Mesi e mesi ad attendere che MusO Kiefer e Madama Ispirazione si rifacessero vivi.
Mesi e mesi ad aprire il file del romanzo a cui stavo lavorando solo per richiuderlo subito, schifata, senza aver scritto una parola.
Ho i muscoli dello scribacchino aggranchiati.
Negli ultimi due giorni, però, una vecchia storia — messa da parte circa due anni fa — è tornata a sussurrare nella mia mente, così le sono andata dietro e… be’, è incredibile con quanta facilità io sia riuscita a ritrovare il legame con i personaggi, con l’ambientazione, con tutto. Due ore scarse di brain storming in biblioteca mi hanno fruttato otto pagine di blocknotes fitte di appunti e (s)ragionamenti. Ho risolto senza fatica alcuni dei problemi che mi avevano bloccata e che mi avevano spinta a dedicarmi ad altro.
Perciò è venuto il momento di fare un cambio: dentro City of Ghostwalkers, mentre l’altro romanzo se ne va in panchina finché non avrò di nuovo voglia di mettermici a sbattere la testa su, per cercare di eliminare tutti quei difetti che gli impediscono di funzionare.
Girellando in rete ho trovato il blog di Cherie Priest, un’autrice che conosco solo di nome e che mi riprometto di leggere da qualcosa come una vita.
La Priest tiene una sorta di diario a proposito delle storie che scrive: mi piace l’idea e mi piace anche l’impostazione, perciò seguirò il suo esempio — di tanto in tanto.
Adesso mi attendono un paio di mesi di fuoco: li sfrutterò per limare il background e i personaggi. In questi due anni sono cambiata parecchio e alcune caratteristiche dei miei protagonisti non le sento più come prima (sono il tipo di scribacchina che non mantiene il distacco… da niente; almeno in prima stesura).
Voglio partire con ordine e (bene) organizzata, questa volta. Il che, per me, significa iniziare a scrivere avendo a disposizione un abbozzo di timeline, in modo da terminare la prima stesura alla svelta. Molto alla svelta. Diciamo, entro cento giorni.