Magazine Cultura
Nella mia perenne missione di promotore della lettura, la missione più difficile che sto tentando di realizzare da un anno è quella di portare la lettura in ospedale. Non sto parlando del consueto svolgere la mia professione di infermiere parlando di libri e offrendoli ai miei pazienti: quello è ormai parte integrante della mia persona e della mia professionalità. Il tentativo è quello di coinvolgere più reparti ospedalieri possibili fornendoli di libri, che sto tutt'ora raccogliendo attraverso donazioni, e supportando la lettura attraverso dei volontari disposti a prestare il loro tempo per svolgere un servizio di lettura espressiva a favore dei malati e dei loro parenti. Ho già scritto della collaborazione con il Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia dell'Università di Verona e del Circolo dei Lettori di Verona, e questo connubio favorevole sta proseguendo. Ciò che sta cambiando in meglio è la realizzazione concreta di ciò che per un anno abbiamo pianificato. Confesso la fatica sopportata in alcuni momenti. Un lettore tende a fare voli pindarici, a mantenersi su un livello di emotività positiva sempre alto. Ho dovuto imparare il linguaggio a me sconosciuto del burocratese, a rallentare il passo quando, tendenzialmente, anche quando sono in corsia, cammino spedito, rispettando le pause necessarie alla burocrazia. Uno dei miei compiti in questo progetto è quello di insegnare a scegliere i testi da leggere in ospedale. Ho già incontrato buona parte dei volontari del Circolo dei Lettori, persone con un incredibile interesse per questa attività e una straordinaria capacità di rimanere concentrate mentre parlo di libri (la prima lezione è iniziata alle 21.15, durata fino alle 23.00). Loro sono i libri che si fanno persona. Mi ricordano i personaggi che memorizzavano i libri affinché non scomparissero di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. I volontari non possono certo imparare a memoria i libri. Ma il loro prodigarsi per rappresentare degnamente i libri che leggono è altrettanto degno di merito. La strada da percorrere è ancora lunga, ma il mio livello di soddisfazione sta salendo vertiginosamente.
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