Pronostici divergenti
Creato il 06 novembre 2010 da Tnepd
Ora che Mussoloni sembra esser giunto al dessert, molti commentatori politici si stanno lanciando
in pronostici per l’avvenire. Si tratta di un’attivita’ ludica di grande
soddisfazione – almeno momentanea – per chi la compie. Visto che non costa
nulla mi diverto pure io.
Non stupira’ se il nostro pronostico sara’ divergente da quello della
maggioranza degli opinionisti, sono le premesse che fanno la differenza. I piu’
si pongono la domanda: “Come si organizzera’ l’opposizione (intendendo con questo tutto cio’ che non e’
Mussoloni) per prendere le redini del governo?” L’idea delle masse e’ che Mussoloni da una parte e gli altri
dall’altra facciano tutto il possibile per raccogliere il maggior numero di
voti e che il piu’ abile finisca per prevalere. Di conseguenza il dibattito
finisce per concentrarsi sulle proposte elettorali e ci si convince che le
eventuali alleanze e ridisposizioni degli attori sul campo politico dipendano
da cio’.
Noi invece partiremo dall’idea, forse un po’ naive, che tutto questo conti poco. Secondo noi c’e’ un
gabinetto di analisti politici all’opera per ridisegnare la trama della
politica italiana. Questo team internazionale di analisti, inizialmente, non si
pone affatto il problema delle proposte elettorali e della raccolta dei voti.
La domanda preliminare a cui cerca una risposta e’ puramente teorica: “Qual e’ la formula piu’
adatta per avere le persone giuste al posto giusto?” e solo in seconda battuta interviene la questione
pratica: “Come convinciamo le masse che hanno scelto loro questa formula e queste
persone?” Funziona cosi’ da quando
Goebbels invento’ la propaganda come oggi la intendiamo. Il problema non e’
piu’ - se mai lo sia stato - quello di allineare le proposte politiche all’elettorato
ma di allineare l’elettorato alla formula scelta dall’elite dominante.
Procedere per questa via rende tutto piu’ semplice anche per noi.
L’esperienza ci insegna che il popolo italiano preferisce di gran lunga farsi fottere dal centro, ne avevamo parlato tempo addietro. I tentativi, tutti americani, di introdurre una qualche forma di bipolarismo
nel Bel Paese non hanno riscosso vero successo. Ci provarono nel 1946 (dopo la seconda guerra mondiale) ma poi prevalse il pentapartito, ci provarono
nel 1994 (dopo tangentopoli) ottenendo maggior presa mediatica ma anche in quel caso i
due presunti antagonisti finirono per giocarsela a ridosso della linea mediana
del campo politico. Forse questa volta i demiurghi desisteranno dal lanciarsi
in un terzo tentativo e ci daranno quello che vogliamo, ossia un bel centro
corposo in cui la concertazione (il magna magna) sia la norma e non
l’eccezione. Io credo che sia ora.
Vero’ e’ che il bipolarismo sinistra-destra e’ teoricamente la formula migliore per gestire le masse, e’ il pacchetto
“full” che coinvolge il pueblo nella scelta
tra una maggioranza ed un’opposizione, e’ il format americano di maggior
successo nel mondo o – per lo meno – lo e’ stato di sicuro nei decenni della
guerra fredda. Oggigiorno la gente si pone domande differenti da quelle che si
poneva negli anni ’50 mentre riempiva i secchi d’acqua alla pompa del cortile,
sono sempre domande sbagliate, ma differenti. Oggi viviamo in una societa’
tristemente “economica” ed interpretarla secondo paramentri ideali che non
siano l’interesse finanziario e’ fuorviante. Vorremmo farlo, ma finiremmo per
discutere di massimi sistemi ed i nostri pronostici assomiglierebbero a quelli
degli altri. Consiglio la lettura di questo articolo e di questo per aver chiara la situazione.
Dunque, gli analisti rinchiusi nelle segrete hanno delle pedine da
mettere sulla scacchiera, i loro uomini di fiducia, i loro dipendenti piu’
affidabili. Chi ha lavorato meglio negli ultimi decenni e’ il blocco di
centro-sinistra, quello che inizialmente fu chiamato Ulivo e che sopravvive
tuttora con le stesse facce ma sigle differenti. Propendo anzi a credere che
l’odierna e passata dirigenza del PD (ex DS, ex Ulivo, ex PDS, ecc...) sia da
tempo il referente principale in Italia dei grandi poteri internazionali,
quelli a cui si danno vari nomi e che, per capirci, sono quelli che stipendiano quasi tutti, dagli analisti nelle
segrete ai parlamentari di Camera e Senato. L’obiettivo finale del Cerchio
Sovrastrutturale – come taluni amano impersonalmente definirlo per averne meno
paura – e’ di stipendiare chiunque ricopra una carica elettiva o di nomina
cosi’ da poterlo controllare direttamente secondo un vecchio adagio mai sopito:
“Io
pago, io pretendo.”
Il miglior dipendente nell’ultimo ventennio non e’ stato certo
Mussoloni. Controllabile si’, in quanto soggetto a qualsiasi ricatto, ma
tremendamente inaffidabile. Nel 1994 lo misero dove siede tutt’oggi
promettendogli che non avrebbe terminato i suoi giorni in una prigione di
massima sicurezza, in cambio non avrebbe dovuto far altro che intrattenere il
popolo italiano e ratificare cio’ che arrivava da Bruxelles, o Strasburgo che
dir si voglia. Mussoloni ha assolto ai suoi doveri ma si e’ lasciato prendere
un po’ la mano, ora come ora appare ingestibile. Per questa ragione sono
convinto che nel futuro sara’ relegato ad un ruolo di second’ordine o spedito
all’estero nella speranza che la gente, i giudici e la mafia si dimentichino di
lui.
Il vero eroe italiano dell’Elite finanziaria globale, quello che ha
saputo fottere la gente senza minimamente insospettirla, e’ stato Romano Prodi
che in questi lidi amiamo chiamare Faccia di Lasagna. Tra il 1996 ed il 2001 ha
fatto tutto quello che c’era da fare: ha regalato l’industria pubblica ai
privati giusti (ossia ai referenti dell’Elite globale nel panorama industriale:
non solo Confindustria e non solo italiani) e lo ha fatto abbindolando una
nazione intera. “Entrare nell’Euro!” fu lo slogan e tutti vollero buttarcisi a pie’ pari. Oggi sappiamo che
immensa disgrazia sia stata.
Per capirci... Vecchio west... Mussoloni e Faccia di Lasagna stanno
insieme a cassetta di una diligenza. Nella cabina c’e’ il popolo italiano e sul
tettuccio i suoi bagagli. I due a cassetta lavorano per una grande compagnia
proprietaria di tutte le diligenze. I proprietari della compagnia sono gente
alquanto avida che non si accontenta di incassare il biglietto per la corsa,
vuole anche tutti i bagagli dei passeggeri. I due a cassetta sono li’ per
raggiungere quell’obiettivo e ciascuno ci prova a modo suo.
Mussoloni punta la diligenza verso il burrone e poi dice ai passeggeri:
“Stiamo
finendo in un burrone! Ma io so come far girare i cavalli! Eh... ce li ho messi
io in questa direzione, sapro’ bene rimetterli sulla pista. Pero’ siamo troppo pesanti,
bisogna buttare un po’ di bagaglio. Chi e’ con me butti meta’ del suo bagaglio,
chi non e’ con me venga gettato fuori dalla diligenza.” Mussoloni ti rapina – e in un certo senso te lo
dice proprio - ma poi salva la diligenza e tutto scorre.
Faccia di Lasagna invece ha una tecnica piu’ astuta. Punta la diligenza
verso il burrone ma non te lo dice. A chi, tra i passeggeri, ha l’impressione
che piu’ avanti ci sia un burrone consiglia di chiedere lumi al suo secondo in
cassetta. Poco prima del burrone fa una comunicazione: “Gentili passeggeri, allo
scopo di raggiungere prima la nostra destinazione vi invitiamo a gettare tutti
i vostri bagagli all’esterno. Saranno raccolti da nostri incaricati che ve li
restituiranno all’arrivo.” Poi rende
le redini a Mussoloni e si butta pure lui. La diligenza finisce nel Grand Canyon
e buonanotte ai bagagli, ai cavalli e pure ai passeggeri.
Parliamoci chiaro, da tempo ormai immemorabile lo Stato Italiano non
conta – e non serve – a nulla. Le leggi nazionali che andavano fatte furono
completate decenni orsono. Oggi come oggi lo Stato e’ mera amministrazione
locale. Non a caso negli ultimi due anni il Parlamento ha “ideato” si e no una
decina di leggi di cui buona parte dedicate all’immunita’ dei suoi componenti.
Le altre sedute, non poi molte, noiose e semi-deserte, sono state dedicate alla
ratifica, cioe’ all’accettazione prona, di delibere dell’Unione Europea di cui
sfido chiunque a citare gli autori. Del doppio ruolo della classe politica
italiana ormai resta solo quello scenico. La classe politica italiana ha ormai
solo una cosa da fare: distrarre la gente comune.
Anche questa volta ho divagato e di pronostici nemmeno l’ombra...
andra’ meglio la prossima.
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