"Frateeelli d'Italia, l'Itaalia s'è desta...
Hey, perché mi guardate tutti male? Ho sbagliato inno?"
Promised Land (USA 2012) Regia: Gus Van Sant Sceneggiatura: John Krasinski, Matt Damon Cast: Matt Damon, Frances McDormand, John Krasinski, Rosemarie DeWitt, Titus Welliver, Hal Holbrook, Scoot McNairy, Lucas Black Genere: fracking Se ti piace guarda anche: Erin Brockovich, L’uomo della pioggia, Di nuovo in gioco, Thank You For Smoking
Promised Land è un film sul fracking. Nonostante suoni come qualcosa di sessuale, non è qualcosa di sessuale. Il fracking è infatti la fratturazione idraulica utilizzata per sfruttare i giacimenti di gas naturale presente nel sottosuolo.
CROLLO DEI CONTATTI SU PENSIERI CANNIBALI
"So' Matt Damon ma giro ancora in pullman.
Vedete? Sono proprio come voi poveri comuni mortali sfigati."
Hey, ci siete ancora? Mi rendo conto che non è proprio il tema più accattivante su cui costruire una pellicola e, sarà mica per questo?, il film negli USA si è rivelato un discreto flop e in Italia sta andando ancora peggio. Eppure Promised Land è una pellicola in grado di offrire spunti di riflessione e allo stesso tempo si rivela miracolosamente un intrattenimento di ottimo livello. Questo perché io sono il più grande appassionato di fracking d'Italia? Nient’affatto. In fondo, anche senza scavare fino a dove c’è il gas naturale, quello del fracking è solo lo spunto di partenza per altro, per riflettere sull’America, così come non solo sull’America. Riflettere sul potere dei soldi e sull’influenza che può avere sulla vita e sulle decisioni che prendiamo. Tutto ruota intorno al denaro. O no? Ci sono persone che credono di poter comprare tutto, con il denaro. A voi chi viene in mente? A me un certo imprenditore politico miliardario che crede di poter conquistare chiunque con i soldi, con le lettere e con le sue proposte shock. Non tutto però e in vendita. Non tutti sono in vendita.
In Promised Land, la potentissima compagnia di estrazione di gas naturale Global spedisce in una cittadina che si trova proprio sopra a un prezioso giacimento di gas due suoi agenti. Il motivo? I due, Matt Damon + Frances McDormand, dovranno cercare di convincere la popolazione locale a vendere la loro terra per poter mettere gli impianti della Global. A qualcuno, al solo sentire la possibilità di guadagni milionari, gli occhi faranno $ $
"Credo di parlare a nome di tutti i giovani dicendo che non voglio
che Marco Mengoni venga a cantare nella nostra cittadina!"
Qualcun altro invece, memore di Erin Brockovich, avanzerà qualche dubbio. Va bene i soldi, ma non è che ci sono dei seri rischi legati alla salute? Tumori, deformazioni, intossicazioni, morte? Tra le due fazioni, pro e contro, si scatena quindi una dura battaglia, che sfocerà nelle elezioni comunali. E le elezioni, qualsiasi tipo di elezioni, sanno tirare fuori il peggio dalle persone. Lo sappiamo fin troppo bene. Contro i rappresentanti della Global, arriverà a dar man forte al partito del no capeggiato dal nonnino sprint Hal Holbrook l’ambientalista John Krasinski. Matt Damon e John Krasinski dunque rivali sullo schermo, mentre nella vita reale… No. Cosa pensate? Non stanno insieme. Hanno però scritto a 4 mani la sceneggiatura del film, calibrando bene gli elementi. Da una parte la vicenda sociale, la causa ecologista, il tema della prepotenza delle multinazionali, l’impegno a lasciare un messaggio. Dall’altra gli elementi più hollywoodiani e di intrattenimento, come una buona dose di humour e pure una parte sentimentale.
"C'è una lettera di una fan per te...
Ah no, ho letto male: è per Matt Damon come tutte le altre."
Promised Land è un film che ha tutto, al suo interno. Profondità e leggerezza. Gente fighetta di città e campagnoli bifolchi di campagna. Buoni e cattivi. Dove i buoni non sono come appaiono e i cattivi non sono tanto cattivi.
“I’m not the bad guy.” “Non sono il cattivo,” dice Matt Damon. Dobbiamo credergli? Dobbiamo credere a un uomo che cerca di comprare il terreno e il favore delle persone locali con quello che chiama “fuck-you-money”, dove con l’espressione “fuck-you-money” si intende una cifra di soldi così schifosamente alta da poterti permettere di mandare a quel paese chiunque? Dentro alla pellicola troviamo quindi sia il cinema commerciale che il cinema alternative, con il secondo ad avere la meglio, perché Promised Land è un film alternative americano. Alternative non vuol dire indie. I due termini possono sembrare simili, sono simili a dirla tutta, eppure c’è una differenza. Gus Van Sant fa cinema alternative da quando la parola indie non era ancora nata o almeno non era ancora cool pronunciarla. E questo è un film alternative, di quelli alla Steven Soderbergh. Oltre che un film alternative, è un film molto americano, che mi ha ricordato per diversi aspetti Di nuovo in gioco, quello con Clint Eastwood, solo con il fracking al posto del baseball. Il tutto accompagnato dalle belle musiche di Danny Elfman, per una volta al servizio di un regista che non risponde al nome di Tim Burton, e impreziosito (?) persino da un momento “fordiano”, sulle note del Boss Bruce Springsteen, dalla cui canzone "Promised Land" questo film ruba il titolo. E io che pensavo si fossero ispirati a Eros Ramazzotti...
"Mi chiamano l'Uomo in Nero, piccola, vuoi scoprire perché?"
Una storia già vista, quella di Promised Land, eppure raccontata tremendamente bene. Una storia di quelle di cui non so voi, ma io sento il bisogno, oggi come oggi in cui tutti sembrano disposti a tutto per i soldi: uccidere, uccidersi, credere di nuovo alle promesse di un piazzista politico e alle sue lettere… So già che qualcuno accuserà questo film di essere buonista e moralizzatore, e di avere un finale troppo leggero ed happy. Lo so già perché è accaduto di recente anche con Flight. E lo so già perché io sono uno di quelli che di solito quando non sa come attaccare un film, tira fuori le parole “buonista” o “Fabio Fazio” e se la cava alla grande. Però non fate i cattivi come me e non dite che questa è una pellicola buonista che mi metto a piangere come il vincitore di Sanremo Giovani UEEEEEEEEE’ UEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE’
e poi vi querelo come Corona se scrivete che mi sono messo a piangere.
Riassumendo, Promised Land è un film sul fracking, un film ambientalista, un film alternative americano, ma anche un film su un’elezione, che casca a fagiolo da noi in questo momento e ci ricorda una lezione magari retorica, magari banale, ma sempre preziosa: non tutti sono in vendita e non tutti i voti possono essere comprati. Fuck you, money.
(voto 7,5/10)
Comunque Gus Van Sant, una richiesta: il prossimo film non è che lo fai sul fracking, ma senza la r?
Recensione pubblicata anche su The Movie Shelter.
“Siamo ragazzi di oggi anime nella città dentro i cinema vuoti seduti in qualche bar e camminiamo da soli nella notte più scura anche se il domani ci fa un po’ paura finché qualcosa cambierà finché nessuno ci darà una terra promessa un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri noi non ci fermeremo non ci stancheremo di cercare il nostro cammino.” Eros Ramazzotti - “Terra promessa” -