una coerente unità, impedendo alla storia di decollare. Il film dà quindi la sensazione di essere retto da una forma magistrale ma da contenuti confusi. Gli stessi personaggi risultano essere monodimensionali, a parte il sagace e malinconico androide David. Bisogna però notare come gli interpreti riescano tutti a dare al film ottime prove attoriali, a cominciare da un glaciale Fassbender. Prometheus non può essere un capolavoro anche se, in fin dei conti, rimane un film sorprendente.
Voto finale: sei e mezzo.
Filippo Picinelli