L’associazione delle scrittrici europee, l’ewwa, ha organizzato a Roma un workshop sulla promozione e autopromozione online. Ovviamente, trattandosi di un’associazione di scrittrici, la promozione riguarda il libro.
Gianfranco Virardi, esperto di marketing, ha iniziato dicendo che oggi il sogno di pubblicare è alla portata di tutti, il problema è come lanciare il libro sul mercato. Il marketing applicato al libro in Italia è molto trascurato. I siti degli scrittori italiani, anche importanti, sono scarsi e amatoriali. Ma seguendo alcune strategie c’è la possibilità di diventare pionieri di una nuova era e avere successo nelle vendite. Cercherò di sintetizzare queste strategie come ce le ha raccontate.
Per venderlo può essere molto utile individuare il nostro target di riferimento (target reader), ovvero il lettore tipo del nostro libro. Insomma, bisogna capire “per chi si scrive” come diceva Italo Calvino, ma senza fini di marketing:
Per chi si scrive un romanzo? Per chi si scrive una poesia? Per persone che hanno letto certi altri romanzi, certe altre poesie. Un libro viene scritto perché possa essere affiancato ad altri libri, perché entri in uno scaffale ipotetico e, entrandovi, in qualche modo lo modifichi, scacci dal loro psto altri volumi o li faccia retrocedere in seconda fila, reclami l’avanzamento in prima fila di certi altri.
Perciò possiamo analizzare gli scrittori a cui ci ispiriamo e i nostri competitor, che producono scritti e modelli simili al nostro. Possiamo vedere come si comportano, cercare i loro gruppi di discussione su Goodreads, Facebook e Anobii perché saranno anche i nostri. Cerchiamo di scoprire come la pensano sui temi che abbiamo affrontato perché solo se la pensi come il tuo target potrai incontralo. L’analisi anagrafica del target serve a “profilarlo” e a incontrarlo. Bisogna sintonizzarsi col target, quindi scrivere un libro reader oriented, ovvero orientato secondo i gusti del lettore, ma badando di fare una “proposta unica di vendita” (unique selling proposition) come sosteneva Rosser Reeves, il famoso pubblicitario americano degli anni Cinquanta. Insomma bisogna trovare qualcosa di originale che rimanga nella mente. Reeves ad esempio ha ideato lo slogan delle caramelle M&M’s “si sciolgono nella bocca e non tra le dita” che è utilizzato ancora oggi.
Per quanto riguarda il booktrailer bisogna tener presente la regola: attenzione-interesse-desiderio-acquisto e soprattutto non fare un prodotto amatoriale perché sarebbe controproducente, visto che la rete trattiene tutto. Oggi si possono fare cose belle a costi molto buoni ma bisogna rivolgersi a chi le sa fare.Un’altra regola può invogliarci ad investire sul nostro libro: quella per cui se si investe in promozione, grazie al passaparola ogni copia si moltiplica per cinque. Ma attenzione c’è una nemesi: se uno viene fregato, ovvero se il prodotto è scadente e non mantiene quello che promette, c’è un effetto boomerang perché invece che a cinque lo si racconta a dieci.
L’anteprima è fondamentale. Fate “assaggiare” un buon libro e poi lo compreranno. Si pensi a questo proposito alla strategia di Amazon che di marketing se ne intende e offre la possibilità di scaricare l’anteprima di ogni libro.
Recensioni online e interviste sono molto utili ma evitate le auto-recensioni, o le recensioni tutte positive, perché si capisce che sono false.
Creare un sito dell’autore è fondamentale: continua Luana Prestinice nel pomeriggio. Questo sarà collegato ai social – Facebook, Twitter, Youtube, Pinterest – dove verranno convogliati i contenuti pubblicati (e non il contrario). Ma il sito deve essere aggiornato almeno una volta alla settimana, meglio se due o tre, e sempre con contenuti di spessore. Niente è peggio che un sito abbandonato, ovvero un sito non aggiornato: anche in questo caso diventa controproducente. Tenete presente che la posizione su Google è legata a quattro variabili: quanti ti leggono, quanto pubblichi, quanti link hai, quanti ti linkano. Per avere un’idea del traffico, considerate che 100 visite equivalgono a 5 acquisti.
Quanto tempo ci vuole per fare tutte queste cose?Calcolate di dedicare al blog e ai social almeno un’ora al giorno.
Questo più o meno, è quanto. Il prossimo workshop dell’ewwa, il 21 marzo, sarà: “Dalla scrittura alla parola” in cui ci si soffermerà anche su come parlare in pubblico, visto che nell’era dei social lo scrittore è diventato, oltre a tutto il resto, anche il profeta di se stesso.