“Io sono scappata dall’Italia dopo la laurea in Design della Moda, per la desolante prospettiva che mi offriva la scena moda milanese. Rimango dell’idea che le possibilità che mi ha dato Berlino non le avrei trovate in nessun altro luogo“.
Biglietto da visita sintetico ed estremamente efficace quello di Lisa Filippini, 28enne Project Director a Fier Management, l’agenzia di promozione di giovani designer che lei ha fondato, insieme ad un socio, a Berlino. Lisa ben riassume perché il trittico “giovani-moda-Milano” non sempre funzioni, nell’Italia del Terzo Millennio.
Lisa si iscrive alla laurea specialistica in Design della Moda al Politecnico di Milano: durante gli anni universitari si confronta con due esperienze che la segneranno profondamente: uno stage presso una delle più note sartorie milanesi, dove -pur apprendendo molto- scopre il mondo dei contratti in nero e degli stipendi da sfruttamento, di cui soffre il mondo giovanile in Italia. E -soprattutto- l’esperienza Erasmus ad Hannover, nel profondo nord della Germania, dove entra in contatto con il mondo tedesco. In quei mesi si affaccia per la prima volta alla realtà berlinese.
Nel corso della realizzazione della tesi di laurea ha modo di soggiornare in India, dopodiché punta dritta verso Berlino: in soli due mesi trova lavoro presso un network della moda, come responsabile del mercato italiano. Purtroppo, dopo otto mesi e tante promesse di contratto, viene licenziata. Insieme ad un altro collega italiano (licenziato come lei), capisce che -paradossalmente- questo pessimo episodio può rappresentare la svolta della vita: “questo calcio nel sedere ci ha dato la spinta per capire che non avremmo più potuto lavcorare per un capo, dovevamo essere noi gli artefici del nostro lavoro“.
Di qui l’idea di lanciare Fier Management, un’agenzia il cui obiettivo è aiutare i giovani designer ad emergere: nel novembre dello scorso anno Lisa e il suo socio aprono -in un pomeriggio- la partita Iva della neonata azienda (gratuitamente), firmando i moduli che danno vita alla società. Il tutto senza parlare tedesco.
In un anno Fier Management si impone gradualmente sulla scena, pur tra mille sacrifici e difficoltà: “la realtà moda berlinese è molto differente dalle altre capitali europee. Le regole sembrano prendere forma piano piano. Qui i designer si cibano di input e talento, sfornando -per il mercato esterno- novità che lentamente si stanno affermando nel panorama internazionale“, osserva Lisa, pronta a sbarcare a Londra e Parigi nelle prossime settimane per promuovere il meglio dei designer berlinesi.
Ospite della trasmissione è Alessandro Biasi, giovane designer e fondatore del marchio A-Lab: Alessandro ci sta provando, ad emergere su una scena della moda non semplice, quale è quella milanese. Cosa lo spinge a rimanere in Italia, per affermarsi?
Nella rubrica “Spazio Emigranti” ospitiamo la fondatrice di un sito pienamente in linea con i temi del nostro programma. Enrica Crivello, giovane espatriata in Danimarca, ha messo in piedi con altri colleghi -emigrati come lei in varie città mondiali- il portale “Cervelli Fuori”. Un vero e proprio “diario” online, per raccontare a tutti cosa significhi -nel concreto- vivere e misurarsi con un Paese straniero.
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La discussione di questa settimana: “Berlino, Barcellona, Londra, San Francisco, Shanghai: le città-simbolo dell’espatrio dei nostri govani talenti conservano intatto il loro fascino, nonostante la crisi. Qual è il segreto, l’ecosistema, che consente loro di continuare ad attrarre professionisti qualificati? E cosa manca invece alle città italiane, e più in generale al sistema-Italia… che porta i migliori giovani a fuggire?!
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Alla prossima puntata: sabato 15 ottobre, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!